Si è svolto oggi presso la sala conferenze dell’Hotel Massimo d’Azeglio di Roma, il primo seminario sul tema “Gli atti Intimidatori nei confronti dei giornalisti: una minaccia alla libertà di espressione”.
L’incontro, organizzato dalla Direzione centrale della polizia criminale del Dipartimento della pubblica sicurezza e dal Consiglio nazionale dell’ordine dei giornalisti, ha visto la partecipazione di qualificati relatori delle forze di polizia e di giornalisti vittime di minacce.
L’evento è stato preceduto dagli interventi del presidente nazionale dell’Ordine dei giornalisti Carlo Verna e del direttore Centrale della polizia criminale Vittorio Rizzi, nonché presidente dell’Organismo di supporto al Centro di coordinamento per le attività di monitoraggio, analisi e scambio permanente di informazioni sul fenomeno degli atti intimidatori nei confronti dei giornalisti.
Il prefetto Rizzi nel suo intervento, nel ricordare che il fenomeno delle minacce nei confronti dei giornalisti è costantemente all’attenzione del ministro dell’Interno Luciana Lamorgese, ha ribadito la necessità che il cronista denunci sempre gli atti intimidatori alle forze di polizia, al fine di individuare i c.d. “leoni da tastiera”, ridefiniti per l’occasione come “iene da tastiera”, che sulla rete si nascondono spesso dietro un nickname.
Per i giornalisti hanno presentato le proprie riflessioni Antonella Napoli, direttrice del quotidiano “Focus on Africa”; Asmae Dachan, scrittrice, esperta di Medio Oriente e dialogo interreligioso; Nello Scavo, reporter internazionale e collaboratore di diverse testate estere ed attualmente inviato per “Avvenire”; Michele Albanese, del “Quotidiano del Sud” e collaboratore de “L’Espresso” e Antonio Sanfrancesco, di Famiglia Cristiana.
Per le forze di Polizia sono intervenuti il dirigente superiore della Polizia di Stato Stefano Delfini ricordando l’importanza anche in questo ambito dell’analisi strategica interforze, il generale di brigata dei Carabinieri Giuseppe De Riggi sull’emersione del fenomeno degli atti intimidatori e la limitazione dei casi di omessa denuncia da parte delle vittime; il dirigente superiore della Polizia di Stato Nunzia Ciardi sul contrasto ai crimini cibernetici e alla minacce sulla rete; il dirigente superiore della Polizia di Stato Eugenio Spina sulle minacce di matrice politica e il colonnello della Guardia di Finanza Massimiliano di Lucia sulle connessioni tra le attività investigative del Corpo e gli atti intimidatori.
L’incontro ha rappresentato l’occasione per condividere il report del primo semestre dell’anno in corso, relativo al monitoraggio degli atti intimidatori subiti dai professionisti dell’informazione in Italia.
L’analisi dei dati del primo semestre conferma la tendenza all’aumento del fenomeno in osservazione: nel 2021 sono stati censiti 110 episodi (+11 per cento rispetto all’analogo periodo dell’anno precedente allorquando si erano registrati 99 episodi) di cui 18 riconducibili a contesti di criminalità organizzata (16 per cento), 36 a contesti politico/sociali (33 per cento) e 56 riferibili ad altre fattispecie (51 per cento). Sono monitorate con attenzione anche le intimidazioni avvenute tramite web che ammontano a 55, pari al 50 per cento del totale.
Le regioni che nello stesso periodo hanno fatto registrare il maggior numero di eventi sono il Lazio, Lombardia, Sicilia, Toscana ed Emilia Romagna.
Si registra anche un significativo aumento delle giornaliste minacciate.
A conclusione dell’incontro il presidente Carlo Verna ha manifestato la propria soddisfazione per gli interventi dei relatori che hanno esaltato l’importanza dell’etica del giornalista nello svolgimento del proprio lavoro.