Cagliari: nascondeva la droga in una bombola del gas, arrestato 23enne

bombolaNascondeva la droga dentro una bombola del gas, ma questo non è servito per farla franca durante il controllo dei poliziotti. Arrestato a Cagliari un pregiudicato 23enne che era già agli arresti domiciliari.

È stato proprio il fatto di essere sottoposto al regime della detenzione domiciliare che ha portato l’equipaggio di una volante a perquisire la sua abitazione dopo averlo sorpreso in strada mentre parlava con una coppia di pregiudicati.

Durante il controllo nella casa del giovane, gli agenti hanno percepito un forte odore acre, tipico della marjuana. Questo ha indotto i poliziotti a fare una ricerca più scrupolosa e a trovare all’interno di una piccola bombola del gas, dove era stato ricavato uno sportellino, proprio la marjuana, più di un chilo, confezionata in 12 buste di plastica. Inoltre, dentro una capsula ricaricabile del caffè, è stata trovata cocaina per circa 3 grammi, suddivisa in 12 dosi pronte per essere vendute.

Gli agenti hanno anche sequestrato 547 euro, in banconote di piccolo taglio, occultati in diverse zone della casa all’interno di piccoli contenitori.

Il 23enne ora dovrà rispondere del reato di evasione e detenzione ai fini di spaccio di sostanza stupefacente.

Tentato sequestro di un imprenditore, 6 arresti a Varazze

sequestro savonaStavano organizzando il sequestro di un imprenditore, titolare di una società di catering genovese, ma sono stati traditi dalle intercettazioni telefoniche che la polizia stava facendo, per un traffico di stupefacenti.
Infatti è stato proprio grazie ad una intercettazione telefonica che gli agenti della Squadra mobile di Savona sono riusciti a sventare a Varazze (Savona), un sequestro di persona a scopo di estorsione ai danni di un noto imprenditore genovese arrestando sei persone, quattro uomini e due donne. Sono tutti accusati, in concorso tra loro, di tentato sequestro di persona a scopo di estorsione, nonché di detenzione ai fini di spaccio delle sostanze stupefacenti rinvenute e di detenzione illegale di armi. 
I sei indagati avevano costituito un gruppo criminale che spacciava droga e che aveva come base logistica un albergo di Varazze che, in questo periodo dell’anno, anche a causa dell’emergenza sanitaria, è poco frequentato. 
Dalle intercettazioni i poliziotti hanno scoperto che il gruppo aveva contattato l’imprenditore con la scusa di potergli commissionare un vantaggioso lavoro per la prossima primavera. L’uomo era stato invitato a raggiungere l’hotel di Varazze dove avrebbe dovuto organizzare un evento per numerose persone. 
In realtà, in una delle stanze dell’hotel, era stato progettato di rinchiudere l’imprenditore al fine di farsi consegnare, anche con violenza fisica, una cospicua somma di denaro, in cambio della libertà. 
Con l’aiuto anche dei colleghi della Mobile di Genova, i poliziotti hanno intercettato l’imprenditore e lo hanno fermato mentre stava andando nel luogo dell’incontro. Un poliziotto ha preso il suo posto e si è recato in albergo. 
Qui gli agenti hanno fatto irruzione e hanno arrestato i malviventi.
Le perquisizioni, locali e personali, hanno portato al sequestro di un oltre un chilo di marijuana, 65 grammi di cocaina, 2 etti di hashish, tre armi da sparo clandestine modificate e relativi caricatori. A riscontro dell’ipotesi di sequestro di persona, i poliziotti hanno trovato e sequestrato due corde, un passamontagna, guanti, fascette stringi-cavo in plastica, un lenzuolo, delle pinze che sarebbero dovute servire per immobilizzare la vittima. 
Inoltre uno degli indagati risultava armato e portava, nascosta nei pantaloni, una pistola funzionante e pronta all’uso.

Donatella Fioroni

Sicurezza nei Balcani: in videoconferenza la 5° conferenza

conferenza balcani 5Si è svolta, nei giorni scorsi, la V Conferenza internazionale sulla sicurezza dei Balcani, iniziativa supportata dal ministero degli Affari esteri e della Cooperazione internazionale e, congiuntamente, dalla Commissione europea e dalle organizzazioni regionali e internazionali impegnate nei Paesi della Regione (MARRI, SEESAC, RAI e IISG). Tema della conferenza, organizzata dall’Ufficio di coordinamento e pianificazione Forze di polizia congiuntamente al Regional Cooperation Council dei Balcani, “Il percorso di stabilizzazione dei Balcani Occidentali: la Rotta Balcanica nel nuovo assetto geopolitico globale tra vecchie e nuove sfide alla sicurezza”.

L’incontro, che si è tenuto in modo virtuale ed ha riunito più di 300 rappresentanti e 70 esperti della sicurezza, è stato aperto dal vice capo della Polizia Alessandra Guidi.

I relatori si sono confrontati su sei importanti temi di sicurezza: terrorismo, lotta alla corruzione, cybercrime, criminalità organizzata transnazionale, traffico illegale di armi leggere e di piccolo calibro e flussi migratori illegali lungo la rotta che attraversa i Balcani occidentali.

La presidenza di tutti i sei Panel è stata affidata al Dipartimento della pubblica sicurezza italiano che ha coinvolto nell’iniziativa tutte le Forze di polizia. L’area tematica della migrazione è stata guidata da Massimo Bontempi,direttore centrale dell’immigrazione; quella della criminalità organizzata da Vittorio Rizzi vice capo della Polizia-direttore centrale della Polizia criminale; il focus sul terrorismo e la radicalizzazione transnazionale è stato gestito da Claudio Galzerano direttore del Centro europeo antiterrorismo di Europol.

Il tavolo sul crimine informatico è stato affidato a Daniela Stradiotto direttore centrale delle specialità della Polizia di Stato, mentre l’interlocuzione sulla corruzione nella Pubblica Amministrazione è stata presieduta Maurizio Vallone direttore della Dia.

L’area tematica sul traffico di armi è stata infine indirizzata dal prefetto Stefano Gambacurta direttore dell’Ufficio per l’amministrazione generale del Dipartimento della P.S..

La conferenza ha costituito un momento significativo di dialogo con l’intera area geografica, non solo a livello multilaterale, ma anche bilaterale per mantenere vivo l’interesse nazionale ma soprattutto valorizzare le numerose iniziative dipartimentali di cooperazione di polizia portate avanti nei Paesi della Regione. Sono stati condivisi know-how ed esperienze strategico-operative considerando che le questioni di sicurezza giocano un ruolo fondamentale nello sviluppo dei territori.

Tassista aggredito a Verona: preso il responsabile

arresto veronaIn pieno centro di Verona aveva aggredito un tassista provocandogli la frattura dello zigomo e del setto nasale. I poliziotti della Squadra mobile hanno rintracciato il 19enne autore dell’aggressione e lo hanno arrestato.

Le indagini sono iniziate a seguito della segnalazione arrivata al 113 da parte di un cittadino che aveva assistito al fatto dal balcone di casa.

La notte tra l’11 ed il 12 settembre scorso in una piazza centrale di Verona, il giovane, accompagnato da altri due uomini, aveva assalito il tassista colpendolo con pugni al volto. Dopo l’analisi comparata delle immagini riprese dalle telecamere di videosorveglianza di una tabaccheria della zona, di quelle del telefonino di un cittadino che aveva ripreso la scena, del materiale video registrato dalle telecamere della stazione ferroviaria di Verona e dei tabulati telefonici, i poliziotti della Mobile sono riusciti a rintracciare tutti e tre gli uomini a Nogara (Verona). Per il 19enne responsabile dall’aggressione e con precedenti penali per rapina, lesioni e per diversi reati contro la persona, il patrimonio e in materia di stupefacenti, è scattato l’arresto.

Gli agenti delle Volanti, intervenuti sul posto, avevano chiesto l’ausilio di un’ambulanza per soccorrere la vittima che, considerate le gravi condizioni, veniva trasportato all’ospedale di Borgo Roma. Il tassista per i numerosi pugni ricevuti al volto aveva riportato la frattura dello zigomo e del setto nasale e anche la perdita di coscienza immediata, che ha determinato una prognosi di 44 giorni.

Catania: confiscati a un pregiudicato beni per 31 milioni di euro

operazione di poliziaConfiscati beni per un ammontare di 31 milioni di euro a un imprenditore pluripregiudicato di Catania vicino alla cosca “Cappello”.

All’uomo sono stati sottratti alla sua disponibilità due società di capitali comprendenti dodici supermercati della catena “G.M.”, un distributore di carburanti, sette immobili (terreni e fabbricati), cinque veicoli e numerosi conti correnti e rapporti finanziari intestati ai familiari, ma tutti riconducibili all’interessato.

Il provvedimento ha riguardato beni e società già oggetto di sequestro eseguito dalla Questura di Catania nel gennaio del 2018, in esecuzione di una misura di prevenzione patrimoniale disposta dal Tribunale, in accoglimento della proposta avanzata dal Questore nel settembre 2017.

All’imprenditore è stata inoltre applicata la misura della sorveglianza speciale di P.S. con l’obbligo di soggiorno nel comune di residenza per tre anni.

L’attuale provvedimento di confisca rappresenta il termine di una attività investigativa condotta da un gruppo integrato di lavoro della Divisione anticrimine e della Squadra mobile, nei confronti di un uomo con condanne per traffico di stupefacenti che, in virtù della sua “vicinanza” al clan mafioso “Cappello”, si era inserito nel mercato della grande distribuzione di generi alimentari, reimpiegando denaro frutto di attività illecite.