Operazione “Camper Delivery 2022”: arrestati 4 truffatori

questura di astiI poliziotti della Squadra mobile di Asti, con l’operazione “Camper Delivery 2022”, hanno scoperto un’organizzazione criminale dedita alla truffa dei camper di lusso e al riciclaggio. L’indagine è iniziata quando un cittadino si è presentato in questura per sporgere denuncia, raccontando di essere stato vittima di una truffa.

Gli investigatori hanno avviato un’indagine volta ad identificare e fermare questa associazione a delinquere, composta da quattro cittadini italiani, che fissava appuntamenti con le vittime titolari degli annunci di vendita di camper sulle principali piattaforme online.

Durante questi incontri, grazie ad un’abile dialettica, riuscivano a convincere le vittime a vendere i camper, pagando con assegni circolari che poi si sarebbero rivelati falsi. La trattativa avveniva negli orari di chiusura degli sportelli bancari cosicché le vittime non potessero rendersi conto immediatamente del raggiro.

Il gruppo criminale aveva ben definiti i compiti di ciascun sodale: due di loro avvicinavano i venditori, una gestiva le utenze telefoniche e l’utenza VoIP utilizzata per la finta banca emettitrice del finto assegno, mentre un altro era l’intermediario per la vendita dei mezzi. Il valore dei camper truffati variava dai 30mila ai 45mila euro.

Grazie all’indagine, i soggetti coinvolti sono stati arrestati e contestati i fatti commessi in Asti, Verona e Aosta, per un valore totale di 110mila euro.

Oggi si celebra la Giornata del Numero Unico di Emergenza europeo 1.1.2.

NUE 1 1 2Quante volte è successo di dover chiamare i numeri di emergenza per richiedere aiuto per un furto o una segnalazione o per assistenza sanitaria? in Italia da qualche anno ormai è in funzione il Numero Unico di Emergenza 1.1.2, che include tutti i numeri di soccorso.

Per sensibilizzare i cittadini europei sul servizio e sui suoi vantaggi, nel 2009 è stata istituita la Giornata Europea celebrativa del Numero Unico di Emergenza europeo. Il numero è attualmente operativo in 12 regioni italiane e garantisce il servizio di emergenza a oltre 36 milioni di abitanti attraverso 17 Centrali Uniche di Risposta (CUR).

Digitando 1.1.2. da una linea fissa o mobile, i cittadini possono richiedere il tipo di soccorso di cui hanno bisogno, da quello sanitario, di polizia, dei vigili del fuoco o del soccorso in mare. La Centrale Unica di Risposta raccoglie la chiamata, effettua le opportune verifiche e inoltra la richiesta di soccorso alla sala operativa competente.

Tra le peculiarità che rendono il sistema 1.1.2. uno strumento efficace troviamo la localizzazione delle chiamate e l’accesso multilingue. Il servizio è anche accessibile ai cittadini non udenti tramite una funzione apposita chiamata “1.1.2. Sordi”. Il sistema nel 2022 ha ricevuto 400 chiamate.

Inoltre, le CUR filtrano le chiamate improprie liberando le centrali operative degli enti di pronto intervento da attività non necessarie. Basta considerare che sono state filtrate il 52 per cento delle chiamate totali, consentendo di concentrare le risorse sugli effettivi soccorsi richiesti.

In Italia, ogni chiamata di emergenza trova risposta in media entro 7 secondi e, in caso di mancato contatto con la centrale, l’utente viene subito richiamato. Nel corso del 2022, le CUR hanno gestito circa 20 milioni di telefonate, tra cui 92.000 segnalazioni generate direttamente dalle autovetture in caso di incidente automobilistico grazie al sistema e-Call.

Il modello di Numero Unico di Emergenza Europeo sviluppato in Italia, fortemente permeato da tecnologie sempre più sofisticate, messe gratuitamente al servizio della sicurezza dei cittadini, esprime una forte collaborazione istituzionale che vede il governo del sistema affidato ad una regia integrata tra Stato e Regioni.

Trapani: 4 arresti per sfruttamento dei lavoratori

I poliziotti di Trapani, in collaborazione con quelli della Squadra mobile di Caltanissetta, hanno effettuato 4 arresti, ovvero 2 imprenditori e 2 loro collaboratori, ritenuti responsabili di intermediazione illecita e sfruttamento del lavoro. La misura cautelare ha compreso anche l’affidamento dell’azienda ad un amministratore giudiziario.

Dallo scorso inverno gli investigatori, attraverso sistemi di videoripresa e intercettazioni telefoniche, hanno raccolto prove sulla condizione di sfruttamento dei lavoratori impiegati presso il punto vendita di Trapani, inaugurato nella primavera scorso, di un’azienda con sede a Mussomeli, Caltanissetta.

Le indagini hanno evidenziato gravi violazioni della normativa in materia di lavoro e di quella in materia di sicurezza sul lavoro, inclusi orari estenuanti, attività pericolose dei lavoratori e retribuzioni inadeguate.

Sebbene avessero un contratto part-time, i dipendenti erano costretti a lavorare in condizioni di disagio per 10 – 11 ore giornaliere, senza che fosse previsto il riposo settimanale e per una retribuzione di circa 500 euro mensili. Oltre a queste gravi irregolarità, alcuni lavoratori hanno anche riferito di essere stati sottoposti a condizioni di lavoro degradanti e in ambienti insalubri. Inoltre, secondo le testimonianze raccolte nel corso dell’indagine, i due imprenditori e un loro collaboratore avrebbero adottato nei confronti dei lavoratori “comportamenti vessatori ed offensivi”.

Dalle indagini è emerso che gli indagati avessero già commesso episodi simili anche durante l’apertura di un negozio nel 2018 a Castelvetrano, Trapani.

Giorno del ricordo: in memoria delle vittime delle Foibe

foibe bassovizzaNel nostro Paese oggi si celebra il “Giorno del ricordo”, istituito nel 2004, in memoria degli italiani torturati, assassinati e gettati nelle foibe dalle milizie della Jugoslavia di Tito assieme a tante altre incolpevoli vittime.

Le foibe sono abissi naturali situati nell’Istria e nella Dalmazia e sono stati utilizzati come luoghi di deportazione e di morte per migliaia di italiani e slavi di lingua italiana durante il periodo di occupazione jugoslava.

In questa giornata solenne, dove le foibe sono ricordate come un monito per evitare future tragedie e come un simbolo della lotta per la pace e la giustizia, la Polizia di Stato rinnova il suo impegno contro ogni forma di discriminazione. Si onora la memoria delle migliaia di vittime trucidate dalle truppe dell’ex Jugoslavia in Istria, Fiume e Dalmazia e di tutti coloro che furono costretti a lasciare le proprie case.

Nel ricordare ogni vittima, non possiamo trascurare i poliziotti che, nonostante l’occupazione del Friuli orientale da parte delle milizie di Tito, decisero di rimanere lì per garantire la sicurezza della popolazione. Questi uomini, la cui colpa era, per quelle milizie, l’essere italiani, furono internati e poi assassinati. Le rispettive famiglie non ebbero più loro notizie.

Le esecuzioni jugoslave furono crudeli. I condannati venivano legati l’un l’altro, con un lungo filo di ferro stretto ai polsi, e schierati sugli argini delle foibe. Quindi gli esecutori sparavano ai capifila, i quali, precipitando nell’abisso, morti o gravemente feriti, trascinavano con sé gli altri sventurati, condannati così a sopravvivere per giorni sui fondali delle voragini, sui cadaveri dei loro conoscenti, tra sofferenze inimmaginabili.

Poliziotti infoibatiLa memoria dei poliziotti caduti durante il periodo tra il 1943 ed il 1946 è viva oggi grazie all’impegno delle loro famiglie e delle istituzioni. Durante quel triennio, sono stati “infoibati”, cioè fucilati, deportati o spariti nel nulla, almeno 392 poliziotti, alcuni dei quali provenienti da diverse città della regione, tra cui Fiume, Trieste, Gorizia, Zara, Spalato, Pola e Lubiana. Tuttavia, le cifre precise sono ancora approssimative a causa della distruzione di molti documenti e dell’inaccessibilità di quelli conservati a Belgrado. Sappiamo però con certezza che 8 corpi di questi valorosi poliziotti furono estratti dalle foibe e identificati: Giovanni Spinelli, Antonio Picozza, Santo Caminiti, Carmine Esposito, Matteo Greco, Gaspare Sciscioli, Raimondo Selvaggi, Emilio Torbelli

La Polizia di Stato si impegna a tramandare il ricordo di questi valorosi poliziotti e di tutte le vittime alle nuove generazioni. La cultura del ricordo, dello studio e del rispetto è la chiave per costruire un futuro senza discriminazioni e per garantire che ogni essere umano sia rispettato nella sua interezza.

L’Antica distilleria Petrone consegna il ricavato al Piano Marco Valerio

assegno petrone marco valerioSi è svolta questa mattina a Mondragone (Caserta), presso la sede dell’Antica distilleria Petrone, la cerimonia di consegna alla Polizia di Stato dell’assegno con il ricavato delle vendite dei prodotti realizzati dalla Distilleria insieme alla Polizia di Stato. L’intero ricavato di 3.113 euro è stato devoluto al Piano di Assistenza della Polizia “Marco Valerio“, che aiuta le famiglie dei poliziotti con figli affetti da gravi patologie.

L’assegno è stato consegnato dal titolare dell’azienda, Andrea Petrone, direttamente nelle mani del questore di Caserta Antonino Messineo.

Ricordiamo che l’Antica distilleria Petrone ha legato il proprio nome a quello della Polizia di Stato con la produzione di un liquore caratterizzato dal sapore inconfondibile del latte di bufala Dop e commercializzato con i colori rappresentativi dell’Istituzione.

Il liquore è anche utilizzato per la produzione di ulteriori prodotti come torroni, panettoni e altri prodotti artigianali.