È stato un pomeriggio di riflessione e apprendimento quello trascorso da quaranta commissari della Polizia di Stato presso il Museo della Shoah di Roma per ricordare Giovanni Palatucci il poliziotto “Giusto tra le nazioni”, morto nel campo di concentramento di Dachau il 10 febbraio 1945.
I giovani funzionari, frequentatori del 111° corso di formazione presso la Scuola superiore di Polizia di Roma, hanno avuto il privilegio di conoscere da vicino il prezioso lavoro di costruzione e divulgazione della memoria storica portata avanti dalla Fondazione museo della Shoah.
L’iniziativa si è svolta alla presenza del capo della Polizia Lamberto Giannini, della presidente dell’Unione delle comunità ebraiche italiane Noemi Di Segni, della presidente della comunità ebraica di Roma Ruth Dureghello, del coordinatore nazionale per la lotta contro l’antisemitismo Giuseppe Pecoraro, del Presidente della Fondazione Museo della Shoah Mario Venezia e del prefetto e questore di Roma Bruno Frattasi e Carmine Belfiore.
A ricordare la figura di Giovanni Palatucci, portatore di quei valori di giustizia e di servizio in favore dei cittadini, è stata Renata Conforty Orvieto i cui genitori furono salvati dalla deportazione proprio dall’allora questore reggente di Fiume. Nella sua toccante testimonianza Renata ha detto di essere nata grazie a Giovanni. “I suoi genitori furono portati al confine: a Fiume e quando arrivarono i tedeschi, Palatucci gli fece avere i permessi per andare a Modena, dove altri funzionari di polizia li aiutarono”.
La Fondazione museo della Shoah di Roma, infatti, ha come mission quella di tramandare alle giovani generazioni le testimonianze di coloro che sono sopravvissuti alla follia nazifascista. La Polizia di Stato, anche attraverso l’incontro odierno, vuol contribuire a mantenere viva questa memoria e, come ha sottolineato il capo della Polizia Giannini, “La Polizia di Stato sta cercando di far emergere le storie come quelle di Palatucci in modo di onorarle e fare in modo che venga pienamente compreso quanto è accaduto in quel periodo difficilissimo. Ritengo che questa conoscenza diretta dei fatti sia fondamentale nella crescita di funzionari di polizia”.
Al termine dell’incontro i commissari e le autorità presenti hanno visitato la mostra “L’Inferno nazista”, presente all’interno del Museo, che racconta le persecuzioni razziali nei campi di concentramento polacchi di Belzec, Sobibor e Treblinka.
La mostra è stata illustrata dalla Signora Isabella Insolvibile storica della Fondazione del Museo della Shoah.