Pedofilia online: arresti e perquisizioni in tutta Italia

È servito un vero e proprio “pedinamento virtuale” della Polizia postale per smascherare una rete di pedofili italiani che si scambiavano materiale pedopornografico su una nota piattaforma di messaggistica. Gli investigatori sono riusciti a dare un volto ai nickname utilizzati in Rete identificando, così, 50 persone per cui sono state disposte le perquisizioni.

L’indagine è stata condotta dagli uomini del Centro nazionale di contrasto alla pedopornografia online e dal compartimento Polizia postale di Torino che isolando i singoli nickname e recuperando per ognuno di loro il materiale condiviso, sono riusciti ad estrapolare le connessioni IP utili alle indagini.

Per tre degli indagati sono scattate le manette in quanto sono stati trovati in possesso di grossi quantitativi di materiale pornografico: sequestrati migliaia di files.
L´ operazione, diretta dalla procura di Torino, ha coinvolto tutto il territorio nazionale impegnando nelle operazioni di perquisizione 15 Compartimenti e 24 Sezioni della postale ed è il frutto di una collaborazione internazionale con il National child exploitation coordination center (Ncecc) canadese.

Il materiale sequestrato è risultato essere molto diversificato: ci sono foto che rappresentano scene di nudo ad altre dai contenuti raccapriccianti dove le vittime sono spesso neonati; in alcuni casi si è riscontrata la presenza di materiale autoprodotto in ambito familiare, in alcune immagini venivano coinvolti animali e adottate pratiche di sadismo.

Dall’analisi dei files gli investigatori, avvalendosi di un protocollo di categorizzazione del materiale illegale condiviso a livello internazionale, sono riusciti a creare una vera e propria profilazione dei criminali in base ai gusti espressi ed alle modalità di interazione in Rete.
Ed è proprio attraverso questa analisi che sono riusciti ad identificare un pedofilo già arrestato nell’ambito di un’altra indagine analoga, qualche mese fa.

Olivia Petillo

Postale: chiusi i siti che istruivano i terroristi solitari

postale siti chiusiContenuti online utilizzati come materiale “didattico”, diffusi in Rete per ispirare e commettere attacchi terroristici, in particolare manuali digitali e guide per costruirsi in casa le armi da utilizzare nei raid, destinati ai “lupi solitari” sparsi per il mondo.

Questo genere di materiale è stato l’obiettivo dell’azione operativa, promossa da Europol e condotta dal Servizio polizia postale e delle comunicazioni, denominata “Rad – Refferral action day on instructional material online”, al termine della quale sono stati rimossi dal web tutti i contenuti sospetti.

In particolare sono stati rimossi 1.724 indirizzi web riconducibili a 113 piattaforme digitali utilizzate per la propaganda jihadista e 182 Url (Uniform resource locator – testo digitato nella barra degli indirizzi del browser) su 67 piattaforme web nell’ambito dei contenuti riferibili all’area dell’ultradestra ed antagonista/anarchica.

L’Action day ha coinvolto le unità specializzate del Centro europeo antiterrorismo (Ectc – European counter terrorism centre), e i rappresentanti di 18 Paesi, 13 dei quali appartenenti all’Unione europea.

Il materiale oggetto d’indagine è stato individuato dagli esperti della Sezione cyberterrorismo del Servizio Polizia postale, che in alcuni casi hanno anche accertato la presenza di istruzioni su come rimanere anonimi online ed evitare di essere individuati durante la pianificazione di un attacco terroristico.

“Queste attività, promosse nell’ambito della cooperazione internazionale – ha detto il direttore della Polizia postale Nunzia Ciardi – assumono una valenza fondamentale per il contrasto al terrorismo online di qualsiasi matrice, non solo sotto il profilo investigativo, quanto soprattutto per la valorizzazione dell’azione preventiva, che attraverso l’individuazione e la rimozione di contenuti online connotati da una particolare pericolosità sociale, riesce a disinnescare i propositi di attori solitari spesso difficili da individuarsi in via precoce”.

Sergio Foffo

Tassi fino al 240 per cento, fermata a Roma una banda di usurai

Prestavano soldi a tassi impossibili, che arrivavano fino al 240 per cento l’anno, e per incutere terrore nei loro “clienti” millantavano l’appartenenza alla Banda della Magliana o legami con le famiglie dei Casalesi o dei Casamonica, arrivando fino alla ‘Ndrangheta.

La banda di usurai è stata smantellata questa mattina con l’esecuzione delle sette misure cautelari emesse dal Giudice per le indagini preliminari (Gip) del tribunale di Roma, al termine dell’operazione “Money box”. L’attività investigativa è stata svolta dalla Squadra mobile della Capitale con il coordinamento del “pool antiusura” della Procura della Repubblica di Roma.

Gli indagati sono accusati di usura, estorsione, riciclaggio, autoriciclaggio, esercizio abusivo di attività finanziaria e favoreggiamento reale; tre di loro sono finiti in carcere, altrettanti agli arresti domiciliari mentre al settimo è stato notificato l’obbligo di firma.

L’indagine, che si è sviluppata tra la fine dello scorso anno e i primi mesi del 2020, ha fatto luce sull’attività illecita del gruppo criminale, che aveva come base operativa un box adibito alla vendita di accessori per auto situato all’interno del mercato di Porta Portese.

Le vittime degli usurai erano in prevalenza piccoli imprenditori e persone in difficoltà economica che, non riuscendo ad ottenere finanziamenti attraverso i canali legali, si affidavano all’illegalità nella speranza di riuscire a saldare il debito in poco tempo; purtroppo spesso ciò non era possibile, a causa degli interessi altissimi, e dopo pochi mesi, il debito si raddoppiava o triplicava.

Non avendo più nulla da perdere qualche vittima ha deciso di denunciare gli aguzzini, dando così origine all’attività investigativa.

All’interno del gruppo c’era chi aveva il compito di prestare il denaro, mentre altri avevano quello di riscuotere i debiti. Uno di loro aveva, invece, l’incarico di mettere all’incasso gli assegni che le vittime avevano lasciato a garanzia dei loro prestiti; per fare questo sfruttava la copertura fornita dalla propria impresa edile, grazie alla quale giustificava le entrate come saldo di fatture.

L’attività dei criminali non si è interrotta nemmeno con l’emergenza Covid-19, durante la quale gli usurai si erano organizzati andando a riscuotere le “rate” direttamente a domicilio.

Sergio Foffo

Ferroviaria: conclusa l’operazione “Oro rosso”

Operazione "Oro rosso" polizia ferroviariaCon una tonnellata di rame sequestrato, oltre 2mila persone controllate, di cui 5 indagate, 9 sanzioni amministrative elevate per un importo totale di più di 14mila euro, si è conclusa, nei giorni scorsi, la giornata organizzata dalla Polizia ferroviaria in tutto il territorio nazionale, per il contrasto al fenomeno dei furti di rame in ambito ferroviario.

L’operazione “Oro rosso” ha impiegato in un solo giorno, 683 operatori di Polizia che hanno concentrato l’attività principalmente su 300 rottamai in tutta Italia ed effettuato 121 servizi di pattugliamento lungo le linee ferroviarie e 54 su strada.

In particolare, in provincia di Palermo gli agenti del compartimento Sicilia hanno denunciato i titolari di un’attività di gestione rifiuti non autorizzata e sottoposto a sequestro preventivo un’area di circa 2mila mq.
All’interno dei capannoni della ditta abusiva sono stati trovati diversi container contenenti materiali di varia natura come ferro e alluminio, oltre ad una tonnellata di rame.
Inoltre, stoccate direttamente sul terreno, senza alcun rispetto della normativa in tema ambientale, gli agenti hanno scoperto numerose batterie esauste ed altri rifiuti pericolosi. I due gestori sono stati anche denunciati per ricettazione.  

Nel messinese la Polizia ferroviaria di Taormina insieme al personale di Polizia locale ha denunciato un uomo titolare di una ditta di revisioni e demolizioni auto, poiché i rifiuti ritrovati all’interno erano stoccati non come previsto secondo la planimetria e la distribuzione nei vari settori.

A Foggia è stato denunciato il titolare di un’attività di demolizione auto per la presenza di numerosi veicoli e parti di essi, collocati su un terreno sterrato, non pavimentato e in violazione delle disposizioni riguardanti la normativa ambientale. L’area è stata sequestrata.

Infine, a Torino, il personale della Polizia ferroviaria ha sanzionato amministrativamente i titolari di due ditte, per un importo totale di 6mila e 500 euro, per attività di gestione di rifiuti in assenza di idonea autorizzazione.

Olivia Petillo

Vacanze: affitta casa in sicurezza con i consigli della Polizia postale

casa vacanzaCon l’inizio dell’estate torna prepotente la voglia di vacanze, quest’anno ancora più forte dopo il difficile periodo di restrizioni dovute all’emergenza Coronavirus.

Per la scelta della meta molte persone si affidano al web, navigando a caccia di buone occasioni sui vari siti specializzati dove si incontrano domanda e offerta.

In questi casi è importante agire in sicurezza, sin dal momento della ricerca e prenotazione, per avere la garanzia di una vacanza sicura da ogni punto di vista.

Polizia postale e delle comunicazioni, Unione nazionale consumatori (Unc) e Subito, sito di annunci online molto utilizzato anche per la ricerca di case per le vacanze, hanno rinnovato anche per quest’anno la collaborazione e l’impegno verso i consumatori.

Grazie a semplici regole da applicare in fase di ricerca e di prenotazione viene offerto un supporto concreto per la scelta della propria casa vacanza in sicurezza.

La Polizia postale ha messo a fattor comune la propria esperienza sul web con quella di chi, ogni giorno, tutela gli interessi dei consumatori e del sito internet di compravendita più diffuso in Italia, approntando otto regole da seguire per programmare e vivere una vacanza in sicurezza.

Immagini realistiche, complete e non troppo patinate
Per verificare la coerenza e veridicità tra immagini e case, utilizzare un motore di ricerca web di immagini su cui caricare le foto presenti nell’annuncio e controllare che non si tratti di foto di repertorio ma di una casa reale.

Descrizione completa e dettagliata dell’immobile
Per capire se l’immobile e la zona (distanza dal mare, posizione centrale…) corrispondono alla descrizione fatta nell’annuncio, cercare la strada indicata sulle mappe disponibili nel web e, una volta trovato il luogo esatto, visualizzarlo tramite satellite.  

Contattare l’inserzionista via chat      
Per conferme ulteriori, prendere contatto con l’inserzionista tramite la chat della piattaforma, chiedere informazioni e foto aggiuntive sull’immobile e approfondire con una chiacchierata chiedendo il numero di telefono, possibilmente fisso. 

Prezzo dell’immobile adeguato
Per capire se un prezzo è alto, basso o adeguato è opportuno fare una ricerca sulla zona tramite la piattaforma in cui è presente l’annuncio, utilizzando anche un motore di ricerca e controllando se il prezzo non è troppo basso e quindi effettivamente in linea con la località e la struttura della casa.

Incontro con l’inserzionista  
Per verificare che tutto sia regolare, incontrare ove possibile l’inserzionista per una visita della casa e per consegnare l’importo dovuto di persona.

Richiesta e valore caparra           
La richiesta di una caparra è legittima, purché non superiore al 20 per cento del totale.

Documenti di identità 
Non inviare documenti personali: carta d’identità, patente o passaporto non devono mai essere condivisi in quanto potrebbero essere utilizzati per fini poco leciti.

Pagamenti
Effettuare pagamenti solo su Iban o comunque con metodi tracciabili; l’Iban bancario deve essere riconducibile a un conto corrente italiano che è possibile verificare tramite strumenti online.