Preso a Faenza (Ravenna) il cittadino nigeriano che il 20 luglio scorso in Germania, all’interno di un centro per richiedenti asilo, ha violentato e ferito gravemente una donna.
L’uomo è stato arrestato dalla Polizia postale in esecuzione ad un mandato di arresto europeo, emesso dalle autorità tedesche e arrivato tramite il Servizio di cooperazione internazionale della Direzione centrale della polizia criminale.
Le prime investigazioni effettuate dalle autorità tedesche per rintracciare l’uomo che era scappato subito dopo la violenza, avevano consentito di ritenerlo in fuga sul territorio italiano.
In particolare, a corredo della segnalazione, sono stati forniti anche due IP address, estrapolati dai tabulati telefonici associati al numero mobile tedesco in uso al fuggitivo, sui quali si sono concentrati gli approfondimenti investigativi dei poliziotti del Servizio Polizia postale e delle comunicazioni.
Anche attraverso l’analisi di alcuni social network gli specialisti della Polizia ne hanno accertato la presenza in Emila Romagna.
I riscontri tecnico-investigativi hanno permesso di restringere il campo di ricerca a Faenza dove il ricercato è stato scovato e arrestato in un nascondiglio all’interno in un bunker sotterraneo.
È stata presentata a Roma, nella “Sala De Sena” della Direzione centrale della polizia criminale, la relazione annuale che traccia un quadro riassuntivo delle attività e dei risultati ottenuti nel contrasto ai traffici di droga nel 2020. Il rapporto è stato stilato dalla Direzione centrale per i servizi antidroga, che quest’anno celebra il trentennale dalla sua istituzione avvenuta nel 1991. A esporre i contenuti il direttore Centrale antidroga, generale della Guardia di finanza Antonino Maggiore a cui sono seguiti tre esperti per la sicurezza impiegati in Colombia, Spagna, Turchia, aree strategiche per il narcotraffico.
Il vice capo della Polizia – Direttore centrale della polizia criminale – Vittorio Rizzi ha concluso l’evento ricordando come “La Relazione fotografa la resilienza delle organizzazioni criminali alla pandemia. Nel 2020, dopo la primissima fase di lockdown, i traffici illeciti sono rapidamente ripresi cercando nuove rotte e modalità di occultamento della droga. Metà del quantitativo record di cocaina è stato sequestrato nel porto di Gioia Tauro, una sorta di hub italiano creato dai trafficanti anche per i carichi diretti nella regione balcanica. Diventa, dunque, sempre più strategica la rete della cooperazione internazionale di polizia come arma necessaria per combattere il narcotraffico”.
All’evento ha voluto partecipare, attraverso un messaggio, anche il capo della Polizia Lamberto Giannini ricordando come “La Direzione centrale dei servizi antidroga rappresenta un’articolazione strategica del Dipartimento della pubblica sicurezza, fin dalla sua nascita trenta anni fa. La sua struttura interforze, la specializzazione per materia e la presenza di esperti antidroga all’estero fanno sì che un problema così importante venga costantemente monitorato e che l’azione di contrasto possa essere la più efficace, come testimoniato dai dati della Relazione annuale 2021”.
Anche il ministro dell’Interno Luciana Lamorgese ha fatto pervenire il suo messaggio: “Ringrazio – ha affermato il Ministro – tutte le Forze di polizia per il costante impegno profuso nel contrasto al traffico di sostanze stupefacenti. Il bilancio di un anno di attività testimonia il grande sforzo operativo e la intensa azione di prevenzione ed investigativa svolta su tutto il territorio nazionale che ha portato ad un aumento di oltre il 7% dei sequestri di droga. La lotta al narcotraffico rappresenta una priorità a tutela delle giovani generazioni, della legalità e della sicurezza, per contrastare le organizzazioni criminali che alimentano le piazze di spaccio ed accumulano ingenti patrimoni illeciti”. Rispetto al passato, il tratto distintivo del 2020 è stato l’emergenza sanitaria connessa alla pandemia da Covid-19. Le misure di contenimento del contagio adottate a livello mondiale, avendo comportato restrizioni generali alla mobilità delle persone e un rallentamento delle dinamiche dei traffici commerciali internazionali, hanno inciso anche sull’andamento del narcotraffico che, da sempre, sfrutta le opportunità offerte dalla movimentazione transazionale delle merci per spostare le partite di droga. La ripresa dei traffici commerciali nella seconda parte del 2020 e la notevole capacità delle organizzazioni criminali di adattarsi al mutato contesto socio-economico, hanno rilanciato velocemente i traffici illeciti dopo un iniziale rallentamento. Inoltre nel 2020 le Forze di polizia, hanno intercettato ben 33 nuove sostanze non ancora “tabellate”, che verranno inserite negli elenchi delle sostanze vietate.
Inaugurato questa mattina a Napoli, alla presenza del capo della Polizia Lamberto Giannini il Complesso “Cristallini 73” che ospiterà la sezione giovanile delle Fiamme oro.
Alla cerimonia hanno preso parte il prefetto di Napoli Marco Valentini, il questore Alessandro Giuliano, il sindaco di Napoli Luigi De Magistris, il presidente della Fondazione di Comunità San Gennaro, Pasquale Calemme e gli atleti delle Fiamme oro Christian Parlati e Mario Sanzullo, qualificati alle Olimpiadi di Tokyo nelle discipline judo e nuoto in acque libere, e una rappresentanza delle sezioni giovanili di judo e pugilato. Non potevano mancare i nostri campioni olimpici rispettivamente nel judo e nella boxe, Giuseppe Maddaloni e Vincenzo Picardi e una rappresentanza delle sezioni giovanili. L’evento è stato moderato dalla giornalista de “La Repubblica” Conchita Sannino.
L’Inaugurazione ha avuto inizio con gli interventi del questore di Napoli, dell’arcivescovo metropolita della città di Napoli Domenico Battaglia e del presidente dei Gruppi sportivi Fiamme oro della Polizia di Stato Francesco Montini, a cui è seguita la proiezione di un breve video che mostra il complesso “Cristallini 73” prima e dopo la riqualificazione.
Il capo della Polizia Lamberto Giannini, rispondendo alle domande della giornalista su questo modello Sanità, ha sottolineato: “Ringrazio tutti coloro che si sono dati così da fare per questa esperienza bellissima Io sono arrivato da poco e mi trovo qui a celebrare questo straordinario successo prima di tutto di accoglienza di solidarietà, di buona amministrazione e di sicurezza. Io nella mia carriera ho fatto polizia di prevenzione per cercare di arrivare prima che venisse commesso un reato e io ritengo che questa sia una altissima forma di prevenzione perché si parte con l’educazione”. “Ogni fragilità – ha proseguito il prefetto Giannini – è qualcosa di importante e a mio avviso è una sfida per tutti noi perché riuscire a offrire delle possibilità concrete a questi ragazzi, a queste ragazze e riuscire anche a metterli in contatto con persone che ci credono veramente e che sono anche riuscite, come alcuni atleti delle Fiamme oro, ad avere degli straordinari successi, per me questo è veramente importante ed è una delle funzioni primarie dello Stato, una delle funzioni primarie delle Forze dell’ordine, una delle funzioni primarie della Polizia di Stato”.
Dopo il taglio del nastro inaugurale gli atleti della Polizia, delle discipline judo e pugilato, si sono cimentati in una esibizione.
Nel complesso appena inaugurato, oltre al judo e alla boxe, verrà praticata anche la ginnastica artistica, tutte discipline che daranno la possibilità ai ragazzi di avvicinarsi allo sport e ai valori della legalità.
Cristallini 73 è l’espressione di un sistema di welfare di comunità fondato sui valori della reciprocità e della cittadinanza attiva e nasce per promuovere, valorizzare e rigenerare lo storico rione Sanità, segnato ancora oggi da episodi di criminalità e degrado sociale. La Polizia di Stato, già dal 2018, è presente sul territorio con l’istituzione di una palestra presso la basilica di Santa Maria della Sanità, dove si impartiscono gratuitamente lezioni di pugilato come alternativa alla strada, alla violenza e al bullismo. Ora come allora indispensabile è stata la collaborazione della Fondazione San Gennaro Onlus e della questura di Napoli, così come il contributo del comune della città partenopea che ha affidato al Gruppo sportivo Fiamme oro il primo piano della struttura.
In tutta Italia sono già diverse le palestre aperte con i nostri migliori istruttori per seguire i giovani in un percorso di crescita e di integrazione sociale.
Per la Polizia di Stato la promozione dello sport giovanile è soprattutto un investimento per il futuro: le regole di partecipazione a una competizione sportiva abituano i giovani a perdere o vincere ma sempre rispettando sé stessi e gli avversari senza prevaricare o scegliere scorciatoie illegali.
Nove latitanti arrestati, sei in Bulgaria, due in Germania e uno in Inghilterra. Questo è il bilancio della seconda operazione coordinata dal Servizio per la cooperazione internazionale di polizia della Direzione centrale della polizia criminale, nell’ambito dell’iniziativa denominata “Bulgarian job”.
L’operazione, sviluppata all’interno della rete europea Enfast (European network of fugitive active search teams) attraverso la collaborazione tra il Fast team italiano e quello bulgaro, ha avuto il supporto degli esperti per la sicurezza italiani operativi a Sofia (Bulgaria), Wiesbaden (Germania) e Londra (Inghilterra), oltre che dell’Ufficio di cooperazione giudiziaria del ministero di Giustizia.
L’iniziativa, finalizzata alla localizzazione all’estero dei cittadini bulgari colpiti da provvedimenti restrittivi italiani e non ancora internazionalizzati, che già lo scorso 13 maggio aveva portato all’arresto di altri sei latitanti, ha consentito di eseguire le misure restrittive internazionali emesse da diverse Autorità giudiziarie italiane nei confronti di nove cittadini bulgari condannati per reati quali associazione a delinquere, sfruttamento della prostituzione, favoreggiamento dell’immigrazione clandestina, accesso abusivo in sistemi informatici, rapina aggravata, estorsione, riciclaggio e altri crimini.
Anche in questo caso le attività d’indagine, partite territorialmente in Italia, hanno avuto il loro sviluppo e supporto dello Scip e della sua rete di Esperti sparsa per il mondo per arrivare all’arresto dei nove ricercati.
L’analisi e la costante condivisione delle informazioni tra le autorità italiane e quelle estere sui loro movimenti avvenuta nelle settimane precedenti, ha consentito anche stavolta una accurata opera di localizzazione in sei città diverse della Bulgaria oltre che in Germania e Inghilterra.
Acquisita la localizzazione certa dei latitanti è stato pianificato il blitz del Fast team bulgaro scattato nella giornata di ieri e della polizia tedesca e britannica nei giorni precedenti.
Con quest’ultima operazione gli arresti effettuati in coordinamento con la Bulgaria nell’ambito della menzionata iniziativa “Bulgarian job” sono stati fino ad ora 15 eseguiti in quattro Paesi differenti (Bulgaria, Germania, Svezia e Inghilterra).
Sono state immediatamente avviate le procedure di estradizione per riportare in Italia i nove arrestati e fargli scontare le pene a cui sono stati condannati.
Presa la banda che il 24 aprile scorso, in via Vecchia di Pozzolatico a Firenze, rapinò una coppia dei preziosi orologi che avevano al polso.
Si tratta di cinque trasfertisti campani ognuno con un ruolo specifico nell’organizzazione e nell’esecuzione del colpo.
La sera del 24 aprile, mentre le vittime si trovavano a bordo della loro auto nel comune di Impruneta, sono state avvicinate da due persone scese da uno scooter guidato da un terzo uomo e, con violenza hanno strappato loro gli orologi, un Patek Philippe ed un Cartier in oro bianco, per poi allontanarsi velocemente tutti e tre in sella allo stesso mezzo.
Quella stessa sera i “Falchi” della Squadra mobile fiorentina hanno passato al setaccio ogni singolo fotogramma estrapolato dalle telecamere di videosorveglianza cittadina, riuscendo a ricostruire tutti gli spostamenti dei criminali sia nelle fasi preparatorie sia in quelle successive al colpo, scoprendo inoltre che un quarto uomo aveva fatto da palo.
Nello specifico è emerso che il gruppo criminale è arrivato a Firenze con un Suv ed un furgone (guidato da un quinto uomo), a bordo del quale viaggiava anche lo scooter utilizzato per la rapina.
Il colpo è stato preceduto dal pedinamento delle vittime per le strade cittadine: il Suv utilizzato dai malviventi è stato ripreso in più tratti urbani mentre, insieme allo scooter, segue l’auto della coppia. Durante questo pedinamento il conducente del ciclomotore si è anche affiancato alla macchina delle vittime per osservare meglio l’interno dell’abitacolo.
Gli investigatori sono infine risaliti ai luoghi dove i quattro avevano soggiornato, prima e dopo il colpo, rispettivamente nel pistoiese e nella zona intorno ad Arezzo, per poi fare rientro a Napoli.
Ora due della banda sono finiti in carcere, un terzo agli arresti domiciliari, un quarto è ancora ricercato, mentre l’autista del furgone è stato denunciato in stato di libertà.