Caltanissetta: estorsione ai danni dei dipendenti, arrestate titolari di una pizzeria

Caltanissetta: estorsione ai danni dei dipendenti, arrestate titolari di una pizzeriaI poliziotti della Squadra mobile di Caltanissetta hanno eseguito 2 misure cautelari nei confronti delle titolari di una pizzeria nel nisseno, per il reato di estorsione ai danni di alcuni dipendenti della loro attività commerciale.

Le indagini che hanno portato agli arresti sono iniziate pochi mesi fa a seguito della denuncia di un ex dipendente della pizzeria che, dopo un periodo iniziale di lavoro “in nero”, grazie ad un controllo ispettivo subito nel locale, aveva finalmente ottenuto un regolare contratto. Dopo aver ricevuto la prima busta paga però, la vittima si è vista recapitare dalle titolari, la richiesta della restituzione di parte dello stipendio, naturalmente in contanti per non rendere tracciabile il passaggio di denaro.

Gli agenti sono riusciti a stabilire come questo episodio non fosse un caso isolato e che anzi, diversi dipendenti dell’attività commerciale, subivano regolarmente il ricatto di dover restituire parte del compenso, altrimenti venivano allontanati dal lavoro.

Fiamme oro e Salvamamme insieme nella raccolta solidale “Una scuola per tutti”

raccolta solidale ffoo rugbyDare ai bambini di famiglie in difficoltà la possibilità di avere zainetti, astucci, colori e quaderni. Questo lo scopo della raccolta organizzata dall’associazione “Salvabebè Salvamamme” in collaborazione con le Fiamme oro rugby della Polizia di Stato e le associazioni “Roma best practices award – Mamma Roma e i suoi figli migliori” e “Amici dell’Istituto comprensivo Regina Elena” insieme ad alunni, genitori e docenti dell’Istituto.

All’evento di raccolta materiale scolastico, che si è svolto nell’area pedonale antistante la scuola, hanno partecipato famiglie e studenti che, sin dalle prime ore della mattina, si sono presentati davanti al furgone di Salvamamme per donare il materiale nelle mani dei volontari e delle insegnanti.

Non sono mancati gli atleti delle Fiamme oro rugby, che, ormai da diversi anni, sostengono le iniziative benefiche promosse da Salvamamme.

Anche questa volta i rugbisti cremisi hanno partecipato con entusiasmo promuovendo la raccolta, organizzata nel corso della prima giornata di allenamento presso il proprio campo di gioco all’interno della caserma “S. Gelsomini”, dove le famiglie dei piccoli rugbisti della sezione giovanile, hanno fatto la loro parte raccogliendo parecchio materiale.

Il tutto consegnato da atleti e tecnici delle Fiamme oro insieme ad alcuni bimbi del settore giovanile, in rappresentanza di tutti coloro che hanno fatto una donazione.

“Il Gruppo sportivo delle Fiamme oro rugby ha un animo sociale e inclusivo. Da tanti anni siamo accanto alle associazioni che si adoperano per il bene comune” ha detto il referente per le attività sociali del Gruppo sportivo Massimiliano Bizzozero.

Interpol: ricercato per terrorismo e omicidio, arrestato a Vicenza

A seguito delle dichiarazioni rese da un membro del gruppo criminale è stato possibile risalire all’appartenenza del ricercato al “Programma SCHULTON 503” operante nell’ambito della struttura di matrice terroristica conosciuta con il nome di “MARA SALVATRUCHA” in El Salvador.

L’uomo, sulla base delle motivazioni del mandato di cattura internazionale, emesso nel 2017 dall’Autorità giudiziaria salvadoregna, si occupava, all’interno dell’organizzazione criminale, principalmente di compiti legati al traffico internazionale di cocaina e di crack.

La cattura dell’uomo è stata eseguita al termine di un’intensa attività di servizi di localizzazione e osservazione che hanno consentito agli agenti di identificarlo e arrestarlo. Sono in corso anche verifiche per accertare eventuali responsabilità in merito al favoreggiamento della latitanza e di eventuali contatti eversivi anche in Italia.

Attualmente trasferito presso il carcere di Vicenza, l’uomo, resta a disposizione delle Autorità giudiziarie per l’estradizione nel Paese d’origine.

Operazione interforze a Padova, confiscati beni per 11 milioni

Operazione interforze a Padova, confiscati beni per 11 milioniI poliziotti della Divisione anticrimine della questura di Padova, in collaborazione con gli uomini del Comando provinciale della Guardia di finanza hanno eseguito un decreto di confisca, su proposta del questore di Padova, ai danni di una persona legata ad un clan catanese di Cosa nostra.

Grazie agli accertamenti patrimoniali effettuati dai poliziotti e dai finanzieri è emerso che l’indagato, aveva una disponibilità di beni decisamente sproporzionata rispetto ai redditi dichiarati.

Il provvedimento ha consentito di confiscare 17 società di capitali, 13 immobili, tre terreni e tre autovetture, per un valore stimato di quasi 11 milioni di euro.

L’uomo è stato ritenuto socialmente pericoloso perché già con precedenti penali come associazione di tipo mafioso e associazione per delinquere e truffa e anche perché riconosciuto come il titolare di una serie piramidale di imprese utilizzate per fare truffe nel nord Italia.

Le truffe venivano fatte a ignari fornitori che, rassicurati da falsi dati di bilancio e da insospettabili prestanome, cedevano merci per diversi milioni di euro senza poi ricevere un euro in cambio.

Il centro nevralgico delle attività criminali era Padova, nonostante la sede legale fosse distribuita anche in altre città come Brescia, Catania, Siracusa, Roma, Torino per rendere più difficoltosa la ricostruzione delle stesse.

Sicurezza stradale: controlli in provincia di Latina

stradale latinaLa sicurezza lungo le nostre strade passa per comportamenti responsabili da parte degli utenti e per i controlli che le Forze dell’ordine effettuano ogni giorno in tutto il Paese.

Quando il senso di responsabilità manca allora accade ciò che è capitato ad una pattuglia della Polizia stradale: in provincia di Latina, lungo la statale Pontina, una coppia di pregiudicati viaggiava su un furgone con varie “inefficienze tecniche”, con le portiere aperte e con travi di ferro sporgenti dal veicolo.

Oltre 5 mila chili di ferro trasportati senza un’indicazione della provenienza o della destinazione del materiale, eccedendo inoltre di 2 mila chili la portata massima consentita al furgone stesso.

Il risultato era abbastanza scontato: i due sono stati multati per circa 3.200 euro.