Il Servizio centrale anticrimine e le Divisioni anticrimine di Perugia e Crotone hanno eseguito 2 distinti provvedimenti di sequestro di beni, per un valore complessivo di 8 milioni di euro, agli eredi di un esponente di vertice della cosca “Trapasso” di San Leonardo di Cutro (Crotone), deceduto nel 2020 e ad un imprenditore calabrese, entrambi punti di riferimento in territorio umbro della ’Ndrangheta.
Il gruppo criminale si era infiltrato nel tessuto economico e imprenditoriale della Regione, evidenziando una notevole dimestichezza nel manipolare istituti societari, contabili e finanziari.
Il primo provvedimento ha colpito il vertice della propaggine mafiosa calabrese in Umbria, un personaggio che rappresentava il principale promotore ed organizzatore, insieme al figlio e al cognato, del traffico di stupefacenti introdotti in quella regione dalla Calabria, intrattenendo rapporti con organizzazioni criminali albanesi.
Il secondo invece ha avuto come destinataria una persona che aveva assunto la gestione di un sistema dedicato alla realizzazione di reati di natura finanziaria e tributaria ai danni di istituti di credito.
In sostanza mostrava una parvenza di vitalità e dinamicità finanziaria in modo da ottenere accesso a linee di credito bancarie per poi dichiarare fallimento e non ottemperare alla restituzione delle somme ricevute.
Dagli approfondimenti patrimoniali effettuati è emerso che, a fronte di una modesta o addirittura inadeguata anche al semplice soddisfacimento delle primarie esigenze quotidiane, situazione reddituale dei nuclei familiari degli individui menzionati, gli stessi invece avevano acquisito la disponibilità di 9 società, 42 immobili tra terreni e fabbricati, 41 automezzi ed altri beni tra cui titoli e depositi.