Ravenna: boss del narcotraffico estradato in Italia

arrestoAl termine di un’indagine condotta dalla Polizia di Stato di Ravenna e dal Servizio per la cooperazione internazionale di Polizia (S.C.I.P.) è stato estradato nel nostro Paese un cittadino albanese elemento di spicco del narcotraffico nel Nord Italia.

Dopo essere stato localizzato in Albania, il ricercato è stato fermato dalle forze di sicurezza del Paese delle Aquile in esecuzione di un mandato di cattura internazionale.

Il latitante, insieme al cugino già finito in carcere nell’ambito dell’operazione antidroga “PIKE”, e ad un terzo connazionale (ancora latitante) del gruppo criminale, sono ritenuti i responsabili dello stoccaggio e detenzione di oltre 40 chili di eroina ed armi, rinvenuti in un appartamento di Ravenna nel febbraio 2018.

In particolare, l’operazione culminò con l’arresto nel 2018 a Rimini di uno solo di loro, mentre stava consegnando due chili di cocaina e uno di hashish nascosti nella sua autovettura, appositamente preparata per il trasporto della droga.

La stessa sera dell’arresto, durante le perquisizioni domiciliari i poliziotti hanno fatto irruzione in un appartamento della periferia ravennate, scovando un vero e proprio laboratorio per il taglio, la preparazione ed il confezionamento della droga.

Nell’occasione gli agenti sequestrarono un ingente quantitativo di stupefacente per un valore al dettaglio di circa quattro milioni di euro, due revolver e due pistole semiautomatiche, corredate dalle necessarie munizioni, nascoste insieme alla droga.

Firmato Protocollo d’intesa con Eurispes

protocollo eurispesFirmato un Protocollo d’intesa tra il vice capo della Polizia – Direttore centrale della polizia criminale Vittorio Rizzi e il presidente dell’Eurispes, Gian Maria Fara, con lo scopo di consentire a Eurispes e al Servizio analisi criminale di condurre ricerche di settore, studi e approfondimenti congiunti sui vari fenomeni criminali, partendo dai rispettivi dati disponibili.

Con questo accordo verranno promosse, allo stesso tempo, attività culturali, iniziative editoriali e formative, anche aperte a soggetti terzi, al fine di trasmettere le rispettive conoscenze agli operatori del settore e, in particolar modo, alle Forze di polizia chiamate ad effettuare una sempre più efficace azione di prevenzione e contrasto alla criminalità.

Il Prefetto Rizzi ha sottolineato la necessità di un continuo scambio tra le Forze di polizia e il mondo economico e accademico perché, grazie a questo, è possibile cogliere precocemente i segnali del cambiamento della società, la cui individuazione costituisce il presupposto fondamentale per orientare l’azione strategica e operativa per le Forze dell’ordine.

Gian Maria Fara ha voluto porre l’accento sulla necessità di “fare squadra” nel contrasto ai fenomeni criminali e sull’importanza di questo Protocollo che segue la via del dialogo e dello scambio proficuo di dati e informazioni tra realtà pubbliche e private. E ciò nella convinzione che di fronte ad una società in crescente evoluzione occorre non cedere alle semplificazioni ma affrontare i fenomeni che essa esprime attraverso una lettura interdisciplinare e complessa.

Milano: 4 nuove moto donate dalla Mv Agusta alle volanti

Sono state donate oggi, nel corso di una piccola cerimonia, 4 motociclette Mv Agusta turismo veloce lusso alla questura di Milano.  

Le moto sono state donate dalla casa di Varese all’Ufficio prevenzione generale e soccorso pubblico e saranno in dotazione alle pattuglie “Nibbio” che controllano la città già con altre 4 moto donate dalla Agusta.

La leggerezza e la capacità del serbatoio rendono queste moto particolarmente utili per il controllo capillare del territorio.

Presenti all’evento Il Ceo di Mv Agusta Timur Sardarov, il questore Giuseppe Petronzi e il pilota delle Fiamme Oro Simone Corsi che corre in categoria Moto2 proprio su motociclette del team Agusta.

“Vedere impegnate le nostre moto dalla Polizia di Stato in operazioni a difesa e protezione dei cittadini è per noi motivo di grande orgoglio e soddisfazione” ha detto Timur Sardarov.

“Si rinnova oggi il consolidato rapporto tra la Polizia di Stato e Mv Agusta, che generosamente arricchisce le dotazioni della Questura di Milano. Il Reparto Nibbio potrà contare sui nuovi quattro mezzi che consentiranno di proseguire il pattugliamento più capillare della nostra metropoli.” Ha ricordato nel corso del suo intervento il Questore.

Bologna: truffe anziani, scoperto il covo dei truffatori

truffe anzianiOro, gioielli e 35 mila euro in contanti provento di truffe sono stati trovati, pochi giorni fa, in un tubo di un calorifero di una stanza d’albergo a Bologna.

Gli investigatori della Squadra mobile di Bologna insieme a quella di Forlì hanno arrestato anche i due uomini che vi alloggiavano.

Secondo le indagini, nate dopo una serie di truffe in danno soprattutto di persone anziane, gli agenti sono riusciti ad individuare la base operativa dei responsabili.

Il modus operandi dei due era quello di indurre in errore le anziane vittime alle quali veniva prospettata una situazione nella quale uno dei propri congiunti versava in gravi condizioni di salute, a seguito del virus Covid19; per assicurare le cure era necessario, a detta dei truffatori, fornire denaro e gioielli.

La tecnica utilizzata si è rivelata essere di grande efficacia generando nelle vittime un coinvolgimento psicologico, tanto da indurle a fare tutto il possibile per rispondere alla disperata richiesta di aiuto.

Sono tutt’ora in corso le indagini per la ricostruzione degli episodi delittuosi da cui provengono i beni sequestrati. Finora in totale sono stati individuati 5 truffe ricostruite, quattro nella città di Bologna ed una a Forlì, per le quali le anziane vittime hanno riconosciuto i gioielli a loro appartenenti.

Consultate e condividete con i vostri anziani la pagina delle iniziative antitruffa della Polizia di Stato affinché siano nella condizione di difendersi dai malintenzionati.

Il vice capo della Polizia Rizzi ad Europol illustra gli scenari criminali in tempo di Covid

conferenzaLe Forze di polizia italiane hanno partecipato oggi, attraverso il vice direttore generale della Pubblica Sicurezza Vittorio Rizzi, all’ottavo meeting del Joint Parliamentary Scrutiny Group on Europol (JPSG), organismo costituito da parlamentari europei e parlamentari dei Paesi membri dell’UE, chiamato a supervisionare l’operato dell’agenzia Europol.

La sessione di lavori a cui il prefetto Rizzi ha partecipato è stata quella dedicata all’impatto del Covid 19 sulla sicurezza, per l’esistenza in Italia di un organismo di monitoraggio e analisi dedicato ai pericoli di infiltrazione delle mafie nell’economia legale, voluto dal ministro dell’Interno e dal capo della Polizia immediatamente dopo lo scoppio della pandemia. Una cabina di regia che, grazie all’adesione convinta di Europol all’invito italiano, è diventata anche un tavolo di lavoro internazionale esteso a nove Paesi europei e ad Interpol.

conferenzaDopo la panoramica del direttore esecutivo di Europol, Catherine De Bolle, sulle attività dell’Agenzia in tempo di pandemia, che ha prodotto 31 report strategici sugli scenari criminali dell’ultimo anno, il prefetto Rizzi si è soffermato sulla risposta delle Forze di polizia italiane, con il rapido adattamento dei modelli organizzativi e l’attenzione sui nuovi fenomeni criminali.

A fronte di una riduzione generalizzata dei reati (eccezion fatta per il cybercrime) durante la pandemia, le Forze di polizia non hanno abbassato la guardia.

La sfida è sulle nuove minacce criminali che si nascondono spesso dietro a sofisticate operazioni finanziarie, che utilizzano strumenti leciti ma che hanno l’obiettivo di strozzare l’economia e riciclare le enormi risorse provenienti da attività criminali.

I Parlamentari europei e nazionali hanno apprezzato l’approccio internazionale dell’azione delle Forze di polizia, nella comune convinzione che la minaccia vada combattuta attraverso lo scambio di informazioni e l’investimento tecnologico: solo l’innovazione può, infatti, consentire di processare i cosiddetti big data per arrivare a modelli predittivi che consentano di arrivare prima che i pericoli criminali potenziali diventino reali.