Postale: pedopornografia, un arresto a Genova

PostaleArrestato dalla Polizia postale di Genova un 52enne nell’ambito di un’indagine di contrasto alla pedopornografia.

L’uomo, disoccupato e attualmente a Genova ma residente nel Regno Unito, è stato trovato in possesso di un grosso quantitativo di materiale pornografico prodotto attraverso lo sfruttamento di minori, anche in tenera età.

Gli agenti nel corso della perquisizione locale e informatica hanno rinvenuto migliaia di video pedopornografici alcuni dei quali con violenza sessuale.

L’arrestato era già stato condannato in passato per gli stessi reati ed aveva scontato 3 mesi di carcere nel Regno Unito dal quale poi era stato espulso nel 2016.

L’uomo, dopo aver fornito false dichiarazioni alla frontiera, non si era mai registrato in Italia ed era tornato a vivere a Genova.

Dagli accertamenti eseguiti dagli investigatori è risultato che l’uomo era attivo anche in molte chat e su varie applicazioni di messaggistica istantanea anche criptate.

Olivia Petillo

Reati sessuali: Europol lancia campagna di cattura latitanti

campagna cattura latitantiSuccede ora, ogni due minuti. Questo è il tempo medio in cui un reato sessuale è denunciato alla polizia nell’Unione Europea, che si tratti di stupro, violenza sessuale o aggressione. Sono reati che possono riguardare chiunque, sebbene donne e bambini siano tra coloro maggiormente colpiti da questi atti criminali violenti.

Il contrasto a questo fenomeno criminale non riguarda solo i singoli Paesi ma tutte le nazioni dell’Unione che, attraverso Europol, hanno lanciato una campagna per chiedere l’aiuto di ognuno di noi per trovare alcuni dei più pericolosi criminali per reati sessuali d’Europa.

Sono 19 i fuggitivi, tra cui alcuni italiani, sospettati o condannati per reati sessuali a cui viene data la priorità nelle ricerche e che figurano sul sito web europeo Most Wanted Fugitives, eumostwanted.eu.

Per quattro settimane, le autorità di polizia diffonderanno le loro immagini online e sui siti di social networking. La campagna sarà inoltre promossa su più canali mediatici per attirare il maggior numero di visitatori sul sito web eumostwanted.eu.

Se riconoscerete uno dei ricercati potete inviare, in forma anonima, le relative informazioni tramite il sito web eumostwanted.eu.

In passato, tale iniziativa ha dato i suoi frutti: dal lancio del progetto nel 2016, 91 criminali presenti sul sito eumostwanted.eu sono stati arrestati. In almeno 33 casi, ciò è avvenuto grazie alle informazioni fornite dal pubblico tramite il sito web.

L’iniziativa Europe’s Most Wanted è stata avviata dalla comunità della rete europea delle squadre di ricerca attive in fuga (ENFAST) con il sostegno attivo di Europol. I membri di ENFAST sono tutti specializzati nell’individuazione di criminali in fuga sospettati o condannati per reati gravi e soggetti a mandati d’arresto europei.

I Paesi che aderiscono al progetto sono il Belgio, Bulgaria, Croazia, Cipro, Danimarca, Finlandia, Francia, Germania, Italia, Lettonia, Lituania, Lussemburgo, Malta, Paesi Bassi, Polonia, Romania, Spagna, Svezia e Regno Unito. 

Diffondeva quotidiani online, 46enne denunciato dalla Postale

poliziotta della postaleDiffondeva quotidiani online tramite i gruppi sul servizio di messaggistica Telegram. Per questo motivo un 46enne è stato denunciato dai poliziotti della Polizia postale di Catania nell’operazione “Breaking news”.

L’uomo, residente in provincia di Torino, è responsabile di ricettazione e violazione del diritto di autore. Con la diffusione online delle testate di quotidiani, l’uomo ha provocato rilevanti perdite di vendita alle testate giornalistiche.

L’indagine è partita dalla denuncia del direttore responsabile del quotidiano di Messina “La Gazzetta del Sud”, il quale aveva rilevato che in Rete era possibile reperire gratuitamente la versione a pagamento del giornale, così come di altri quotidiani, che circolavano anche su alcuni gruppi di messaggistica istantanea.

Gli agenti della Polizia postale, nonostante le problematiche di trasparenza legate all’utilizzo della piattaforma Telegram, sono riusciti a risalire all’indagato. Durante una perquisizione domiciliare i poliziotti hanno sequestrato le apparecchiature informatiche utilizzate per commettere gli illeciti.

Truffe online: raggiro a oltre 80 aziende italiane

polizia postaleIl contrasto al fenomeno delle truffe online a livello internazionale è stato al centro di un’operazione della Polizia postale di Ancona in collaborazione col Servizio Polizia postale e delle comunicazioni di Roma. L’indagine “Fake Travel” ha consentito di bloccare un gruppo criminale che ha truffato molte aziende italiane del centro-nord operanti in vari settori merceologici.
Attirate dalla possibilità, risultata poi falsa, di concludere lucrosi affari con industrie americane, le imprese sono incappate nel raggiro. Denunciati 4 italiani, di cui due residenti all’estero, responsabili di una movimentazione fraudolenta di denaro per centinaia di migliaia di euro e di dollari che poi venivano trasferiti su conti svizzeri e statunitensi.

Oltre 80 le ditte truffate in sei mesi con importi sottratti fino a mezzo milione di euro.
Le indagini sono partite dalla denuncia dell’amministratore delegato di un’azienda marchigiana contattato da fantomatici collaboratori di una società americana alla ricerca di un fornitore europeo per conto di varie ditte Usa  che manifestavano interesse per i prodotti offerti dall’azienda per i quali richiedevano i cataloghi.

La ditta era stata scelta come fornitrice, quindi l’esigenza di organizzare un viaggio per un incontro di lavoro presso la sede della società americana. L’imprenditore aveva pagato così il costo di un pacchetto per viaggio e soggiorno negli Usa. Successivamente il viaggio era stato più volte posticipato con varie motivazioni fino a quando l’imprenditore aveva intuito di essere stato raggirato.

Dietro tutto questo c’era un vero e proprio “sistema truffaldino” operativo da diversi anni gestito sul territorio nazionale da una coppia di coniugi veneti, mentre gli accertamenti condotti sui conti correnti esteri sui quali confluivano le somme di denaro provenienti dalle truffe hanno accertato anche il coinvolgimento di altri due italiani residenti all’estero.

Nel modus operandi dell’organizzazione criminale i due coniugi prendevano i primi contatti con le società, essenzialmente del nord/centro Italia, proponendo l’opportunità di aprire partnership con società statunitensi.
Le vittime venivano contattate dagli altri due complici che si celavano dietro alle identità carpite illecitamente a mezzo di comunicazioni con Skype e mail apparentemente provenienti da dipendenti di ditte americane. Dopo circa 20/30 giorni i truffatori ricontattavano la società italiana, dichiarando che la società stessa aveva superato una prima verifica e quindi venivano richieste informazioni sulla sua capacità produttiva.

Per concretizzare l’accordo era necessario un viaggio negli Usa per siglare un contratto di fornitura presso la sede centrale dell’azienda americana con il responsabile acquisti per l’estero.

Alle aziende truffate veniva proposto, qualora non fossero in grado di provvedere autonomamente, di affidarsi a un’agenzia di viaggi che collaborava con la ditta americana e che avrebbe potuto procurare prenotazioni dei voli e alberghi a prezzi molto vantaggiosi. Il costo del viaggio era proporzionale al numero di persone che dall’Italia sarebbe partito per siglare gli accordi commerciali. I pagamenti, che variavano dai 3 ai 13 mila euro, venivano bonificati su vari conti aperti presso alcuni istituti di credito statunitensi. A ridosso della partenza l’azienda veniva contattata nuovamente e avvisata di un posticipo del viaggio in quanto il dipendente dell’azienda americana – o la moglie dello stesso – era morto in un incidente stradale o si era gravemente infortunato.

La gestione dei soldi veniva invece curato dai due indagati residenti all’estero, ma di fatto operanti dal territorio nazionale. I proventi illeciti confluivano infatti su conti correnti statunitensi appartenenti a società fittizie nella disponibilità di uno dei malfattori, il quale si occupava di trasferire i soldi sui suoi conti svizzeri, per poi trasferirli sul conto del quarto complice. Quest’ultimo inoltre era deputato alla gestione e all’utilizzo di varie utenze telefoniche attivate, sulla base di identità illecitamente carpite o fittizie, per i successivi contatti con le aziende.
Donatella Fioroni

Noleggio auto: 20 denunce per false licenze

noleggio con conducenteScoperto un giro di licenze senza requisiti per il trasporto di persone che ha portato i poliziotti del Compartimento Polizia stradale di Catanzaro a denunciare 20 persone e a sequestrare 24 licenze. L’operazione, svolta tra Calabria e il Lazio, è stata compiuta contro l’abusivismo nel settore dei servizi di noleggio con conducente (Ncc), molto diffuso nei pressi dei terminal di arrivo nelle località turistiche.

Dopo mesi di indagini, appostamenti e pedinamenti, gli investigatori della squadra di polizia giudiziaria della Stradale sono riusciti a ricostruire il giro d’affari in cui erano implicati imprenditori italiani e stranieri, nonché persone che avevano rapporti privilegiati in alcuni uffici pubblici del catanzarese.

I poliziotti hanno scoperto che i malviventi avevano ottenuto in modo fraudolento la licenza per svolgere il servizio di noleggio con conducente. In questo modo si erano assicurati un grosso giro d’affari causando un danno economico a tassisti e altri conducenti di auto a noleggio, nonché perdite d’introiti per le casse del comune di Roma che, in alcuni casi, si era anche costituito parte civile.

Gli agenti della Polizia stradale hanno accertato che tra il 2011 e il 2017 in un comune del catanzarese erano state rilasciate ben 100 licenze pur se lì gli abitanti fossero solo un migliaio, mentre a Roma di quelle autorizzazioni ne erano state rilasciate 1.024 su oltre 3 milioni di abitanti.