Nel luglio del 1944 gli uffici della questura di Udine vennero circondati dalle SS ed una quarantina di poliziotti vennero arrestati perché sospettati di attività antinazista. Dieci di loro furono deportati nei campi di concentramento e solo uno riuscì a sopravvivere, segnato però indelebilmente da quei tragici fatti. A non fare ritorno furono il vice commissario aggiunto Filippo Accorinti, la guardia di ps Alberto Babolin, il vice brigadiere Bruno Bodini, l’applicato di ps Giuseppe Cascio, la guardia di ps Mario Comini, il commissario Antonino D’Angelo, la guardia di ps Anselmo Guido Luigi Pisani, il vice commissario Mario Savino ed il commissario Giuseppe Sgroi.
In ricordo dei 9 poliziotti uccisi per aver difeso la popolazione dalle violenze naziste, questa mattina, nove pietre d’inciampo sono state posate, alla presenza del capo della Polizia Lamberto Giannini, in via Treppo, sede dell’allora Questura che oggi ospita il Conservatorio statale di musica Jacopo Tomadini.
La cerimonia, moderata dall’assessore alla cultura del comune di Udine, Fabrizio Cigolot e fortemente voluta dal questore di Udine Manuela De Bernardin, dal sindaco Pietro Fontanini e dalla locale sezione dell’Associazione nazionale Polizia di Stato, si è svolta alla presenza di alcuni familiari dei nove caduti e del figlio del maresciallo Spartero Toschi, l’unico sopravvissuto. L’intento è quello di restituire alla coscienza collettiva il ricordo di questi valorosi poliziotti che hanno sacrificato la propria vita per difendere la collettività ed i valori di civiltà, umanità e giustizia.
Nel suo intervento conclusivo, il capo della Polizia Giannini ha evidenziato come “Queste pietre d’inciampo ricorderanno per sempre storie importanti che per noi sono esempi luminosi nei momenti più difficili perché i nostri caduti rappresentano la nostra Stella Polare” il Prefetto ha poi proseguito sottolineando l’importanza della presenza dei giovani e dell’interesse loro dimostrato per la cerimonia e ha ribadito e concluso “noi ce la metteremo tutta per garantire loro un futuro di crescita democratica”.
Per l’occasione, Mario Savino, in rappresentanza dei familiari dei nove poliziotti, ha voluto ringraziare la Polizia di Stato e gli organizzatori della cerimonia per aver onorato la memoria di questi giovani agenti che, senza mai esitare, si immolarono in difesa di libertà e democrazia. La giornata è stata arricchita dal commovente monologo dell’attrice Gioia D’Angelo, nipote del commissario Antonino D’Angelo e dalle riflessioni degli studenti del Liceo classico Stellini, presenti all’evento.
Le pietre, infine, hanno ricevuto la benedizione da parte dell’arcivescovo di Udine Andrea Bruno Mazzoccato.
Nell’atrio di Palazzo Morpungo, luogo della cerimonia, è stata allestita, inoltre, la mostra “2022–Pietre d’inciampo”, curata da Silvia Bianco e Anna Colombi e composta da pannelli biografici, uniformi e materiali d’epoca allestita per ricordare i tragici eventi che in quegli anni bui colpirono la questura e la città di Udine.
Conclusa la cerimonia il capo della Polizia ha raggiunto la Questura per deporre un mazzo di fiori presso la stele commemorativa dedicata ai nove caduti e per incontrare una rappresentanza di personale della Polizia di Stato e dell’Amministrazione civile.