Trapani: 4 arresti per sfruttamento dei lavoratori

I poliziotti di Trapani, in collaborazione con quelli della Squadra mobile di Caltanissetta, hanno effettuato 4 arresti, ovvero 2 imprenditori e 2 loro collaboratori, ritenuti responsabili di intermediazione illecita e sfruttamento del lavoro. La misura cautelare ha compreso anche l’affidamento dell’azienda ad un amministratore giudiziario.

Dallo scorso inverno gli investigatori, attraverso sistemi di videoripresa e intercettazioni telefoniche, hanno raccolto prove sulla condizione di sfruttamento dei lavoratori impiegati presso il punto vendita di Trapani, inaugurato nella primavera scorso, di un’azienda con sede a Mussomeli, Caltanissetta.

Le indagini hanno evidenziato gravi violazioni della normativa in materia di lavoro e di quella in materia di sicurezza sul lavoro, inclusi orari estenuanti, attività pericolose dei lavoratori e retribuzioni inadeguate.

Sebbene avessero un contratto part-time, i dipendenti erano costretti a lavorare in condizioni di disagio per 10 – 11 ore giornaliere, senza che fosse previsto il riposo settimanale e per una retribuzione di circa 500 euro mensili. Oltre a queste gravi irregolarità, alcuni lavoratori hanno anche riferito di essere stati sottoposti a condizioni di lavoro degradanti e in ambienti insalubri. Inoltre, secondo le testimonianze raccolte nel corso dell’indagine, i due imprenditori e un loro collaboratore avrebbero adottato nei confronti dei lavoratori “comportamenti vessatori ed offensivi”.

Dalle indagini è emerso che gli indagati avessero già commesso episodi simili anche durante l’apertura di un negozio nel 2018 a Castelvetrano, Trapani.

Giorno del ricordo: in memoria delle vittime delle Foibe

foibe bassovizzaNel nostro Paese oggi si celebra il “Giorno del ricordo”, istituito nel 2004, in memoria degli italiani torturati, assassinati e gettati nelle foibe dalle milizie della Jugoslavia di Tito assieme a tante altre incolpevoli vittime.

Le foibe sono abissi naturali situati nell’Istria e nella Dalmazia e sono stati utilizzati come luoghi di deportazione e di morte per migliaia di italiani e slavi di lingua italiana durante il periodo di occupazione jugoslava.

In questa giornata solenne, dove le foibe sono ricordate come un monito per evitare future tragedie e come un simbolo della lotta per la pace e la giustizia, la Polizia di Stato rinnova il suo impegno contro ogni forma di discriminazione. Si onora la memoria delle migliaia di vittime trucidate dalle truppe dell’ex Jugoslavia in Istria, Fiume e Dalmazia e di tutti coloro che furono costretti a lasciare le proprie case.

Nel ricordare ogni vittima, non possiamo trascurare i poliziotti che, nonostante l’occupazione del Friuli orientale da parte delle milizie di Tito, decisero di rimanere lì per garantire la sicurezza della popolazione. Questi uomini, la cui colpa era, per quelle milizie, l’essere italiani, furono internati e poi assassinati. Le rispettive famiglie non ebbero più loro notizie.

Le esecuzioni jugoslave furono crudeli. I condannati venivano legati l’un l’altro, con un lungo filo di ferro stretto ai polsi, e schierati sugli argini delle foibe. Quindi gli esecutori sparavano ai capifila, i quali, precipitando nell’abisso, morti o gravemente feriti, trascinavano con sé gli altri sventurati, condannati così a sopravvivere per giorni sui fondali delle voragini, sui cadaveri dei loro conoscenti, tra sofferenze inimmaginabili.

Poliziotti infoibatiLa memoria dei poliziotti caduti durante il periodo tra il 1943 ed il 1946 è viva oggi grazie all’impegno delle loro famiglie e delle istituzioni. Durante quel triennio, sono stati “infoibati”, cioè fucilati, deportati o spariti nel nulla, almeno 392 poliziotti, alcuni dei quali provenienti da diverse città della regione, tra cui Fiume, Trieste, Gorizia, Zara, Spalato, Pola e Lubiana. Tuttavia, le cifre precise sono ancora approssimative a causa della distruzione di molti documenti e dell’inaccessibilità di quelli conservati a Belgrado. Sappiamo però con certezza che 8 corpi di questi valorosi poliziotti furono estratti dalle foibe e identificati: Giovanni Spinelli, Antonio Picozza, Santo Caminiti, Carmine Esposito, Matteo Greco, Gaspare Sciscioli, Raimondo Selvaggi, Emilio Torbelli

La Polizia di Stato si impegna a tramandare il ricordo di questi valorosi poliziotti e di tutte le vittime alle nuove generazioni. La cultura del ricordo, dello studio e del rispetto è la chiave per costruire un futuro senza discriminazioni e per garantire che ogni essere umano sia rispettato nella sua interezza.