Incidenti e ritorno alla guida: protocollo tra Polizia e Fondazione Santa Lucia

Incidenti e ritorno alla guida: protocollo tra Polizia e Fondazione Santa LuciaSicurezza sulle strade e valutazione del ritorno alla guida per persone che hanno subito una lesione del sistema nervoso, sono i temi al centro della visita di questo pomeriggio alla Fondazione Santa Lucia di Roma, da parte del ministro dell’Interno Luciana Lamorgese e del capo della Polizia Lamberto Giannini.

L’obiettivo della visita all’Istituto è la presentazione di un progetto, che ha lo scopo di introdurre nuove procedure per misurare le competenze di guida di persone che, sopravvissute ad una lesione del sistema nervoso e concluso il necessario percorso di neuroriabilitazione, tornano alla vita quotidiana e quindi anche alla guida.

Incidenti e ritorno alla guida: protocollo tra Polizia e Fondazione Santa LuciaPresenti anche il direttore centrale per le Specialità della Polizia di Stato Daniela Stradiotto, e il direttore centrale di Sanità Fabrizio Ciprani, mentre per la Fondazione Santa Lucia hanno preso parte all’incontro il presidente Maria Adriana Amadio, il direttore generale Edoardo Alesse, il direttore sanitario Antonino Salvia, il direttore scientifico Carlo Caltagirone e la responsabile relazioni istituzionali Anna Teresa Formisano.

L’attività sanitaria e di ricerca della Fondazione è rivolta a pazienti che presentano gravi lesioni cerebrali con l’obiettivo di restituire autonomia e qualità di vita attraverso il recupero di funzioni complesse: neuromotorie, memoria, attenzione, linguaggio, prassia (capacità di eseguire e coordinare correttamente i movimenti intenzionali), respirazione, deglutizione.

Incidenti e ritorno alla guida: protocollo tra Polizia e Fondazione Santa LuciaIl Santa Lucia sta avviando, insieme alla Polizia di Stato, con la supervisione del direttore Fabrizio Ciprani, un protocollo di intesa che mira a garantire il miglior accesso alle cure e la continuità terapeutica per gli agenti che vanno incontro a disturbo da stress post traumatico, a seguito di eventi accaduti durante il servizio, o che abbiano necessità, a causa di incidenti o lesioni, di un percorso di neuroriabilitazione appropriato.

Protocollo tra Polizia e Fondazione Santa LuciaSi tratta di un tema purtroppo sempre attuale, soprattutto a causa dell’elevato numero di incidenti con feriti che si verificano nel nostro Paese, anche se in costante diminuzione negli ultimi anni, come ha sottolineato il dirigente della Sezione polizia stradale di Roma Barbara Barra, che nel suo intervento ha evidenziato come, nel 2019, si siano verificati 172.183 incidenti con lesioni, che hanno provocato 241.384 feriti e 3.173 morti.

Il ministro dell’Interno e il capo della Polizia, accompagnati dal direttore della Fondazione, hanno poi visitato l’Unità operativa complessa di neuroriabilitazione e il laboratorio di neuroimmagini della struttura sanitaria.

Scuola di perfezionamento: aula magna intitolata a Carlo Mosca

inaugurazione aula magna scuola interforze al prefetto Carlo MoscaSi è tenuta questa mattina a Roma, alla Scuola di perfezionamento per le Forze di polizia, la cerimonia di intitolazione dell’aula magna al prefetto Carlo Mosca, deceduto lo scorso 30 marzo.

Carlo Mosca, che agli inizi della sua carriera aveva fatto parte del Corpo delle guardie di pubblica sicurezza, è stato tra i principali ispiratori della legge di riforma dell’amministrazione della pubblica sicurezza n.121 del 1981 e punto di riferimento per docenti e frequentatori dei corsi di alta formazione all’interno della Scuola.

Il 1° aprile è stata infatti presentata la pubblicazione, da lui curata assieme all’Ufficio relazioni esterne del Dipartimento della P.S., per ricordare il quarantennale della riforma che ha posto le basi per la “moderna” Polizia di Stato.

Alla cerimonia odierna erano presenti il ministro dell’Interno Luciana Lamorgese e il capo della Polizia Lamberto Giannini, accolti dal direttore della Scuola, Giuseppe La Gala.

sedia vuota con rosa rossaLa figura del prefetto Mosca, che in passato è stato vice direttore del Sisde, capo di gabinetto dei ministri dell’Interno Pisanu e Amato e prefetto di Roma, è stata ricordata da Mario Morcellini, in rappresentanza del corpo docenti della Scuola e dal figlio Davide Mosca che ha sottolineato come  “Oggi a distanza di un mese dalla sua scomparsa questa cerimonia gli conferisce un riconoscimento di altissimo valore l’intitolazione dell’aula magna di questa prestigiosa scuola, una targa che consegnerà a chiunque passerà di qui la testimonianza di Carlo Mosca” a proposito della figura paterna Davide Mosca ha ricordato che “I principi della legalità del diritto e della Costituzione non sono mai stati per Lui dei dogmi astratti o delle dottrine a sé stanti ma una vera e propria esperienza di vita da raccontare e tramettere”.

Nel suo intervento conclusivo il ministro Lamorgese ha ricordato come “Per me è toccante tornare in questa Scuola dove l’ultima volta che ho visto Carlo era seduto in quella poltrona dove ora c’è una rosa a ricordare la sua grande personalità. Un uomo di una nobiltà d’animo fuori dal comune, gentile con tutti, un amico e un collega a cui chiedere un consiglio. Un punto di riferimento ha continuato il Ministro – per il ministero dell’Interno anche per la Legge 121 di cui è stato tra i principali ispiratori. Ci mancherà, così come ci mancheranno i suoi insegnamenti, che sono radicati in noi”.

scopertura della targa intitolata al prefetto Carlo MoscaAl termine della cerimonia il ministro dell’Interno ha proceduto allo scoprimento della targa di intitolazione dell’aula magna in memoria di Carlo Mosca, insieme al figlio Davide, al quale ha poi consegnato il decreto, a firma del capo della Polizia Giannini, nel quale il Prefetto viene ricordato come “Personalità autorevole dall’elevato senso dello Stato e profonda umanità, valori che ha sapientemente trasmesso con il suo insegnamento ed esempio di vita”.

I nostri caduti: il ricordo di Roberto Mancini

roberto manciniSono passati 7 anni dalla morte di Roberto Mancini, il sostituto commissario, medaglia d’oro al valor civile alla memoria, deceduto il 30 aprile del 2014 a seguito di una lunga malattia contratta durante i frequenti sopralluoghi nella cosidetta “Terra dei fuochi”.

Roberto Mancini fu uno tra i primi ad indagare in Campania sulle ecomafie e sul fiorente traffico portato avanti dalle organizzazioni criminali. La assidua presenza in zone contaminate lo aveva portato ad ammalarsi di un linfoma clinicamente riconducibile all’esposizione ai rifiuti tossici.

Beppe FiorelloAl poliziotto, la cui figura è stata interpretata da Beppe Fiorello nella fiction di Rai1 “Io non mi arrendo”, è stata dedicata nel 2016 una sala del commissariato “San Lorenzo” della questura di Roma in ricordo dell’impegno e del sacrificio del Sostituto commissario.