Karate Premier League: oro, argento e bronzo per le Fiamme oro

mangiacapra semeraro marescaSui tatami di Fujairah (Emirati Arabi Uniti) si è svolta la prima tappa del 2022 della Karate Premier League, con gli atleti della nazionale italiana che hanno vinto tre medaglie, tutte di marca Fiamme oro e tutte nella specialità kumite (combattimento).

Protagonista assoluta la karateka cremisi Alessandra Mangiacapra, che si è messa al collo la prima medaglia in carriera del circuito Premier League vincendo la finale della categoria 61 chilogrammi. Una splendida medaglia d’oro conquistata superando atlete di altissimo profilo, compresa la vicecampionessa del mondo della categoria, l’ucraina Anita Serogina, battuta in finale per 2-0.

Alessandra Mangiacapra“Sono tanto felice di come ho affrontato tutta la gara – è stato il commento di Alessandra, affidato alla sua pagina social – salendo sul tatami concentrata, determinata e affamata di vittoria incontro dopo incontro. È il mio primo oro in una Premier League e sono orgogliosa e soddisfatta per aver raggiunto questo bellissimo risultato! Ringrazio la nazionale italiana e tutto lo staff per aver creduto in me, dandomi la possibilità di rappresentare i suoi colori, il mio gruppo sportivo di appartenenza, le Fiamme oro della Polizia di Stato, in particolare il mio direttore tecnico Cinzia Colaiacomo, il mio allenatore Cristian Verrecchia, che mi ha seguita minuziosamente durante tutta la competizione, trasmettendomi tanta carica e sicurezza, ed il mio preparatore atletico Massimo Montecchiani”.

monticchiani semeraro verrecchia fiamme oro karateNella categoria 68 chilogrammi la nostra Silvia Semeraro si è confermata ai massimi livelli mondiali dimostrando un ottimo stato di forma. La karateka delle Fiamme oro è stata protagonista di una splendida gara, nella quale ha superato avversarie quotate come la campionessa olimpica in carica, fermandosi solo in finale davanti alla sua eterna rivale, l’azera Irina Zaretska che, al termine di un bellissimo incontro, le ha soffiato il gradino più alto del podio, proprio come nella recente finale dei Campionati del mondo di Dubai.

Luca MarescaOttimo ritorno in gara anche per il nostro Luca Maresca, che si è preso la medaglia di bronzo della categoria 67 chilogrammi. L’avversario era ostico, l’ungherese Yves Martial Tadissi, ma il campione cremisi lo ha sconfitto per 4-3 grazie ad una grande prestazione.

Anche Luca ha commentato la gara sulla sua pagina social: “Una medaglia pesante, che mi da tanta fiducia e voglia di continuare su questa strada per raggiungere il mio obiettivo. Grazie a tutto lo staff della nazionale italiana e delle Fiamme oro, a chi lavora tutti i giorni con me e per me”.

Grande la soddisfazione di tutto lo staff azzurro, in particolare per il tecnico del kumite Cristian Verrecchia, anche lui delle Fiamme oro, sempre prezioso per i nostri atleti, sia in allenamento che durante gli incontri.

Sergio Foffo

Bari: chiusa l’azienda dello spaccio a Bitonto

Arresto Squadra mobileEra strutturata come un’azienda, con diversi profili professionali ai quali era legato uno stipendio, regolarmente versato agli impiegati impegnati nel campo dello spaccio di stupefacenti.

L’associazione criminale è stata individuata dagli investigatori della Squadra mobile di Bari che, al termine dell’indagine iniziata nel 2017, hanno eseguito 43 misure cautelari emesse dal giudice per le indagini preliminari.

Gli indagati sono accusati di aver fatto parte di un’associazione per delinquere finalizzata al traffico di sostanze stupefacenti, con l’aggravante di aver commesso il fatto avvalendosi del metodo mafioso.

Il gruppo criminale, denominato clan Conte, era la ramificazione a Bitonto del clan Capriati di Bari, specializzato nello spaccio di cocaina, marijuana e hashish. L’attività veniva svolta prevalentemente in due piazze di spaccio: la prima nella cosiddetta Zona 167, in via Pertini, dove si trovava la roccaforte degli spacciatori; la seconda si trovava invece nel centro storico di Bitonto, nella zona della piazza del Ponte.

Le indagini presero il via per fare luce sui numerosi scontri armati per la supremazia sulle piazze di spaccio contese con il gruppo dei Cipriano, che portarono alla morte di una donna, colpita da un colpo vagante sparato in uno dei conflitti a fuoco.

L’attività investigativa ha accertato che l’organizzazione prevedeva diverse “figure professionali” con differenti responsabilità e relativo stipendio settimanale legato al livello di rischio: la vedetta, che percepiva da 300 a 500 euro; lo spacciatore, che guadagnava mille euro; la guardia armata sui tetti, che arrivava a percepire 1.500 euro, proprio come il responsabile di piazza, che si occupava di organizzare i turni dei rifornimenti e per il quale, a seconda degli obiettivi raggiunti, era previsto un “premio di produzione” che poteva arrivare a 5mila euro al mese.

Poi c’erano i custodi della droga, i custodi del denaro, gli steccatori, i corrieri e i referenti della contabilità. Non mancavano anche le classiche gratifiche natalizie, con tanto di panettoni e bottiglie.

Per tutti, appuntamento il venerdì nella sede centrale per il pagamento, direttamente dalle mani del boss.

I frutti di tale organizzazione erano tangibili perché gli incassi medi giornalieri andavano da 20 a 30mila euro, grazie alla vendita, ogni mese, di circa 30-40 chilogrammi tra cocaina, hashish, marijuana e il suo derivato amnèsia.

Smantellata anche la fitta rete di videosorveglianza, abusivamente installata nelle vie limitrofe alle due piazze di spaccio, che consentiva di dare l’allarme in caso di visite indesiderate e di “controllare il lavoro dei dipendenti”.

Milano: rapine con furgone per disabili rubato

Milano furgone disabili usato per le rapineCon un mezzo rubato, adibito al trasporto dei disabili, hanno compiuto 5 rapine in poco più di due ore nei comuni di Milano, di Sesto San Giovanni e Cormano.

I responsabili, due giovani di 24 e 25 anni, sono stati intercettati e arrestati poco dopo dai poliziotti dei commissariati di Cinisello Balsamo, Sesto San Giovanni e dalla Polizia stradale di Milano sulla A4 in direzione Venezia. Un terzo uomo è riuscito a fuggire.

Le rapine sono state compiute tutte nella stessa mattina tra le ore 7.10 e le ore 9.40: la prima ai danni di una signora che dopo esser stata bloccata con un coltello alla gola è stata rapinata della borsa; poi è toccato ad un ragazzo a cui i rapinatori hanno tagliato una parte dei pantaloni per impossessarsi del telefono e del portafoglio.

Poco dopo, un ragazzino di 13 anni, sotto la minaccia di un coltello, è stato rapinato del telefonino e del denaro che aveva con sé; la quarta rapina, invece, è stata consumata ai danni di un signore anziano che è stato fatto cadere a terra e rapinato del borsello, mentre la quinta si è verificata ai danni di una signora a cui è stata portata via la borsa con due telefoni e soldi in contanti.

La Polizia, immediatamente allertata dagli episodi di violenza, ha fatto scattare le ricerche della monovolume e alle 11.30 l’ha individuata in un’area di servizio dove i rapinatori erano fermi per far rifornimento. I giovani sono stati identificati anche attraverso il riconoscimento fotografico e durante la perquisizione, gli agenti hanno ritrovato gran parte della refurtiva che successivamente è stata riconsegnata ai legittimi proprietari.

La monovolume era stata rubata in Piemonte ad una famiglia con un disabile e il mezzo era stato acquistato attraverso una colletta effettuata dai concittadini.

Agrigento: morte in mare di 7 immigrati, in carcere lo scafista

operazioneIndividuato dalla Squadra mobile di Agrigento lo scafista che il 25 gennaio scorso ha trasportato nel territorio italiano 287 cittadini extracomunitari irregolari, prevalentemente di origine bengalese, trasportandoli dalle coste libiche verso le acque territoriali italiane.

La traversata, effettuata a bordo di un sovraffollato barcone di circa 16 metri, si è conclusa con la morte, per ipotermia, di sette cittadini bengalesi, a causa delle disumane condizioni di viaggio.

L’attività della Polizia ha permesso inoltre di identificare le vittime, grazie ad un eccezionale lavoro tra la Squadra mobile ed il Consolato bengalese.

Lo scafista, un 38enne egiziano a cui è stato contestato anche il reato di morte come conseguenza di altro delitto, è stato sottoposto a fermo anche grazie alle testimonianze dei migranti superstiti.

Nei confronti dell’indagato era già stata emessa una condanna definitiva per il reato di favoreggiamento dell’immigrazione clandestina, commesso nel settembre del 2011 a Pozzallo (Ragusa).

Sono finiti in carcere anche due cittadini tunisini, giunti irregolarmente nel territorio dello Stato, il primo condannato per i reati di violenza sessuale, atti persecutori e minacce, l’altro per falso contro la fede pubblica.

Foggia: 2 arresti per attentato dinamitardo

La Squadra mobile di Foggia ha arrestato due persone, padre e figlio, per detenzione, porto di materiale esplosivo e danneggiamento, tutti aggravati dal metodo mafioso. Per il solo padre è scattata anche l’accusa di tentata estorsione.

Gli arrestati, il 9 gennaio scorso, hanno fatto esplodere un ordigno all’esterno di un esercizio commerciale di Foggia.

Gli investigatori hanno utilizzato le numerose immagini riprese dalle telecamere pubbliche e private della città, grazie alle quali hanno potuto risalire all’identità dei responsabili del fatto.

Dare un volto ai due criminali è stato particolarmente complesso perché durante il tragitto i due si sono liberati di parte degli indumenti ma, grazie alle caratteristiche fisico-somatiche e al ritrovamento, dopo una perquisizione, di vestiario usato durante il compimento del reato, gli agenti sono riusciti ad identificare i colpevoli.

Il padre è legato da vincoli di parentela con il capo della “batteria” foggiana Triscuoglio-Prencipe-Tolonese nonché fratello di una persona in carcere per associazione mafiosa.

Secondo gli esperti del Servizio polizia scientifica, l’ordigno ha avuto un alto potenziale distruttivo che, qualora ci fossero state persone nei paraggi, avrebbe potuto causare vittime e feriti.