Vittime di mafia, oggi è la giornata della memoria

vittime di mafiaOggi si celebra la “Giornata della Memoria e dell’Impegno in ricordo delle vittime delle mafie”.

Una ricorrenza giunta ormai alla 27^ edizione ma che è stata instituita formalmente nel 2017 con una legge dello Stato.

Una ricorrenza voluta fortemente da 2 donne, la mamma di Roberto Antiochia, poliziotto morto al fianco del commissario Antonio “Ninni” Carrarà nel 1985 a Palermo e la mamma di Antonio Montinaro, ucciso a Capaci insieme ai giudici Giovanni Falcone e Francesca Morvillo e ai due colleghi Rocco Dicillo e Vito Schifani.

Le due mamme, in collaborazione con l’associazione “Libera”, si sono impegnate a mantener vivo il ricordo delle vittime di mafia, di quel nemico dello Stato che ha causato più di mille vittime nel corso degli anni.

Nell’anno in cui si celebra il trentennale delle stragi di Capaci e via D’Amelio assume ancor più significato mantenere viva e forte la memoria di chi non c’è più- Sono diverse le iniziative che la Polizia di Stato sta mettendo e metterà in campo nel 2022.

La Quarto Savona 15L’associazione “Quarto savona quindici”, nata da un’idea di Tina Montinaro, la moglie di Antonio, sarà impegnata in un tour itinerante dove esporrà in varie città italiane la teca contenente i resti dall’auto su cui viaggiava la scorta del giudice Falcone.

Le prossime date saranno, dal 24 al 27 marzo a Bologna, dal 3 al 5 aprile a Pistoia, dal 12 al 13 aprile a Padova e dal 20 al 24 aprile a Pescara-Teramo-Roseto-Pineto.

A Palermo invece già dallo scorso novembre la questura ha inaugurato la mostra il “Branco di Velasco”, un progetto espositivo realizzato grazie alla collaborazione con la “Fondazione Falcone“. Un opera contemporanea realizzata con materiale di recupero composta da 53 sculture, al momento esposta presso il Palazzo dei Normanni di Palermo.

vittime camorraMa mafia non è solo Cosa Nostra: la ferocia della Camorra ha portato via tante giovani vite anche di diversi poliziotti tra i quali ricordiamo Andrea Mormile maresciallo della squadra mobile di Napoli ucciso a colpi di mitra, Salvatore d’Addario ferito a colpi di pistola e poi travolto dal furgone dei criminali e Vittorio Esposito ucciso durante un conflitto a fuoco tra clan rivali.

Messina: matrimoni di comodo per il permesso di soggiorno, 7 indagati

operazioneArrestate 4 persone, per associazione per delinquere finalizzata al favoreggiamento dell’immigrazione clandestina. Un altro componente del gruppo è ancora ricercato.

A Messina con l’operazione “stranamore”, la Squadra mobile ha fatto luce su un’associazione criminale transnazionale finalizzata ad eludere la normativa nazionale in materia di immigrazione attraverso matrimoni fittizi.

Gli arrestati, insieme ad almeno altri due indagati non identificati ed attivi in territorio francese, hanno strutturato un’associazione in grado di organizzare matrimoni di comodo tra cittadini italiani ed extracomunitari, al fine di far ottenere loro il permesso di soggiorno per motivi familiari.

Il compenso per il finto coniuge variava tra i 2.500 e i 3mila euro mentre le spese complessive per la persona interessata ad ottenere il titolo di soggiorno superavano, in alcuni casi, i 10mila euro.

Il gruppo, capeggiato da un cittadino marocchino residente a Messina e di cui facevano parte due donne italiane alle quali era demandato anche il compito di individuare le finte spose, si occupava di curare ogni dettaglio connesso alle future nozze, di ripartire i compiti e di gestire i pagamenti per tutti i partecipanti alla “cerimonia”.

Gli indagati si preoccupavano, quindi, di far incontrare i futuri coniugi, di seguire tutta la trafila amministrativa propedeutica alla cerimonia presso i vari consolati, di reclutare i testimoni di comodo e di reperire gli alloggi per simulare la coabitazione in vista dei controlli successivi.

Nulla era lasciato al caso: venivano acquistate le fedi (20 euro di valore), anticipate le spese per l’acconciatura e l’abito; se necessario, venivano gestite anche le pratiche per il divorzio da matrimoni precedenti ed impartite le istruzioni sul comportamento da tenere in occasione dei controlli di polizia volti alla verifica della effettiva convivenza.

Anche nell’ipotesi in cui la richiesta di soggiorno fosse stata rigettata, la banda si preoccupava di seguire tutta la procedura per il ricorso.

Il mancato accoglimento dell’istanza poteva derivare, in alcuni casi, dalla inattendibilità delle riposte fornite da uno degli sposi durante l’istruttoria; emblematico un caso in cui un uomo non solo non ricordava la data del matrimonio, ma non sapeva neanche descrivere le più elementari abitudini di vita coniugale quotidiana.