Trieste: al via il corso per poliziotti investigatori

corso di alta specializzazione per investigatoriQuesta mattina, presso la Scuola Allievi Agenti della Polizia di Stato di Trieste, alla presenza del Direttore Centrale Anticrimine della Polizia di Stato, Francesco Messina, è stato inaugurato il primo corso di alta specializzazione per operatore di tecniche investigative e metodologie di indagine patrimoniale in ambito penale e di prevenzione.

Grazie al percorso formativo, le donne e gli uomini degli uffici investigativi della Polizia di Stato saranno in grado di poter meglio svolgere indagini di ampio respiro, rispondendo alle esigenze di tutela delle vittime dei reati e alle istanze di giustizia e legalità provenienti dall’intera collettività e garantendo, allo stesso tempo, elevati livelli di operatività all’Autorità Giudiziaria.

La formazione – della durata di tre settimane – è destinata a poliziotti provenienti da ogni parte d’Italia, che già prestano servizio nelle Squadre mobili, nelle Divisioni anticrimine, nelle Digos, nella Polizia Postale, nelle squadre investigative dei Commissariati, della Polizia stradale e ferroviaria.

Obiettivo del corso è accrescere ed affinare il sapere investigativo delle operatrici e degli operatori, che oggi sono chiamati a prevenire e contrastare fenomeni criminali sempre più complessi, dinamici e al passo coi tempi.

Alla presentazione del piano di formazione erano presenti il direttore del Servizio centrale operativo Fausto Lamparelli, il direttore del Servizio polizia scientifica Luigi Rinella ed il direttore del Servizio centrale anticrimine Giuseppe Linares.

corso di alta specializzazione per investigatoriCome ha sottolineato il direttore Messina, la Polizia di Stato, per il tramite della Direzione centrale anticrimine, continua ad investire sulla formazione del proprio personale impegnato in prima linea nel contrastare ogni forma di criminalità. Il corso, infatti, mette a fattor comune l’esperienza investigativa maturata nel tempo, espandendola ed aggiornandola, allo scopo di formare un investigatore moderno e multitasking, che lavori in squadra e che padroneggi tutti gli strumenti giuridici e tecnologici che l’ordinamento gli mette a disposizione, con particolare riguardo al settore dell’aggressione ai patrimoni illeciti accumulati dalle organizzazioni criminali.

Proprio le indagini patrimoniali funzionali alle misure di prevenzione proposte dai Questori rappresentano uno degli argomenti a cui sarà dedicato maggiore spazio in queste tre settimane di formazione, come altre materie innovative che oggi un investigatore deve saper padroneggiare, come l’utilizzo dell’intelligenza artificiale associata alle nuove banche dati in uso alla Polizia di Stato, l’analisi massiva dei tabulati telefonici e dei nuovi sistemi di messagistica criptata,  l’utilizzo del DNA, la ricerca dei latitanti pericolosi, la prevenzione delle infiltrazioni criminali nella concessione dei benefici economici varati per l’emergenza pandemica, ed altro ancora.

Operazione contro la pedopornografia, 31 indagati

Polizia postale e delle comunicazioniCon l’operazione “Luna”, la Polizia postale di Trieste e Udine, coordinata del Servizio polizia postale e delle comunicazioni, ha eseguito 32 perquisizioni su tutto il territorio nazionale, 25 nei confronti di maggiorenni e 7 nei confronti di minori; l’attività investigativa ha consentito l’arresto di una persona e la denuncia di altre 30 per detenzione, cessione e divulgazione di materiale pedopornografico.

L’operazione è scaturita a seguito dell’analisi del materiale informatico sequestrato ad un cittadino di Udine, arrestato lo scorso anno nel corso di un’altra indagine e successivamente condannato per detenzione, divulgazione e produzione di materiale pedopornografico.

Gli specialisti della Polizia postale, tramite software di analisi forense, sono riusciti a ricostruire la vasta rete di contatti dell’arrestato che scambiava numerosi link contenenti immagini e video riproducenti atti di sfruttamento sessuale in danno di minori con le persone denunciate oggi.

Attraverso il coordinamento del Centro nazionale di contrasto della pedopornografia online (Cncpo), è stato possibile attivare il network di cooperazione internazionale per individuazione gli utenti coinvolti.

All’operazione hanno preso parte oltre sessanta specialisti in Friuli Venezia Giulia, Lombardia, Piemonte, Liguria, Emilia Romagna, Marche, Toscana, Lazio, Campania, Calabria, Sicilia e Sardegna.

L’attività investigativa ha fatto emergere, nel complesso, la detenzione di migliaia di file di natura pedopornografica, raffiguranti minori anche al di sotto dei 5 anni, coinvolti in atti sessuali violenti.

Il trend nel contrasto alla pedopornografia online segna un costante aumento dei casi e recentemente vede coinvolti nella detenzione e divulgazione di file illeciti anche minorenni.

Nell’indagine, durante le perquisizioni effettuate nei confronti di alcuni minorenni è stata rilevata la presenza di software per l’anonimizzazione in Rete, oltre alla creazione di chat in cui i ragazzi si proponevano quali intermediari a pagamento per la distribuzione di materiale pedopornografico all’interno di spazi cloud protetti.

In altri casi i minorenni, pur non essendo interessati alla diretta fruizione del materiale illecito, si erano resi protagonisti della divulgazione di materiale pedopornografico in favore di interlocutori a loro sconosciuti, dietro la rassicurazione di essere ripagati con premi e regalie, dimostrando scarsa consapevolezza dei rischi a cui esponevano sé stessi e i propri dati personali in Rete.