Negli ultimi due anni, nonostante le difficoltà legate alla diffusione del Covid-19, non manca la voglia di salutare il nuovo anno in arrivo con i tradizionali fuochi di Capodanno.
Ai classici giochi pirotecnici legali e regolarmente venduti negli esercizi commerciali, si affiancano purtroppo i “botti” illegali che, oltre a non avere le regolari certificazioni, sono pericolosi per l’incolumità di chi li utilizza o di chi è vicino alla zona dell’esplosione.
Per orientarci e fare un acquisto in sicurezza, anche se non siamo degli esperti, il primo punto di riferimento è il marchio CE. L’apposizione del sigillo garantisce che il prodotto abbia superato l’esame di conformità ai requisiti essenziali di sicurezza e che sia conforme al modello approvato.
Oltre alla “Marcatura CE”, sui fuochi artificiali deve essere apposta una delle categorie previste dalla normativa (“F1”, “F2”, “F3”, “F4”). Si tratta di indicazioni che attestano il livello di rischio potenziale e la soglia di rumorosità dei prodotti; in base ad esse si può determinare chi può acquistare ed utilizzare i fuochi d’artificio. (Per approfondire la normativa relativa ai fuochi d’artificio si può consultare la pagina dedicata a questo argomento).
È importante ricordare che anche i giochi pirotecnici autorizzati e in libera vendita devono comunque essere sempre utilizzati con la massima cautela, seguendo le istruzioni allegate e nel rispetto delle eventuali ordinanze dei sindaci, che in molte città italiane limitano o vietano l’utilizzo dei fuochi artificiali.
Attenzione poi all’utilizzo da parte dei minori di qualunque tipo di gioco: deve esser sempre effettuato con la supervisione di un adulto: solo così ci si potrà assicurare un Capodanno in sicurezza.
Sul fronte dei giochi illegali continua invece l’attività di sequestro e di denuncia dei responsabili.
A Crotone in tre distinte attività, la Divisione amministrativa della questura ha sequestrato oltre 50 chili di fuochi artificiali, alcuni illegali, dai nomi evocativi come “Gazza Ladra” e “Inferno 500” altri legali ma detenuti senza alcuna norma di sicurezza in magazzini nei quali i giochi erano accatastati insieme ad altro materiale mettendo a serio rischio l’incolumità degli abitanti e la stabilità degli edifici che ospitavano i magazzini e le attività commerciali.
Sono invece 200 i chili di botti sequestrati dagli agenti della questura di Bari ad Altamura; in un capannone collocato in campagna erano nascosti tre bancali di fuochi illegali che sono stati messi in sicurezza con l’aiuto degli artificieri della Questura.
Il materiale era particolarmente pericoloso visto che i botti erano stati prodotti artigianalmente, in modo abusivo, dal titolare dell’azienda. ( l’uso degli artifici pirotecnici)
A Siracusa, anche con il prezioso ausilio del cane Yocco, sono stati sequestrati in diverse unità immobiliari, nella disponibilità di un uomo di 66 anni e di suo figlio, decine di colli contenenti materiale esplosivo, mortai e micce di accensione di vario tipo e artifizi pirotecnici di varie categorie e classificazioni, anche di genere commercialmente vietato, per quasi una tonnellata. I due sono stati arrestati.
Sequestrato materiale esplodente e artifici pirotecnici particolarmente pericolosi a un 19 enne di Messina che è stato denunciato e a un venditore ambulante di Frosinone al quale sono stati notificati provvedimenti amministrativi; a un 50enne di Brescia sono stati sequestrati 15 chili di artifici pirotecnici di Categoria Europea F4 che presentano un rischio potenziale elevato di cui non aveva la prescritta abilitazione. L’uomo è stato denunciato.
In una armeria di Ferrara i poliziotti hanno sequestrato 400 prodotti pirotecnici scaduti non più commerciabili. Il titolare è stato segnalato alla prefettura per l’eventuale sospensione o revoca della licenza.
A Taranto, dal primo ingente sequestro avvenuto già ai primi di dicembre quando i Falchi scoprirono al quartiere Paolo VI più di un quintale e mezzo di fuochi d’artificio detenuti illegalmente da un 58enne poi arrestato, si sono aggiunte altri tre operazioni che hanno portato al ritrovamento di complessivi due quintali e mezzo di “botti” e all’arresto di un 41enne e alla denuncia di due uomini di Taranto.