Lodi: riduzione in schiavitù e sfruttamento della prostituzione, 5 arresti

operazioneArrestati 5 nigeriani per tratta di persone, riduzione in schiavitù e sfruttamento della prostituzione. L’operazione della Squadra mobile di Lodi, in collaborazione con quelle di Milano, Campobasso e Novara, ha messo fine a un gruppo criminale, composto da tre uomini e due donne, che reclutavano e costringevano alla prostituzione ragazze nigeriane.

Le vittime erano prelevate in Libia, con l’aiuto di connazionali del posto, o direttamente da strutture di accoglienza sul territorio nazionale di cui ne facilitavano l’allontanamento.

Le ragazze, tenute in condizioni di asservimento ed alloggiate prevalentemente in un appartamento di Melegnano (Milano) venivano costrette a prostituirsi lungo la strada provinciale 40 Binasca, in piazzole controllate dal gruppo.

Le donne, che subivano ripetuti stupri e violenze, prima di arrivare in Italia erano state sottoposto a riti Voodoo che fungevano da garanzia del debito contratto dalle ragazze con l’organizzazione per raggiungere il territorio europeo. La pratica del Voodoo costituisce, specialmente per le giovani donne, un fortissimo elemento di soggezione.

Gli aguzzini, risultati vicini all’ambito della confraternita nigeriane (Cult), toglievano tutto il denaro alle vittime per l’estinzione del debito e il pagamento del vitto e l’alloggio e l’occupazione delle piazzole.

All’interno del gruppo una delle donne residente a Melegnano, svolgeva la funzione di Mamane con compiti di gestione e coordinamento dell’attività di prostituzione e raccolta del denaro, mentre l’altra donna residente a Torino si occupava anche del trasporto delle donne sui luoghi di prostituzione.

Traffico di stupefacenti, 15 arresti a Perugia

I poliziotti della Squadra mobile di Perugia hanno eseguito, questa mattina, misure cautelari nei confronti di 15 persone, che dovranno rispondere dei reati di associazione per delinquere finalizzata al traffico illecito di sostanze stupefacenti, nello specifico cocaina, detenzione e spaccio di droga, ricettazione e detenzione di armi e munizionamento.

Attraverso l’attività investigativa, iniziata a maggio 2020 e svolta con il supporto del Servizio centrale operativo della Polizia di Stato e della Direzione centrale per i servizi antidroga e di Europol, che si è occupata della proiezione internazionale, è stato possibile delineare i compiti e i ruoli di ogni indagato nella gestione e nell’approvvigionamento dello stupefacente e successivamente della vendita.

In particolare, le figure all’apice dell’organizzazione avevano attivato una serie di canali, anche esteri, di rifornimento della cocaina. Poi, una volta arrivato sul territorio, lo stupefacente veniva consegnato a uomini di fiducia che confezionavano le singole dosi e le distribuivano alle cosiddette “cellule di spaccio”, che ne curavano la vendita al dettaglio sul mercato di Perugia, Foligno, Spoleto, Terni, Macerata, Rieti e Cattolica.  Secondo quanto ricostruito dagli investigatori, anche grazie all’ausilio di intercettazioni, l’associazione sarebbe riuscita ad immettere sul mercato oltre 150 kg di cocaina in otto mesi.

Operazione Perugia 13 dicL’organizzazione poteva contare su considerevoli risorse economiche e collaboratori esterni e provvedeva anche alla logistica. Con base operativa nei territori di Foligno e Spoleto forniva a tutti i componenti, oltre alla droga già confezionata e pronta per la vendita, anche telefoni cellulari, auto fittiziamente intestate a terze persone e abitazioni.

Inoltre, in caso di arresto veniva fornita assistenza legale e, una volta terminata la detenzione, denaro come ricompensa per la fedeltà e per far fronte alle spese.

I proventi illeciti, stimati in diversi milioni di euro, sarebbero stati reinvestiti oltre che in attività commerciali nella regione Umbria, anche in Albania e in particolare in attività ricettive, site nelle località balneari più rinomate, undici degli arrestati sono infatti di nazionalità albanese.

Dei quindici indagati, nove sono stati portati in carcere, quattro sono stati sottoposti agli arresti domiciliari e a due è stato notificato l’obbligo di dimora nel comune di residenza. Quattro persone sono attualmente irreperibili sul territorio nazionale e le ricerche saranno estese anche all’estero.

L’operazione, che ha interessato i territori di Foligno, Spoleto, Terni e Rimini, è stata condotta dalla Squadra mobile di Perugia con il supporto delle Squadre mobili di Terni e Rimini e dei Reparti prevenzione crimine Umbria, Marche, Toscana, Abruzzo e delle unità cinofile della Polizia di Stato.