Siracusa: operazione “Ludos”, 11 arresti

Esercitavano abusivamente l’attività di gioco e scommesse attraverso dei siti illegali online: 11 persone sono finite in manette nell’operazione “Ludos” della Squadra mobile di Siracusa e del commissariato di Augusta. 

Agli indagati sono state contestate, inoltre, l’associazione per delinquere e l’usura. I promotori, nonché capi dell’organizzazione, fungevano da raccordo tra i due distinti gruppi di gestione dei siti illegali di scommesse e si avvalevano del rapporto con i gestori, nazionali ed esteri, riuscendo ad ottenere dagli stessi il credito necessario per esercitare il gioco senza anticipare denaro; così facendo si assumevano il credito dei giocatori con tassi usurai nei loro confronti.

I reati contestati sono aggravati dalla transnazionalità in quanto l’associazione criminale aveva propaggini anche all’estero, in particolare a Malta. Dalle indagini è emerso che l’organizzazione si arricchiva anche grazie all’esercizio abusivo dell’attività bancaria poiché forniva credito ai clienti sui conti online dedicati al gioco garantendo anche servizi di ricarica.
 

Spesso, a garanzia sulla restituzione del danaro, i criminali esigevano le chiavi delle auto delle persone che si rivolgevano a loro per ottenere il denaro necessario per continuare a giocare.

L’indagine prende corpo nel 2019 dopo la segnalazione di due anziani coniugi che avevano scoperto che il figlio, in più occasioni, aveva contratto importanti debiti di gioco e pur di sottrarlo ai creditori, avevano estinto loro i suoi debiti. Le indagini immediatamente attivate mettevano in luce diversi siti Internet, principalmente utilizzati dagli organizzatori arrestati oggi, a cui accedevano sostituendo le credenziali di volta in volta per non essere individuati.

Gli investigatori hanno scoperto, inoltre, che nonostante alcuni degli indagati avessero regolare licenza per l’esercizio di giochi e scommesse regolari, spingevano i loro clienti ad effettuare l’accesso sui siti illeciti, traendone così un vantaggio economico dato dalla totale assenza di tassazione sui guadagni da parte dello Stato.

Alcuni clienti avevano debiti superiori ai 100mila euro e per far fronte si rivolgevano agli usurai che applicavano tassi anche del 300%.

Trieste: arrestati i responsabili della sparatoria del 4 settembre

operazionePresi altri cinque responsabili della sparatoria tra due famiglie Kosovare avvenuta lo scorso 4 settembre a Trieste, nei pressi di un bar del centro cittadino. Quel giorno di fronte al bar, era nata una violenta lite in cui erano coinvolte più di 20 persone anche armate di spranghe e bastoni.

Durante l’intervento sul posto, i poliziotti constatavano la presenza di più persone ferite a terra all’esterno del locale, alcune con evidenti lesioni al volto ed alla testa ed altre ferite da colpi di arma da fuoco.

Attraverso la visione delle immagini registrate dai sistemi di videosorveglianza gli investigatori hanno ricostruito le modalità dello scontro tra i contendenti e, lo stesso giorno, i poliziotti hanno identificato e fermato alcuni delle persone coinvolte sia dell’una che dell’altra famiglia per concorso in tentato omicidio aggravato.

A conclusione dell’attività investigativa questa mattina sono state arrestate altre cinque persone.

Nel complesso in carcere sono finite sette persone, quattro invece sono finite agli arresti domiciliari e 13 sono al momento indagate.

Il risultato è anche il frutto della collaborazione della cittadinanza che spontaneamente ha fornito grande collaborazione permettendo così di definire le diverse condotte degli indagati.

Per il rintraccio e cattura degli indagati oltre alla Squadra mobile di Trieste, coadiuvata dal Servizio centrale operativo e coordinata dalla Direzione centrale anticrimine della Polizia di Stato, hanno preso parte all’operazione anche gli equipaggi dei Reparti Prevenzione Crimine di Padova, Torino, Firenze, Foggia, Roma e Perugia e le Squadre mobili di Venezia, Treviso, Udine, Pordenone, Gorizia e Trento. L’attività investigativa è stata supportata anche dagli artificieri, dalla Polizia scientifica e dall’Ufficio Immigrazione.

Bologna: 13 arresti per spaccio di droga

operazioneLa Squadra mobile di Bologna ha arrestato 13 persone per il reato di detenzione ai fini di spaccio di sostanze stupefacenti. Nell’indagine sono state complessivamente indagate 24 persone, tutti spacciatori molto attivi nella città di Bologna e in tutta l’area metropolitana.

L’attività di indagine ha preso il via in seguito alla morte per overdose di una ragazza dopo che la stessa aveva acquistato la droga in Piazza Aldrovandi ad agosto del 2019.

Attraverso le intercettazioni telefoniche, e grazie a numerosissimi e costanti servizi di pedinamento ed osservazione, i poliziotti hanno individuato l’intera rete di spacciatori e i nascondigli dello stupefacente.

La droga, smerciata in diverse zone della città, tra cui la zona universitaria e il Pilastro, oltre a San Donato e Borgo Panigale, era principalmente cocaina e hashish.

Gli agenti hanno inoltre scoperto un consistente traffico di hashish in alcune zone della provincia di Modena al confine con il territorio bolognese, da parte di criminali poi risultati essere i fornitori di questa sostanza per molti spacciatori bolognesi, soprattutto per le zone del centro storico e del Pilastro.

Durante le indagini sono state arrestate in flagranza di reato 14 persone, sequestrati oltre 2 chili di cocaina, 23 chili di hashish e 20mila euro in contanti, frutto dell’attività illecita dei vari spacciatori di volta in volta “scoperti”. La droga sequestrata avrebbe fruttato intorno ai 250 mila euro.

L’Europa della sicurezza tra Afghanistan e Next generation EU

riunione del Cosi UeIl Comitato operativo per la sicurezza interna (Cosi), organo di vertice che riunisce alti vertici tutte le e forze di polizia europee, si è riunito il 23 settembre a Bruxelles.

Nel pomeriggio l’incontro è stato poi esteso agli ambasciatori del Comitato politico e di sicurezza della Ue (Cops), l’organo permanente competente in materia di politica estera e di sicurezza comune.

A rappresentare il nostro Paese, il vice capo della Polizia preposto al Coordinamento ed alla Pianificazione, Maria Teresa Sempreviva.

Sono state trattate tematiche sensibili ed attuali quali il recente pacchetto di proposte legislative avanzate dalla Commissione europea per il contrasto al riciclaggio nonché il ruolo centrale delle Forze di polizia in materia di sicurezza informatica, asset per il quale l’Europa predilige un approccio olistico ed integrato.

Argomenti centrali in agenda per la riunione congiunta Cosi-Cops, la situazione della crisi in Afghanistan in corso e le sue possibili implicazioni in materia di sicurezza interna dell’Unione europea oltre al rafforzamento del nesso tra dimensione esterna ed interna della sicurezza della Ue.

Quest’ultima tematica, in particolare, vede il coinvolgimento anche delle missioni civili della Ue, del Centro di eccellenza per la gestione delle crisi civili (ubicato a Berlino) e della rete degli esperti distaccati delle Forze di polizia per la gestione delle crisi. 

La materia del rafforzamento del nesso tra dimensione esterna ed interna della sicurezza della Ue ha fatto registrare una unanimità di vedute tra il mondo del law enforcement e la diplomazia europea: serve un rafforzamento delle politiche di sicurezza e difesa comune europea affinché le stesse siano contigue e complementari con quelle del settore Gai (politiche di sicurezza interna) ed è sempre più un imperativo il rafforzamento delle missioni civili per la gestione civile delle crisi quali contributi fondamentali alla pace e alla sicurezza internazionale.

Le missioni civili rappresentano infatti un elemento essenziale dell’approccio integrato dell’Ue alle crisi e ai conflitti esterni e sottolineano il contributo che la dimensione civile della Psdc può apportare in termini di risposta alle minacce e sfide nuove ed emergenti.

Palermo: commemorati il giudice Terranova ed il maresciallo Mancuso

Mancuso - TerranovaSono trascorsi 42 anni da quando la Mafia, il 25 settembre 1979, a Palermo, uccise il giudice Cesare Terranova ed il maresciallo di pubblica sicurezza Lenin Mancuso.

La città e la Polizia di Stato, però, non dimenticano il sacrificio di questi due servitori dello Stato, che in quegli anni bui, in una Sicilia scossa dagli omicidi mafiosi, decisero con convinzione da che parte stare.

Il maresciallo Mancuso era il poliziotto assegnato alla scorta del giudice Terranova e insieme avevano lavorato per molti anni conducendo indagini serrate contro le famiglie mafiose palermitane.

L’omicidio avvenne durante un agguato al mattino presto, mentre il giudice ed il maresciallo stavano andando a lavoro. Furono travolti da una scarica di colpi sparati da una carabina e da alcune pistole da parte di appartenenti a Cosa nostra.

Il giudice Terranova morì sul colpo. Il maresciallo Mancuso fu portato in ospedale dove morì dopo alcune ore di agonia.

deposizione coronaPer non dimenticare questi due uomini dello Stato, stamattina, a Palermo, è stata deposta una corona di fiori in loro ricordo in via De Amicis, luogo dell’eccidio, alla presenza dei familiari delle due vittime, del Prefetto, del Sindaco della città e del vicario del questore.

In loro memoria è stata poi celebrata una messa nella Chiesa presente all’interno della caserma Pietro Lungaro, sede del reparto scorte della questura palermitana.

Infine, nel chiostro della questura, il maestro palermitano Alberto Chines ha eseguito un concerto per pianoforte suonando la sonata in Si bemolle maggiore di Franz Schubert.