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Mese: Febbraio 2023
“Quei cavalli non si toccano”: 4 arresti in Calabria per minacce mafiose
“Quei cavalli non si toccano”. Questa la minaccia fatta arrivare ad un imprenditore della provincia di Cosenza per “indurlo” a rinunciare ad un servizio di trasporto e custodia di equini per conto di un comune.
La vittima ha denunciato il tutto alla polizia e, al termine dell’indagine svolta dalla Squadra mobile di Cosenza, quattro persone sono state arrestate con l’accusa di tentata estorsione aggravata dal metodo mafioso.
Gli arresti sono stati eseguiti, in collaborazione con il Reparto prevenzione crimine Calabria Settentrionale, tra Cosenza, Castrovillari e la provincia di Reggio Calabria.
L’attività investigativa, coordinata dalla Direzione distrettuale antimafia di Catanzaro, è stata svolta con accertamenti documentali e attività tecniche di intercettazione.
La vittima si era resa disponibile ad eseguire un servizio di trasporto e custodia di cavalli per conto di un comune della provincia di Reggio Calabria, che lo richiedeva a seguito dello sgombero di un centro ippico.
Il titolare del maneggio si era opposto e, per evitare l’esecuzione del provvedimento, aveva contattato due persone inserite nella criminalità reggina e cosentina, affinché facessero arrivare al destinatario delle minacce esplicite per indurlo a desistere dal suo intento.
Agrigento: traffico di stupefacenti, 26 arresti
I poliziotti della Squadra mobile di Agrigento dopo un’indagine durata un anno e mezzo tra le provincie di Agrigento, Caltanissetta e Catania, hanno indagato 40 persone, di cui 26 arrestate, per i reati di associazione per delinquere finalizzata al traffico di stupefacenti e in materia di armi.
L’attività investigativa è stata condotta nell’hinterland catese ed in particolare dell’agglomerato abitativo popolare, tradizionalmente noto come “Bronx”.
Le investigazioni si sono sviluppate nei confronti di uno degli indagati che nell’ottobre del 2020, a distanza di soli due giorni, si era reso protagonista di due episodi caratterizzati dal utilizzo di armi da fuoco, uno a Licata, e l’altro a Gela nel quale il criminale era rimasto vittima. Le indagini hanno consentito di documentare come a seguito dello scontro armato tra la famiglia del suo aggressore gelese e il presunto capo dell’organizzazione licatese sia poi seguita la pace finalizzato alla commercializzazione di stupefacenti.
L’indagine successivamente ha permesso di scoprire le attività di un gruppo criminale specializzato nella commercializzazione di sostanze stupefacenti sul territorio di Licata, con ramificazioni anche nelle province limitrofe di Caltanissetta e Catania.
Gli indagati per non farsi scoprire dalle Forze dell’ordine, utilizzavano installazioni di numerosi impianti di video sorveglianza, la predisposizione di vedette con il compito di controllare gli accessi alla base operativa dell’associazione ed il sistematico, ma vano, utilizzo di social network e messaggistica istantanea per comunicare tra loro.
L’organizzazione era inoltre in grado di stringere accordi con altri criminali, per la gestione dello spaccio di droga, radicati nei territori di Gela e Catania. Durante l’attività investigativa sono stati sequestrati rilevanti quantità di cocaina.
Firmato accordo tra Polizia di Stato e Comunità di Sant’Egidio
La tutela dei minori e la prevenzione degli abusi online sono gli obiettivi del protocollo d’intesa siglato questa mattina a Roma, dal capo della Polizia Lamberto Giannini e dal presidente della Comunità di Sant’Egidio Marco Impagliazzo.
Alla firma del protocollo erano presenti il direttore centrale per le specialità della Polizia di Stato Daniela Stradiotto, il direttore dell’istituenda Direzione centrale della Polizia cibernetica Antonio Borrelli, e il direttore del Servizio polizia postale e delle comunicazioni Ivano Gabrielli.
L’accordo rientra nell’ambito delle direttive impartite dal ministro dell’Interno per il potenziamento dell’attività di prevenzione e contrasto alle violenze a danno dei minori in rete attraverso la stipula di accordi con organizzazioni istituzionali ed enti della società civile.
Il protocollo favorirà campagne di sensibilizzazione volte ad un uso consapevole e sicuro delle tecnologie digitali e iniziative congiunte per l’individuazione delle vittime di eventuali abusi.
La Comunità di Sant’Egidio sviluppa programmi e servizi per migliorare la vita di bambini e adolescenti, agendo in diversi ambiti, tra cui la scolarizzazione e l’educazione alla pace, specie in contesti familiari e sociali vulnerabili.
È pertanto di primaria importanza, nelle attività di tutela dei minori, il supporto della Polizia di Stato, in particolare del Centro nazionale per il contrasto della pedopornografia online (Cncpo) del Servizio polizia postale e delle comunicazioni che da anni si occupa di raccogliere tutte le segnalazioni, provenienti anche dagli organi di polizia stranieri e da soggetti pubblici e privati impegnati nella lotta alla pornografia minorile, monitorando i siti che diffondono materiale concernente lo sfruttamento sessuale dei minori attraverso la rete internet.
Palermo: presi i rapinatori degli istituti di credito
La Polizia di Stato, questa mattina, ha eseguito 6 misure cautelari nei confronti degli appartenenti ad un’associazione per delinquere specializzata alla commissione di rapine ai danni di istituti di credito. L’indagine, svolta dai poliziotti della Sezione reati contro il patrimonio della Squadra mobile di Palermo, ha avuto inizio dopo un grave episodio di rapina con sequestro di persona avvenuta il 4 aprile 2022 presso la filiale CREDEM di Terrasini (Palermo).
A distanza di pochi giorni gli investigatori individuarono e arrestarono 4 autori della rapina in questione e, grazie anche alle intercettazioni durante i colloqui in carcere sono riusciti a raccogliere elementi sufficienti per identificare altre 2 persone finite in manette oggi.
Inoltre, le intercettazioni hanno svelato come il gruppo fosse organizzato e di come operava sul territorio e l’esistenza di una cassa comune al mantenimento delle famiglie degli appartenenti in carcere; i ruoli di ogni partecipante e la progettualità di molti altri reati, tra cui diverse rapine da portare a termine con le stesse modalità nei comuni di Capaci, Favara, Milano, Bologna e Pistoia.
Dalle conversazioni captate è emerso anche che gli associati avevano intenzione di reinvestire il denaro delle rapine in altri tipi di attività, quali l’acquisto di partite di droga da poter reimmettere sul mercato ad un prezzo maggiorato, nonché l’acquisto di beni immobili.
Il gruppo era radicato nel quartiere Brancaccio di Palermo ma operava anche fuori dal territorio siciliano.