Vendevano finte concessioni per l’uso di cappelle al cimitero comunale di Siracusa. Arrestati il direttore del cimitero e un operaio che svolgeva mansioni all’interno dello stesso. Dovranno rispondere dei reati di induzione indebita, abuso d’ufficio, falsità documentale e sottrazione di cadavere. I due sono stati posti agli arresti domiciliari mentre altri 4 impiegati comunali sono stati indagati.
L’ordinanza di custodia cautelare, emessa dalla procura di Siracusa, è stata eseguita a conclusione delle indagini condotte dai poliziotti della Squadra mobile di Siracusa che si sono attivati in seguito alla denuncia di una vittima. Quest’ultima, tornando dopo molto tempo nella sua città di origine, si era accorta che la cappella di famiglia del cimitero comunale, in cui erano state tumulate le salme dei propri congiunti, era ormai occupata da altri defunti.
L’attività d’indagine ha rilevato un sistema ben consolidato. I due principali indagati, abusando della funzione svolta, inducevano i privati, spinti dal bisogno di dare sepoltura ai loro cari, a pagare cospicue somme di denaro per non attendere le procedure, anche lunghe, dell’assegnazione legale dei loculi e delle cappelle cimiteriali.
Gli indagati aggiravano le procedure necessarie per ottenere i permessi, intascavano i soldi, e rilasciavano i falsi titoli concessori. Inoltre, dai loculi in stato di abbandono e con l’aiuto di altri quattro impiegati comunali, rimuovevano i defunti all’interno per fare posto a quelli nuovi.
Dagli approfondimenti d’indagine è emersa anche una certa cooperazione attiva anche da parte dei “nuovi beneficiari” dei loculi.
Il profitto ricavato dall’attività illecita è stato quantificato in oltre 60mila euro dei quali è stato disposto il sequestro preventivo; agli indagati sono stati sequestrati 35mila euro in contanti.