Operazione “Vortice- Maestrale” di Polizia e Carabinieri a Bari e provincia con l’esecuzione 99 misure cautelari.
Nella notte oltre 400 uomini e donne della Questura di Bari e del Comando provinciale dei Carabinieri, in un’azione congiunta, hanno catturato capi e affiliati del clan Strisciuglio, indagati, a vario titolo, per associazione di tipo mafioso, detenzione e porto di armi, anche da guerra, associazione finalizzata al traffico di sostanze stupefacenti, omicidi e tentati omicidi, estorsioni, minacce, lesioni e rissa.
L’operazione è la conclusione di un’indagine avviata nel 2015 dalla Squadra mobile e dal Nucleo investigativo del Reparto operativo dei Carabinieri, che hanno portato al sequestro, negli ultimi anni, anche di considerevoli quantitativi di sostanze stupefacenti e di armi.
Nel corso dell’indagine sono state documentate le mire espansionistiche del gruppo mafioso e la proliferazione dello stesso nell’intera area della città metropolitana.
Con micidiali e sanguinose azioni di fuoco, il clan Strisciuglio aveva preso il sopravvento sul clan Mercante all’interno del quartiere Libertà, acquisendo, in quella parte nevralgica del capoluogo pugliese, il controllo esclusivo delle attività di spaccio e delle estorsioni ai danni dei titolari di attività produttive.
Il clan era riuscito ad imporre ai gestori di alcuni esercizi pubblici del centro di Bari, l’installazione di apparecchi per il gioco, con vincite in denaro, forniti da un’azienda gestita da uno degli affiliati, il quale versava, poi, parte degli introiti nelle casse della cosca, ottenendo in cambio il monopolio di fatto, nel settore.
Le indagini hanno consentito anche di fare luce sulla violenta rissa avvenuta all’interno del carcere di Bari, l’11 gennaio 2016, nel corso della quale si erano fronteggiati, tra gli altri, elementi apicali del clan Misceo, già attivo nel quartiere San Paolo e in Palo del Colle ed esponenti di vertice del clan Strisciuglio determinando la supremazia territoriale dei Strisciuglio.
È stato inoltre accertato come il Clan abbia assunto il controllo delle piazze di spaccio, riversando nella vendita al dettaglio gli ingenti rifornimenti di sostanze stupefacenti, assicurati, sino al 2017, anche da alcuni appartenenti al clan Parisi-Palermiti (operativi nel quartiere Japigia di Bari), che in quel periodo stavano cercando di acquisire una propria autonomia e avevano stretto importanti rapporti commerciali con alcuni esponenti del clan Strisciuglio.
Gli investigatori hanno anche evidenziato come gli Strisciuglio fossero organizzati in modo federale; il clan era suddiviso in cellule dotate di margini di autonomia operativa e, allo stesso tempo, legate tra di loro da solidi vincoli di interconnessione organizzativa e funzionale.
La capacità di controllo capillare dell’organizzazione mafiosa oltre che sul territorio era esercitata anche all’interno del carcere di Bari, imponendo il proprio ruolo egemonico in talune sezioni e svolgendo un’instancabile attività di proselitismo, soprattutto nei confronti delle giovani generazioni.
Dalle investigazioni è inoltre emerso che i vertici del clan continuavano a gestire le attività illecite e ad impartire ordini e direttive anche durante la detenzione, tramite i familiari ma anche in via diretta utilizzando telefoni cellulari consegnati clandestinamente in carcere.