Si è svolto questa mattina a Pordenone il convegno sul tema “Multimedialità e Sicurezza” a cui ha preso parte il capo della Polizia Franco Gabrielli.
L’evento è stato organizzato dalla Questura e dal Consorzio Universitario di Pordenone.
Nell’ambito delle attività istituzionali e di collaborazione per valorizzare Enti e realtà del territorio, il convegno è stato l’occasione per approfondire e condividere tematiche nell’ambito della sicurezza, attraverso l’intelligenza artificiale e la realtà aumentata.
In particolare, nel corso della conferenza sono stati illustrati nuovi progetti e sperimentazioni come quelli sull’intera postura, la rilevazione ed elaborazione delle microespressioni dei volti, l’evoluzione nell’applicazione delle tecnologie di riconoscimento facciale ed emozionale.
Sono state anche approfondite alcune tematiche come l’analisi predittiva comportamentale in luoghi affollati e di singoli soggetti e la sperimentazione delle tecnologie per la sicurezza applicate ai droni.
Dopo gli interventi dei relatori, alla presenza del prefetto di Pordenone Maria Rosaria Maiorino, del questore Marco Odorisio, delle autorità civili e militari, e degli studenti, il capo della Polizia Franco Gabrielli parlando di sicurezza ha sottolineato che “Bisogna avere una visione complessiva perché ormai la sicurezza si ottiene solo in maniera integrata e i soggetti che concorrono al bene sicurezza devono lavorare nella stessa direzione”.
Sul tema della interoperabilità il Prefetto Gabrielli ha evidenziato che “Noi siamo quelli che in Europa interrogano di più le banche dati di Europol e Interpol; siamo l’unico Paese dove esiste l’interoperabilità tra la verifica degli alloggiati nelle strutture ricettive e la possibilità che queste persone a livello nazionale e internazionale siano oggetto di ricerca. Siamo passati nel giro di qualche anno da tre mila a 30 milioni di interrogazioni da parte dei nostri operatori che oggi su strada interpellano in maniera interoperabile le banche dati nazionali e internazionali e questo concorre nella qualità del controllo”.
Riguardo al Web il Prefetto ha detto che “È un territorio estremamente complicato dove si annidano innumerevoli insidie e per l’importanza della materia creeremo una direzione centrale della Polizia cibernetica, ma – ha concluso il capo della Polizia Franco Gabrielli – è soprattutto uno spazio di libertà e tutto quello che deve e può essere fato deve essere fatto per colpire, inibire e censurare tutti quelli che ne fanno un uso improprio, consentendo agli altri di continuare a vivere quello spazio di libertà e di diritti con quella pienezza che è proprio di uno Stato democratico”.
Al termine del convegno il capo della Polizia si è recato in Questura dove ha incontrato una rappresentanza del personale e a seguire, ha visitato la mostra presso la sede del Museo del Fumetto Paff! dedicata a “La Polizia nel Fumetto”, inaugurata lo scorso 25 novembre e che avrà termine il 2 febbraio prossimo.
Il capo della Polizia Franco Gabrielli nelle sale del Museo del fumetto è stato accompagnato dal sindaco di Pordenone Alessandro Ciriani, dal governatore della Regione Friuli Venezia Giulia Massimiliano Fedriga, dai Questori del Friuli Venezia Giulia e da numerosi studenti delle scuole primarie e secondarie di Pordenone.
Il direttore del Paff Giulio De Vita e il Vice Direttore Emanuele Barison, disegnatori di fama internazionale, hanno quindi illustrato i contenuti delle “Tavole e Opere” di personaggi e investigatori provenienti anche da paesi esteri.
Durante la visita, c’è stato un momento in cui sono stati ricordati i caduti della Polizia di Stato, ai quali è dedicata la Mostra, ed è stata donata al prefetto Gabrielli la tavola originale disegnata da Emanuele Barison ritraente gli agenti Matteo Demenego e Pierluigi Rotta tragicamente caduti a Trieste in servizio nel pomeriggio del 4 ottobre dello scorso anno.
Il Prefetto, nel ricevere il ritratto di “Matteo e Pierluigi” ha consegnato al questore di Trieste, Giuseppe Petronzi, il ritratto dei due colleghi, affinché fosse custodita la loro memoria proprio nella città per la quale come “Figli delle Stelle” hanno reso il servizio per il bene della comunità.