Via Fani: 44 anni fa la strage della scorta di Aldo Moro

commemorazione via faniQuesta mattina a Roma è stata commemorata la strage di via Fani (foto) dove, il 16 marzo 1978, furono uccisi tre agenti di polizia e due carabinieri che componevano la scorta dell’onorevole Aldo Moro, presidente della Democrazia Cristiana. Il politico, in quella circostanza, fu rapito da appartenenti all’organizzazione terroristica Brigate Rosse.

Durante la cerimonia, un picchetto interforze, composto da personale della Polizia di Stato, dell’Arma dei carabinieri e della Guardia di finanza, ha reso omaggio al vicebrigadiere di pubblica sicurezza Francesco Zizzi, alle guardie di pubblica sicurezza Raffaele Iozzino e Giulio Rivera, al maresciallo maggiore dei carabinieri Oreste Leonardi e all’appuntato dei carabinieri Domenico Ricci.

commemorazione via faniSul luogo dell’eccidio sono state deposte delle corone d’alloro da parte del presidente della Repubblica, degli altri organi costituzionali dello Stato e delle Autorità locali.

Anche il capo della Polizia Lamberto Giannini e il comandante generale dell’Arma dei carabinieri Teo Luzi, presenti alla cerimonia, hanno deposto due corone in ricordo dei poliziotti e dei carabinieri uccisi nell’attentato terroristico.

I 3 giovani poliziotti, il 16 febbraio del 1979 furono insigniti della Medaglia d’oro al Valor civile, e i loro nomi sono incisi anche nelle piccole lapidi del Sacrario presente alla Scuola superiore di Polizia.

La storia

Roma, ore 9 del 16 marzo 1978. In via Mario Fani, l’auto con a bordo Aldo Moro e quella della scorta, furono bloccate all’incrocio con via Stresa da un commando delle Brigate Rosse. I terroristi aprirono immediatamente il fuoco, e in pochi secondi uccisero i cinque uomini della scorta e sequestrarono Moro, lo statista della Democrazia Cristiana poi ucciso dopo 55 giorni di prigionia.

strage via faniSul luogo della strage furono trovati, dentro un’Alfa Romeo Alfetta, il cadavere della guardia di pubblica sicurezza Giulio Rivera e il corpo agonizzante del vicebrigadiere di pubblica sicurezza Francesco Zizzi; nella Fiat 130, su cui viaggiava Moro e che precedeva l’Alfetta, i cadaveri dell’appuntato dei Carabinieri Domenico Ricci e del maresciallo dei Carabinieri Oreste Leonardi; a terra, vicino all’auto, la guardia di pubblica sicurezza Raffaele Iozzino.

Alle 9.03 una telefonata anonima al 113 informava di una sparatoria con numerosi colpi di arma da fuoco esplosi in via Fani.
 

Nuoto paralimpico: alle World series 17 medaglie per le Fiamme oro

World series nuoto paralimpicoSi è da poco conclusa a Lignano Sabbiadoro (Udine) la tappa italiana delle Para swimming world series di nuoto paralimpico, il principale circuito mondiale del nuoto paralimpico, alla quale hanno partecipato 380 atleti provenienti da 38 nazioni.

Nella piscina olimpica coperta del Bella Italia Efa village, sono scesi in acqua 54 nuotatori italiani che hanno conquistato un bottino di 25 medaglie, 10 d’oro, 7 d’argento e 8 di bronzo.

Protagonisti assoluti i portacolori delle Fiamme oro, capaci di mettere in bacheca ben 17 medaglie, 7 d’oro, 4 d’argento e 6 di bronzo:

400 stile libero
Oro – Antonio Fantin
Bronzo – Simone Barlaam

50 dorso
Oro – Monica Boggioni
Bronzo – Giulia Ghiretti

100 stile libero
Argento – Simone Barlaam
Bronzo – Stefano Raimondi

200 stile libero
Oro – Francesco Bocciardo

50 stile libero
Argento – Simone Barlaam
Bronzo – Stefano Raimondi

200 misti  
Oro – Carlotta Gilli

100 farfalla
Oro – Carlotta Gilli

50 rana
Oro – Efrem Morelli

100 dorso
Oro – Simone Barlaam

50 rana
Argento – Angela Procida

50 farfalla
Bronzo – Giulia Ghiretti

Per gli atleti azzurri la gara era valida anche come campionato italiano invernale, nei quali i portacolori delle Fiamme oro hanno dominato conquistando 31 medaglie d’oro e una d’argento.

Grande la soddisfazione del direttore tecnico delle squadre nazionali Riccardo Vernole, e dello staff delle Fiamme oro.

Caserta: ragazzi ucraini nella palestra delle Fiamme oro

fiamme oroAccoglienza e solidarietà nella palestra del Gruppo sportivo delle Fiamme oro di Marcianise (Caserta). Da qualche giorno la nostra palestra ha come frequentatori due ragazzini ucraini, di 8 e 11 anni, che insieme alla loro mamma sono ospitati da una famiglia di Marcianise.  

Prima che la guerra li costringesse a lasciare il loro Paese, come tanti bambini della loro età si erano dedicati alle attività sportive, appassionandosi al pugilato e alle arti marziali, mostrando anche una particolare attitudine verso queste discipline.

I due giovani sportivi, avendo saputo della presenza della palestra gestita dal Gruppo sportivo della Polizia di Stato, hanno chiesto di poter riprendere ad allenarsi e i poliziotti hanno esaudito il loro desiderio, inserendoli nel circuito dei ragazzi che frequentano il centro.

fiamme oroLa palestra di Marcianise, con questa azione, continua a rappresentare un simbolo: nata per offrire ai giovani un punto di incontro, anche di confronto, dove gli allenamenti si svolgono secondo i valori di riferimento dello sport, come il rispetto per l’avversario e la capacità mentale di superare le sconfitte, oggi più che mai offre il proprio contributo per stare vicino a chi ha più bisogno, come i giovani ragazzi ucraini.

Per loro, indossare di nuovo i guantoni da box e stare insieme ai propri coetanei è un modo per affrontare con più serenità le privazioni che il conflitto gli ha imposto.

Brescia: sventato assalto ad un caveau, 31 arresti

Erano pronti ad assaltare il caveau di un istituto privato di vigilanza in provincia di Brescia in cui erano custoditi gli incassi raccolti dagli esercizi commerciali della zona per circa 80 milioni di euro.

Sono finiti in manette 31 persone specializzate in assalti a furgoni blindati e caveau, in gran parte provenienti da Cerignola (Foggia). Fra coloro finiti in carcere figurano anche due guardie giurate “infedeli”, dipendenti dell’istituto di vigilanza obiettivo della rapina, accusati di aver svolto il ruolo di basisti.

Durante l’operazione sono stati inoltre sequestrati 4 kalashnikov, 1 fucile a pompa, una mitraglietta UZI, una pistola (con svariate munizioni), 21 bottiglie Molotov e chiodi a quattro punte.

Gli arrestati che si erano radunati ed erano pronti ad entrare in azione nella tarda serata di ieri, erano ignari di essere monitorati dalla Squadra mobile di Brescia, dal Servizio centrale operativo e dal Raggruppamento speciale operativo Carabinieri, con il coordinamento operativo della Direzione centrale anticrimine della Polizia di Stato.

Gli investigatori hanno seguito i movimenti degli arrestati dallo scorso ottobre, documentando tutte le fasi della pianificazione del colpo, tra cui i sopralluoghi e i viaggi dalla Puglia verso il bresciano dei vari componenti del gruppo criminale; attraverso le intercettazioni telefoniche ed ambientali, poi, è stato possibile monitorare la cura maniacale degli aspetti logistici, tra cui il reperimento degli alloggi presso strutture ricettive che omettevano la comunicazione dei dati dei clienti, per evitare i consueti controlli della Questura.

Gli indagati, con precedenti penali, alcuni ritenuti collegati a clan del foggiano e cosche di ‘ndrangheta, nei mesi precedenti avevano rubato circa venti autovetture, furgoni e camion destinati ad essere dati alle fiamme allo scopo di isolare l’area d’interesse ed impedire l’intervento delle Forze di Polizia; nella loro disponibilità anche una ruspa che sarebbe servita per sfondare la parete blindata del caveau.

La strategia dei rapinatori era quella di intervenire contemporaneamente partendo da luoghi diversi, comunicando con telefoni dedicati ed apparati radio. Un primo gruppo era pronto a muoversi da un capannone industriale a Cazzago S. Martino (dove erano stati nascosti i mezzi rubati) mentre altri due gruppi erano pronti a partire da due “covi” di cui uno a Gardone Val Trompia e l’altro a Ospitaletto.

L’operazione anticrimine è stata condotta contestualmente su tutti e tre questi obiettivi, impiegando oltre 300 uomini e mezzi speciali, con il determinante intervento dei poliziotti del Nucleo Centrale Operativo di Sicurezza (NOCS).

Le indagini sono il frutto di un lavoro sinergico e di stretto raccordo operativo tra il personale della Polizia di Stato e dell’Arma dei Carabinieri, in cui sono state coinvolte anche le Squadre mobili di Foggia, Milano, Venezia, Padova, Monza, Bergamo, Reggio Emilia, Verona, Piacenza, Parma, Cremona ei militari del Comando Provinciale Carabinieri di Brescia.

Adesione alla Campagna “Cerco un uovo per amico”

Cerco un uovo per amicoIl “bambino con l’imbuto” vuol essere un’immagine di gioia nonostante il dolore e rappresenta il logo dell’Associazione Italiana per la Lotta al Neuroblastoma che, in questi giorni, promuove la Campagna pasquale “Cerco un uovo amico” patrocinata dalla Polizia di Stato.

Acquistando queste uova aiuterete la ricerca contro il Neuroblastoma, tumore che colpisce generalmente in età prescolare i bambini, prima causa di morte entro il primo anno di vita e terzo tumore per frequenza dopo le leucemie e i tumori cerebrali pediatrici.

Cerco un uovo per amicoSi può aderire alla campagna tramite il sito dell’associazione, www.neuroblastoma.org,  andando alla sezione “ANB Store” dedicata a “Cerco un uovo amico”, oppure telefonando al numero 010-6018938 o scrivendo all’indirizzo di posta elettronica pasqua@neuroblastoma.org.

Gli obiettivi portati avanti dall’Associazione e dalla Fondazione Italiana per la Lotta al Neuroblastoma sono quelli di aiutare a finanziare Progetti di ricerca per la cura di questo tumore con la speranza di renderlo curabile. La finalità è, in particolare, quella di creare percorsi d’eccellenza innovativi come la conoscenza biologica e genomica della malattia, mappatura del DNA e del genoma, individuazione di farmaci innovativi e inibitori di geni “cattivi”, medicina di precisione e degli studi di immunoterapia che possano consolidare i risultati fino ad ora ottenuti.