Oggi si celebra la festa della Liberazione dell’Italia dal nazifascismo.
Tutti conoscono le gesta della Resistenza che, dall’armistizio dell’8 settembre 1943, combatté con eroismo le forze di occupazione.
Poco noto invece il contributo, in termini di valore e sacrificio, che diedero gli uomini della Polizia italiana durante la guerra di liberazione.
Furono parte attiva durante gli scontri con le forze di occupazione germaniche, a Roma tra l’8 e il 10 settembre, e nella sollevazione popolare delle Quattro giornate di Napoli.
Pur mantenendo formalmente il loro ruolo istituzionale, gli appartenti alla Polizia, nella quasi totalità, si distinsero in tante attività che favorirono la lotta antifascista.
La consegna di documenti falsi, armi e munizioni, il sabotaggio del servizio informativo richiesto dalle autorità nazifasciste, che fu volutamente evasivo e inefficiente, furono attività strategicamente preziose per la resistenza ma pericolosissime, tanto che furono decine i poliziotti arrestati, torturati, uccisi e deportati per l’impegno a fianco dei partigiani.
Non vanno dimenticati i reparti che, per intero, disertarono unendosi alle formazioni combattenti per la liberazione dando un contributo essenziale alla cacciata delle forze occupanti.
In ricordo dei caduti della Polizia per mano delle forze nazifasciste sono state posate numerose pietre d’inciampo in diverse località italiane.
Sono tutte giovanissime di età compresa tra i 14 e i 15 anni e sono state indagate per le violenze perpetrate sia attraverso i social che fisicamente, a coetanee a cui riservavano botte, schiaffi e sputi.
Spesso i pestaggi venivano ripresi con il telefonino e messi online sui social.
La Squadra mobile di Siena ha eseguito 10 perquisizioni emesse dalla procura per i minorenni di Firenze nei confronti delle componenti di una baby gang tutta al femminile. Le indagini nei confronti del gruppo hanno preso il via alla fine di dicembre scorso sulla base della denuncia di una vittima che aveva subito in più occasioni, violente aggressioni.
Gli approfondimenti investigativi hanno consentito di identificare le giovani e stabilirne i ruoli all’interno del gruppo.
È emerso che le indagate utilizzavano qualunque pretesto futile per umiliare, offendere e deridere le vittime sui social; spesso le adolescenti riuscivano a fissare degli appuntamenti in cui le vittime venivano aggredite e filmate aggiungendo ulteriore umiliazione e aumentando il timore del gruppo.
Le aggressioni, almeno 10, come verificato attraverso i filmati postati sui social media, la messaggistica WhatsApp e le “Storie” di Instagram, hanno evidenziato come il modus operandi fosse sempre lo stesso: le giovani vittime erano attirate con l’inganno e costrette a recarsi in luoghi appartati con minacce; qui venivano affrontate dalla leader del gruppo, spalleggiata e coadiuvata dalle altre, che riprendevano la scena con i telefonini.
Oggi si celebra la giornata mondiale del libro, istituita nel 1996 dall’Unesco per promuovere la lettura, la pubblicazione dei libri e la tutela del copyright.
Un’occasione per avvicinarsi alla lettura anche attraverso le pubblicazioni edite dalla Polizia di Stato dove troverete argomenti di attualità e approfondimenti su temi che riguardano il nostro lavoro al servizio delle comunità e informazioni di interesse per il cittadino.
Acquistando i nostri libri, poi, si consentirà, con l’intero ricavato, di alimentare un fondo che fa capo al “Piano Marco Valerio”, il progetto che sostiene le famiglie dei poliziotti con figli minorenni affetti da gravi patologie croniche e degenerative.
Quindi buona lettura con le nostre proposte editoriali.
POLIZIAMODERNA
Cultura e solidarietà, gli stessi valori che dal 1949 sono alla base di Poliziamoderna. Abbonandovi o regalando un abbonamento alla nostra rivista ufficiale, ogni mese, potrete trovare approfondimenti, inchieste e inserti su argomenti di attualità raccontati da poliziotti e da giornalisti professionisti.
POLIZIA E MOTORI – LA LUNGA STRADA INSIEME
Le auto sono da sempre una delle passioni di noi italiani e la Polizia, nei suoi ormai 170 anni di storia, ha avuto in dotazione generazioni di mezzi sempre al passo con i tempi. Il volume “Polizia e motori – la lunga strada insieme” è dedicato alle auto e moto che hanno fatto parte e continuano a segnare la nostra storia. Con immagini e didascalie potrete scoprire e conoscere le caratteristiche che hanno reso alcuni di questi mezzi dei pezzi da collezione. Il libro, curato dal giornalista di Quattroruote Emanuele Murino, si può richiedere tramite la mail museoautopolizia@interno.it. Altra modalità per averlo è andare direttamente al Museo delle Auto della Polizia di Stato in via dell’Arcadia n° 20 a Roma.
CANI&EROI – STORIE DI POLIZIOTTI DAL FIUTO SPECIALE
“Cani&Eroi- storie di poliziotti dal fiuto speciale” è invece il libro con le foto e le storie dei compagni di lavoro dei poliziotti cinofili. I nostri colleghi a quattro zampe sono i protagonisti insostituibili e affidabili in tante operazioni di Polizia e nei soccorsi in caso di calamità. Il libro si apre con il titolo “Amici da sempre” dedicato allo speciale rapporto che si instaura tra il poliziotto e il cane e prosegue con le storie realmente accadute di Ares il fiero pastore tedesco in servizio a Roma, di Kira il Labrador definito la principessa dell’aeroporto di Malpensa, o di Pocho lo “Scugnizzo” delle strade di Napoli. Per non perdere le loro imprese e quelle di altri fantastici compagni di servizio potete richiedere la vostra copia del volume tramite la mail segreteria.poliziamoderna@poliziadistato.it.
IL COMMISSARIO MASCHERPA
Altra pubblicazione edita dalla Polizia di Stato è il Commissario Mascherpa, il fumetto ambientato in un immaginario commissariato di Polizia con sede nella località marittima di Diamante, in provincia di Cosenza, che narra la storia di un poliziotto del Sud alle prese con indagini e misteri da risolvere.
Fino ad oggi sono stati pubblicati 4 avvincenti volumi scritti da Luca Scornaienchi e disegnati da Jonathan Fara: La rosa d’argento, Mare nero, Banditi e Onorata sanità; per averli basta seguire le indicazioni al seguente link https://poliziamoderna.poliziadistato.it/articolo/4455bd8433f0e8f7614025204.
Vi ricordiamo che è possibile seguire i casi del commissario Mascherpa anche sulla rivista ufficiale della Polizia di Stato Poliziamoderna.
Con la proposta del Questore di Napoli, il Tribunale ha emesso due decreti di sequestro di beni, finalizzati alla confisca, ai sensi della normativa di prevenzione antimafia, nei confronti di due pluripregiudicati appartenenti al clan camorristico dei Moccia.
Ad uno di essi che attualmente è in carcere per i reati di turbativa d’asta, estorsione consumata e tentata, porto di armi abusivo, il decreto ha disposto il sequestro di un patrimonio di circa 6 milioni di euro composto da numerosi immobili, imprese nel settore dei parcheggi e autorimesse e rapporti finanziari.
All’altro, che attualmente si trova agli arresti domiciliari per scontare la pena a 8 anni e 4 mesi di reclusione per associazione per delinquere di tipo mafioso ed estorsione aggravata dal metodo mafioso, il decreto ha disposto il sequestro di un patrimonio di circa 360 mila euro composto da un appartamento e 6 rapporti finanziari.
L’attività della Polizia è riuscita a documentare come nel corso degli anni i due camorristi hanno accumulato una ricchezza non giustificata dall’entità di redditi leciti dichiarati.
Il direttore Centrale Anticrimine, Francesco Messina, ha commentato l’operazione affermando che “I 6,5 milioni di euro in beni di vario tipo, sequestrati su proposta del Questore di Napoli, si sommano agli oltre 740 milioni sequestrati a partire dal 2020 dalla Polizia di Stato, in attuazione della strategia di contrasto all’accumulo di patrimoni illeciti portata avanti dalla Direzione centrale anticrimine mediante le misure di prevenzione patrimoniali proposte dai questori, talvolta in forma congiunta con le procure competenti.
Siamo convinti che l’ablazione dei beni rappresenti un’arma formidabile che indebolisce le organizzazioni criminali incidendo sulla loro capacità di riorganizzarsi quando colpite dalle operazioni di polizia giudiziaria. Rispetto a queste ultime, il potere di proposta di misure di prevenzione patrimoniali – riconosciuto per legge ai questori della Repubblica – si pone come uno strumento complementare e del tutto irrinunciabile ai fini dell’efficace azione di contrasti alle mafie.
La rilevanza in ambito provinciale della figura del questore quale dominus dell’azione di polizia di prevenzione appare così confermata dall’attivazione del potere di proposta e ciò segnatamente in funzione della tutela dell’equilibrio socio-economico del territorio di competenza, laddove in esso sussistano fondati sospetti di inquinamento ad opera di organizzazioni criminali strutturate.
I sequestri di oggi hanno riguardato due soggetti collegati ad un clan storico e tradizionalmente attivo nella città di Napoli, che disponevano di immobili ed attività economiche del tutto ingiustificati rispetto alle loro capacità reddituali, per cui si presume un legame con gli introiti dell’organizzazione camorristica.
Tali beni – come gli altri già sequestrati in precedenza – potranno essere ora avviati verso la restituzione alla collettività”.
Nel luglio del 1944 gli uffici della questura di Udine vennero circondati dalle SS ed una quarantina di poliziotti vennero arrestati perché sospettati di attività antinazista. Dieci di loro furono deportati nei campi di concentramento e solo uno riuscì a sopravvivere, segnato però indelebilmente da quei tragici fatti. A non fare ritorno furono il vice commissario aggiunto Filippo Accorinti, la guardia di ps Alberto Babolin, il vice brigadiere Bruno Bodini, l’applicato di ps Giuseppe Cascio, la guardia di ps Mario Comini, il commissario Antonino D’Angelo, la guardia di ps Anselmo Guido Luigi Pisani, il vice commissario Mario Savino ed il commissario Giuseppe Sgroi.
In ricordo dei 9 poliziotti uccisi per aver difeso la popolazione dalle violenze naziste, questa mattina, nove pietre d’inciampo sono state posate, alla presenza del capo della Polizia Lamberto Giannini, in via Treppo, sede dell’allora Questura che oggi ospita il Conservatorio statale di musica Jacopo Tomadini. La cerimonia, moderata dall’assessore alla cultura del comune di Udine, Fabrizio Cigolot e fortemente voluta dal questore di Udine Manuela De Bernardin, dal sindaco Pietro Fontanini e dalla locale sezione dell’Associazione nazionale Polizia di Stato, si è svolta alla presenza di alcuni familiari dei nove caduti e del figlio del maresciallo Spartero Toschi, l’unico sopravvissuto. L’intento è quello di restituire alla coscienza collettiva il ricordo di questi valorosi poliziotti che hanno sacrificato la propria vita per difendere la collettività ed i valori di civiltà, umanità e giustizia.
Nel suo intervento conclusivo, il capo della Polizia Giannini ha evidenziato come “Queste pietre d’inciampo ricorderanno per sempre storie importanti che per noi sono esempi luminosi nei momenti più difficili perché i nostri caduti rappresentano la nostra Stella Polare” il Prefetto ha poi proseguito sottolineando l’importanza della presenza dei giovani e dell’interesse loro dimostrato per la cerimonia e ha ribadito e concluso “noi ce la metteremo tutta per garantire loro un futuro di crescita democratica”.
Per l’occasione, Mario Savino, in rappresentanza dei familiari dei nove poliziotti, ha voluto ringraziare la Polizia di Stato e gli organizzatori della cerimonia per aver onorato la memoria di questi giovani agenti che, senza mai esitare, si immolarono in difesa di libertà e democrazia. La giornata è stata arricchita dal commovente monologo dell’attrice Gioia D’Angelo, nipote del commissario Antonino D’Angelo e dalle riflessioni degli studenti del Liceo classico Stellini, presenti all’evento.
Le pietre, infine, hanno ricevuto la benedizione da parte dell’arcivescovo di Udine Andrea Bruno Mazzoccato.
Nell’atrio di Palazzo Morpungo, luogo della cerimonia, è stata allestita, inoltre, la mostra “2022–Pietre d’inciampo”, curata da Silvia Bianco e Anna Colombi e composta da pannelli biografici, uniformi e materiali d’epoca allestita per ricordare i tragici eventi che in quegli anni bui colpirono la questura e la città di Udine.
Conclusa la cerimonia il capo della Polizia ha raggiunto la Questura per deporre un mazzo di fiori presso la stele commemorativa dedicata ai nove caduti e per incontrare una rappresentanza di personale della Polizia di Stato e dell’Amministrazione civile.