Dopo 10 giorni di latitanza catturato Johnny lo zingaro

Era evaso dieci giorni fa dal carcere di massima sicurezza di Sassari, ma questa mattina Giuseppe Mastini, noto come Johnny lo zingaro, è stato scovato e arrestato dai poliziotti del Servizio centrale operativo della Polizia di Stato e delle Squadre mobili di Sassari e Cagliari, in collaborazione con gli agenti della Polizia penitenziaria.

Il ricercato si nascondeva in una villetta isolata in località Zuari, nelle campagne di Sassari, in una zona compresa tra la periferia della città e la zona di San Michele di Plaianu; insieme a lui è stato arrestato per favoreggiamento il proprietario dell’immobile.

Arrestato il killer dell’omicidio a Canosa di Puglia

volanteCome nel più classico dei regolamenti di conti, si è avvicinato con calma alla vittima ed ha esploso due colpi di pistola dritti al cuore, di mattina e in pieno centro, a viso scoperto e senza paura di essere riconosciuto. In questo modo il killer ha colpito un pregiudicato, Giuseppe Caracciolo, mentre si trovava a bordo della propria auto in piazza della Repubblica a Canosa di Puglia.

L’uomo, gravemente ferito, ha avuto la forza di ingranare la retromarcia per tentare di sfuggire all’agguato, e, nonostante la collisione con un’altra auto, è riuscito ad allontanarsi e a raggiungere l’ospedale, dove però è deceduto qualche ora dopo.

Gli investigatori della Squadra mobile di Bari e del commissariato di Canosa di Puglia hanno iniziato subito ad indagare, e, grazie alle testimonianze dei presenti e alle immagini delle telecamere di sorveglianza della zona, hanno identificato il probabile responsabile dell’omicidio.

Si tratta di un ottantenne, con diversi precedenti penali, che risponde perfettamente alla descrizione dell’uomo identificato nelle immagini: di età avanzata, claudicante, camicia chiara e marsupio a tracolla, ripreso mentre si allontanava dal luogo della sparatoria.

In poche ore gli investigatori sono risaliti all’identità del sospettato, e quando sono andati a perquisire la sua abitazione, hanno trovato l’uomo che si stava preparando a partire, con una valigia pronta e altri vestiti ammassati dentro alcune buste. Trovati anche gli indumenti indossati durante la sparatoria e sui quali la Polizia scientifica sta facendo gli opportuni rilievi per evidenziare eventuali tracce di polvere da sparo.

Sottoposto ad interrogatorio, il fermato ha ammesso le proprie responsabilità, spiegando che in quel modo voleva vendicare l’aggressione che aveva subito il 14 luglio scorso quando, a suo dire, la vittima, insieme ad un altro pregiudicato, lo aveva percosso pesantemente procurandogli diverse lesioni personali.

Perquisite anche le abitazioni dei familiari con i quali l’indagato era stato in contatto telefonico, e tra di loro anche il figlio, a casa del quale i poliziotti hanno trovato, nascosta sul terrazzo, l’arma del delitto, una semiautomatica calibro 380 a salve ma con la canna modificata, dalla quale era stato espulso il bossolo trovato sul luogo dell’agguato. Per questo motivo anche il figlio dell’ottantenne è stato arrestato con l’accusa di favoreggiamento e detenzione abusiva di armi.

Capo della Polizia: doppio impegno a Caserta

inaugurazione aversaStamattina, nel giorno del suo compleanno, la questura di Caserta ha voluto ricordare Maria Sparagana, assistente capo coordinatore, pilastro della centrale operativa della questura, vittima del Covid-19. E lo ha fatto con una messa in suffragio presso la chiesa del Buon Pastore. Era presente anche il capo della Polizia Franco Gabrielli.

messa per maria sparagana

Dopo la celebrazione, il prefetto Gabrielli si è recato al commissariato di Aversa per inaugurare la stanza “Mai più soli” dedicata all’ascolto protetto delle vittime di violenza e maltrattamenti e realizzata con la collaborazione del Soroptimist Club International.

inaugurazione aversa“Trovarsi in un ambiente consono, in un ambiente nel quale le tue paure le tue preoccupazioni in qualche modo si stemperano e trovano un volto amico e degli occhi che intercettano il tuo bisogno di aiuto, questo fa la differenza”.  Ha detto il capo della Polizia durante l’inaugurazione. Il prefetto ha poi proseguito “Quando le vittime decidono di affidarsi alle istituzioni e vincono la loro resistenza, è lì che le comunità che le circondano non possono lasciarle sole. Una vittima che bussa alla nostra porta non può essere trattata come un fascicolo, bisogna avere un coinvolgimento maggiore. Stanze come questa non sono importanti solo materialmente, ma sono importanti perché creano una condizione ambientale che contribuisce a far sì che la vittima non cada nella seconda vittimizzazione. Questo ufficio è per noi l’assunzione di un nuovo e maggiore impegno perché questi fenomeni siano sempre meno presenti”.

All’inaugurazione hanno preso parte il questore e il prefetto di Caserta, il sindaco di Aversa, le autorità locali e il vescovo della diocesi di Aversa che ha benedetto la stanza. 

La struttura è destinata a ospitare le fasce deboli, in particolare i minori e le donne che hanno subito violenze o abusi. Gli spazi sono stati allestiti in modo da consentire alle vittime di sentirsi il più possibile a loro agio e permettere loro di parlare liberamente.

Bari: preso l’aggressore della sera del 22 agosto

La sera del 22 agosto, a Bari, aveva pestato un uomo con calci e pugni rincorrendolo in strada fino a farlo cadere, battere la testa provocandone la morte qualche giorno dopo. Il pregiudicato, un 26enne, è stato arrestato dalla Squadra mobile per l’omicidio preterintenzionale del 53enne.

La sera dell’aggressione la vittima si era recata al pronto soccorso dell’ospedale San Paolo dicendo di sentirsi male ma anche di non aver subito alcuna aggressione, ma nel giro di 30 minuti si era aggravato fino a cadere in coma. Purtroppo l’uomo moriva dopo due giorni per emorragia cerebrale.

I poliziotti della Mobile hanno deciso di approfondire una vicenda anomala in quanto dalla Tac risultava esserci un trauma cranico segno evidente di una colluttazione che forse la vittima aveva nascosto per motivi di omertà.

Infatti dalle indagini gli agenti hanno scoperto che il 53enne era stato aggredito brutalmente da un giovane che, indossando mascherina, guanti ed un cappellino da baseball, lo aveva percosso con calci e pugni, sbattuto al suolo con un calcio alle gambe fino a fargli colpire l’asfalto con la testa. Inutili i successivi soccorsi di alcuni passanti.

In base alle immagini delle telecamere di sorveglianza della zona, la Squadra mobile è riuscita a risalire al pregiudicato. Nella sua abitazione è stato inoltre rinvenuto l’abbigliamento usato durante il pestaggio, che è stato sequestrato.

Cooperazione internazionale: arrestati 26 latitanti

arresti scipSono in totale 26, i latitanti arrestati che Italia e Romania si sono scambiati; in Italia ne sono tornati 13. Questo a conferma della stretta collaborazione operativa tra le polizie dei due Paesi. L’operazione è stata condotta dallo Scip (Servizio per la cooperazione internazionale di Polizia) della Direzione centrale della polizia criminale, guidata dal vice capo della Polizia Vittorio Rizzi.

Alle autorità romene sono stati consegnati 11 uomini e due donne, già detenuti in Italia, che sconteranno il resto delle pene detentive in Romania, responsabili di furti, rapine, sfruttamento della prostituzione e violenze sessuali. 

Dalla Romania sono invece partiti, alla volta di Milano, 10 uomini e tre donne individuati e arrestati dalla polizia romena mentre tentavano di sfuggire ai mandati d’arresto europei emessi da nove procure nazionali.

Gli ex latitanti sono accusati di reati contro il patrimonio e violenza sessuale, istigazione e favoreggiamento della prostituzione, riduzione in schiavitù, maltrattamenti, truffe informatiche e riciclaggio.