Arrestate 25 persone dalla Squadra mobile di Napoli per associazione a delinquere di stampo mafioso. Gli indagati, appartenenti al clan Mazzarella, operavano nelle zone di Forcella e Maddalena, dove l’attività principale messa in atto era l’estorsione.
L’attività investigativa iniziata nel 2018 dalla Squadra mobile di Napoli e dal Commissariato Vicaria, ha consentito di far luce su una serie di episodi criminosi per lo più su una diffusa attività estorsiva esercitata ai danni dei commercianti ambulanti presenti nella zona di piazza Mancini e nelle strade adiacenti del mercatino della Maddalena.
Le vittime erano costrette a pagare oppure ad acquistare la merce del clan e chi non pagava veniva picchiato anche pubblicamente come accaduto a un commerciante, schiaffeggiato mentre era al lavoro.
Indagate 7 persone appartenenti ad un’organizzazione criminale specializzata in truffe ai danni di piccole e medie imprese operanti sull’intero territorio nazionale. Nei loro confronti sono state applicate le misure cautelari dell’obbligo di dimora e della presentazione alla polizia giudiziaria, oltre al sequestro preventivo di quasi mezzo milione di euro. La Polizia postale di Brescia ha inoltre eseguito perquisizioni personali, locali e informatiche nelle province di Milano e Brescia.
Dallo sviluppo dell’attività investigativa svolta dai poliziotti della Polizia postale di Crotone, dove una delle vittime ha presentato denuncia, è emerso che il meccanismo delle truffe era basato sull’utilizzo di e-mail e Pec apparentemente riconducibili ai principali istituti bancari italiani, inviate massivamente per promuovere falsi finanziamenti per l’industria.
Alle società prese di mira dagli indagati, veniva prospettata la possibilità di accedere a finanziamenti per piccole e medie imprese garantiti da Cassa Depositi e Prestiti, la sola condizione imposta per l’erogazione del prestito era la sottoscrizione di una polizza assicurativa, con versamento di premio unico iniziale corrispondente al 1,2% o 1,4% del valore della somma erogata. Il pagamento di tali premi confluiva di fatto su conti correnti esteri nella disponibilità dell’organizzazione.
Una volta avvenuto il pagamento, al momento della concretizzazione dell’operazione e della stipula del contratto di prestito, i truffatori sparivano. Tale attività illecita, in breve tempo, ha consentito di guadagnare circa 500 mila euro.
Durante l’operazione sono stati sequestrati 20 mila euro in contanti nella disponibilità degli indagati, oltre a numerose carte di credito e a numerosi dispositivi informatici e telefonici usati per commettere le truffe.
L’Associazione donatori e volontari personale della Polizia di Stato prosegue la sua attività di raccolta sangue anche per il mese di dicembre.
L’invito alla donazione è rivolto a tutti i cittadini in buona salute e di età compresa tra i 18 e i 65 anni. Si ricorda che per donare il sangue è necessario avere un peso corporeo non inferiore ai 50 chili. È essenziale recarsi al prelievo a digiuno con l’eccezione di poter bere un caffè, un tè o un succo di frutta. Non è consentito ingerire latte e derivati. (Requisiti)
Consultate la locandina nazionale per conoscere le date e le città dove è possibile donare.
Nell’ambito di una azione operativa (Operational action) della piattaforma Empact (European multidisciplinary platform against criminal threats), coordinata dal Dipartimento della pubblica sicurezza – Direzione centrale della polizia criminale, i ricercatori del centro interuniversitario Transcrime collaboreranno con le Forze di polizia di diversi paesi per mappare e investigare l’infiltrazione delle mafie italiane nelle aziende europee.
Ciò è dovuto al fatto che la presenza della criminalità organizzata di tipo mafioso al di fuori dei confini italiani è ormai un fatto acclarato, e questa pervasività è legata alla ricerca di nuove forme di profitto, alla capacità di infiltrazione nelle economie legali e alla crescente transnazionalità dei traffici illeciti in cui le mafie italiane sono coinvolte. Tale scenario determina la necessità da parte delle Forze di polizia di favorire la cooperazione e lo scambio di informazioni tra paesi diversi e di trovare metodi e strumenti analitici per meglio comprendere, investigare, prevenire e contrastare l’espansione di questi gruppi criminali.
Allo scopo di rendere ancora più efficace l’azione di prevenzione e contrasto al crimine organizzato transnazionale, il Dipartimento della pubblica sicurezza – Direzione centrale della polizia criminale (Dcpc) del ministero dell’Interno, che coordina la complessiva partecipazione nazionale nell’ambito della piattaforma Empact (European multidisciplinary platform against criminal threats) promossa dall’Unione europea, ha assunto un ruolo particolarmente significativo nel contrasto delle reti criminali ad alto rischio (High-risk criminal networks), individuato tra le priorità del quadriennio 2022-2025.
In tale contesto, il Servizio centrale operativo della Direzione centrale anticrimine della Polizia di Stato, in collaborazione con il centro di ricerca interuniversitario Transcrime sulla criminalità transnazionale dell’Università Cattolica del Sacro Cuore, ha avviato una iniziativa tesa ad esaminare i profili di rischio di alcune imprese attive in diversi Paesi europei in settori particolarmente esposti ad attività criminali e riconducibili a cittadini italiani.
Lo scopo di questa attività è duplice: da un lato tracciare una mappa delle possibili attività di infiltrazione delle mafie nelle economie legali in Europa e dall’altro guidare, con la collaborazione di agenzie europee come Europol e Eurojust, una serie di attività investigative mirate da parte delle Forze di polizia nazionali dei paesi che partecipano alla progettualità (Albania, Belgio, Francia, Germania, Malta, Paesi Bassi, Portogallo, Spagna, Svizzera ed Ucraina).
Transcrime collaborerà a questa Operational action fornendo un supporto analitico per la profilazione delle aziende a rischio. Questa attività si avvarrà delle conoscenze sugli schemi di infiltrazione in impresa, degli indicatori di rischio e degli strumenti di analisi della struttura proprietaria delle imprese che sono stati sviluppati in numerosi progetti di ricerca pubblici e privati, dai ricercatori di Transcrime e del suo spin-off Crime&tech.
A conclusione dell’operazione denominata “Front Name”, la Polizia di Stato ha denunciato 35 persone per aver sottratto un importo milionario ad una nota Banca italiana. Le indagini sono state eseguite dalla Polizia postale per la Toscana, coordinata dal gruppo reati informatici della procura della Repubblica presso il Tribunale di Firenze.
Gli indagati, residenti in diverse province del territorio italiano, hanno sottratto circa un milione di euro utilizzando sofisticate ed insidiose metodologie di attacco cyber, abili e convincenti tecniche di vishing, una forma di truffa che ha lo scopo di carpire, con l’inganno, informazioni private. Sia la banca che i suoi correntisti erano sotto attacco di smishing, un altra truffa che utilizza i telefoni cellulari per carpire dati home banking, codice fiscale e carta di credito tramite gli SMS.
L’intervento immediato della polizia Postale di Firenze ha consentito in poche ore di bloccare e recuperare la somma di 400mila euro ormai destinata ai frodatori.
L’ulteriore analisi delle movimentazioni ha poi permesso di individuare i titolari dei conti correnti consentendo le 35 perquisizioni realizzate con il personale dei centri operativi sicurezza Cibernetica “Campania”, “Lazio”, “Marche” e “Trentino-Alto Adige”. Perquisizioni che hanno permesso di trovare gravi indizi di colpevolezza a carico dei truffatori, come carte postepay e revolut riferite all’indagine, documentazione bancaria relativa all’attivazione dei conti correnti beneficiari delle transazioni fraudolente e, in alcuni casi, le chat tra i complici in cui stabilivano percentuali e accordi operativi.
Ricordiamo sempre che le banche e gli Istituti di credito in generale, non effettuano operazioni bancarie tramite il telefono, ed anche in caso di attività non regolari su conti correnti o titoli di pagamento invitano il cliente a recarsi presso la propria filiale di fiducia;
le notifiche di possibili compromissioni vanno sempre verificate contattando il personale di fiducia della propria banca o il servizio clienti, verificando l’effettiva attendibilità delle attività richieste;
non riferire ai fantomatici operatori che contattano i clienti, i codici di accesso al conto, tantomeno le password, codici OTP, matrici e token.
E’ importante sapere che nessun operatore può operare da remoto sul conto corrente del cliente ma inviterà lo stesso a recarsi in banca per procedere con l’operazione.