Postale: pedopornografia online, 46enne arrestato

È stato trovato in possesso di oltre 1.000 file di immagini e video a carattere pornografico ritraenti minori, in molti casi abusati o torturati, anche in tenerissima età.

Un 46 enne disoccupato della provincia di Reggio Calabria è stato arrestato in flagranza dagli specialisti del Compartimento Polizia postale del capoluogo, dopo la segnalazione arrivata attraverso il circuito internazionale di cooperazione in materia di contrasto allo sfruttamento dei minori nella produzione di materiale pornografico, scambiato e divulgato online.

L’arresto di oggi, è avvenuto a distanza di pochi giorni dall’operazione “Canada 2.0” dove oltre 100 persone in tutta Italia sono rimaste coinvolte in reati riguardanti la pedopornografia.

Attraverso indagini tecniche e tradizionali gli investigatori hanno accertato la responsabilità dell’uomo e, nel corso della perquisizione nell’abitazione e da un’analisi sommaria dell’enorme materiale informatico sequestrato, lo hanno arrestato.

Scherma: Fichera e Santarelli spade d’oro in Coppa del mondo

Squadra spada Fichera SantarelliCon una fantastica ed emozionante rimonta nell’ultimo assalto Marco Fichera ha portato la squadra azzurra sul podio più alto della tappa russa della Coppa del mondo di spada, che si è conclusa il 23 marzo sulle pedane di Kazan.

Insieme a Marco è stato protagonista anche l’altro portacolori delle Fiamme oro, Andrea Santarelli, entrambi ormai colonne portanti della squadra maschile di spada che ha vinto l’argento ai Giochi olimpici di Rio 2016 e ha già guadagnato la qualificazione per Tokyo. Completano il quartetto azzurro Enrico Garozzo e Gabriele Cimini.

La finale contro l’Ucraina è stata tiratissima  e quando Marco Fichera è salito in pedana per l’ultimo assalto contro Anatolii Herey, l’Italia era sotto per 30-37. Con un parziale di 14-6 lo spadista cremisi ha recuperato lo svantaggio concludendo la gara con il punteggio di 44-43, ripetendo l’eccellente prestazione che, nel minuto supplementare della semifinale contro la Russia, gli aveva permesso di piazzare la stoccata vincente del 33-32.

Squadra spada Fichera SantarelliIn precedenza il quartetto azzurro aveva superato prima la Danimarca per 45-37 e poi la Corea del Sud per 44-40.

“Era passato un anno dall’ultima gara, non sapevamo bene cosa aspettarci – ha detto Andrea Santarelli commentando la gara – Non abbiamo tirato la nostra miglior scherma e forse per questo aver vinto è ancora più importante, vuol dire che abbiamo ancora grandi margini di crescita. Abbiamo avuto tutti quanti alti e bassi, ma siamo rimasti lì, compatti, solidi. Abbiamo poi dato prova di essere una squadra importante, che quando conta sa fare grandi cose, e sa vincere. Abbiamo dimostrato a noi stessi e al resto del mondo, che la strada per Tokyo è tracciata ed è abbastanza evidente dove vogliamo e possiamo arrivare”.

Marco Fichera ha descritto tutta la sua felicità per questa vittoria sulle pagine dei suoi social: “Abbiamo vinto. Lo abbiamo fatto nel mondo più bello, quando tutto sembrava perso e quando chiunque avrebbe smesso di crederci, ma se ho imparato una cosa in questi anni è che non è finita finché non è la matematica a darne la certezza. Abbiamo dimostrato la compattezza di un gruppo che ha lavorato per questo successo. Sono davvero felice per me ed i miei compagni perché vincere, in Coppa del mondo dopo 1 anno di stop, in una delle ultime gare prima delle Olimpiadi non può che far bene a noi e a tutto l’ambiente. Grazie a chi ci ha seguiti e inondati di affetto e tifo”.

Sergio Foffo

Aggressioni e rapine a Udine, presi 4 minorenni

Pistola alla tempia e minaccia “Se non me lo dai ti ammazzo” è uno dei tanti modi con i quali un gruppo di criminali minorenni aggrediva i coetanei per rapinarli.

La Squadra mobile di Udine, coordinata dalla Procura della Repubblica presso il tribunale dei minori di Trieste, ha indagato sui numerosi episodi di violenza messi a segno in città tra ottobre e febbraio scorsi.

Al termine dell’operazione “Generazione Z” sono state eseguite quattro misure cautelari nei confronti di altrettanti minorenni accusati di essere responsabili di rapine aggravate, tentate rapine, atti persecutori e lesioni personali nei confronti di altri coetanei.

Un 15enne e un 16enne sono finiti in istituti penali minorili mentre due ragazzi di 15 e 17 anni sono stati collocati presso comunità per minori. Eseguite anche perquisizioni locali e personali nei confronti di altri dieci minorenni di età compresa tra i 15 ed i 17 anni, coinvolti nelle indagini.

Numerosi gli episodi analizzati dagli investigatori della Mobile. I giovani criminali si muovevano sempre in gruppo, a volte anche con l’aiuto di maggiorenni, in modo da poter far leva sulla forza intimidatrice del branco che dissuadeva le vittime da qualsiasi velleità di reazione.

I luoghi scelti per i raid erano quelli di maggiore aggregazione dei teenager di Udine come fast food, giardini pubblici, stazione dei treni e delle corriere.

Gli indagati, dopo aver minacciato o picchiato la vittima prescelta, si appropriavano di qualsiasi cosa di valore come catenine e orecchini d’oro, da rivendere ai compro oro della zona, cellulari, borselli, monopattini o denaro. A volte il bottino erano semplici panini, cappellini o scarpe di marca, altre volte le aggressioni erano fine a se stesse, con il solo scopo di bullizzare e incutere paura nelle vittime.

In alcuni casi i colpi venivano messi a segno utilizzando una pistola, poi rivelatasi finta, ma alcuni degli indagati erano in possesso di un coltello a serramanico.

In uno degli episodi analizzati, la vittima è stata picchiata perché si era rifiutata di commettere un furto di vestiti in un centro commerciale.

Reggio Calabria: duro colpo alla ‘ndrina De Maio-Brandimarte, 17 arresti

operazioneArrestate 17 persone a Gioia Tauro (Reggio Calabria) ritenute responsabili, a vario titolo, di associazione per delinquere di tipo mafioso, associazione per delinquere finalizzata al narcotraffico internazionale, concorso in detenzione, vendita e cessione a terzi di sostanze stupefacenti, anche in ingente quantitativo, del tipo cocaina, hashish e cannabis sativa, concorso in detenzione di armi e munizioni, danneggiamento, estorsione ed altri reati.

Personaggio chiave e punto di partenza delle investigazioni si è rivelato un boss 64enne ritenuto elemento di spicco delle ‘ndrine federate.

L’attività investigativa ha dimostrato l’esistenza di un’associazione per delinquere di tipo mafioso che aveva il controllo di una interconnessa associazione per delinquere specializzata principalmente nel narcotraffico.

Il monitoraggio da parte dei poliziotti del “Rione Marina” e del “Lungomare” di Gioia Tauro, località scelte dai criminali come quartier generale per organizzare le attività criminali, ha permesso di ricostruire l’organigramma della ‘ndrina De Maio-Brandimarte. Gli agenti sono riusciti a documentare incontri riservati tra boss, gregari e personaggi di rilievo di altre articolazioni ‘ndranghetiste, che avvenivano anche in pieno giorno, approfittando della protezione dei suddetti luoghi e della tacita connivenza degli abitanti. Hanno inoltre riscontrato la disponibilità di un quantitativo elevato di armi e il traffico di droga tra cocaina, hashish e cannabis sativa.

Nel corso delle indagini i poliziotti del Commissariato di Pubblica Sicurezza di Gioia Tauro hanno arrestato in flagranza di reato 16 persone e sequestrato cospicui quantitativi di droga e armi.

Francesco ci ha lasciato, vittima del Covid-19 a 56 anni

funerale francesco mulieddaLa Polizia di Stato piange un altro poliziotto morto a causa del Covid-19. Francesco Muliedda era ricoverato all’ospedale Civico e Benefratelli di Palermo dal 15 marzo, e ha lottato con tutte le sue forze fino al 22 quando, a seguito delle complicazioni, è deceduto.

Francesco MulieddaI funerali dell’assistente capo coordinatore della Polizia di Stato, si sono svolti stamattina presso la chiesa Santa Olivia di Palermo nel rispetto delle normative imposte dall’emergenza epidemiologica.

Alla cerimonia funebre erano presenti i familiari del poliziotto deceduto, il questore Leopoldo Laricchia e una rappresentanza di poliziotti.

Francesco aveva 56 anni e prestava servizio all’Autocentro di Palermo. Lascia la moglie Rosa e il figlio Antonino.

La grande famiglia della Polizia di Stato si stringe, nel dolore, ai familiari e a tutti coloro che lo hanno conosciuto e amato.