Maturità: al via la campagna contro le fake news

La maturità di quest’anno non avrà come in passato le fake news legate alle tracce d’esame e neanche la lotta contro l’uso degli smartphone durante le prove. Ma il pericolo che tra gli studenti ci sia confusione e si diffondano informazioni sbagliate è comunque in agguato perché l’esame di Stato 2020, che verrà ricordato come quello svolto “ai tempi del coronavirus”, presta benissimo il fianco a interpretazioni sbagliate.

L’esame che si svolgerà solo con un colloquio orale, peraltro diverso dal passato, avrà in più un protocollo di sicurezza per svolgere la prova, in presenza, a scuola. Un lungo elenco di informazioni che i maturandi non hanno ancora pienamente digerito.

Proprio questo sarà il tema centrale della tradizionale campagna di sensibilizzazione che la Polizia postale e delle comunicazioni porta avanti, in collaborazione con il portale degli studenti Skuola.net, giunta al tredicesimo anno consecutivo.

L’obiettivo di “Maturità al sicuro” è sempre quello di contrastare, alla vigilia dell’esame, fake news, bufale e leggende metropolitane e tranquillizzare i ragazzi soprattutto dall’enorme quantità di consigli per evitare il contagio da Covid-19.

È come se tra gli studenti si fosse diffusa la paura da esame orale “dal vivo”.

A confermarlo è l’annuale monitoraggio realizzato da Skuola.net per la Polizia di Stato su un campione di circa 5 mila studenti del quinto anno delle superiori, questa volta realizzato proprio sulle norme socio-sanitarie adottate dal ministero dell’Istruzione.

Circa un maturando su quattro, ad esempio, pensa che sarà costretto ad avere la mascherina ben fissata sul volto per tutta la sua permanenza nell’edificio scolastico, anche durante il colloquio, quando, invece, le linee guida concedono allo studente, la possibilità di “abbassarla” per svolgere il colloquio. E il 21 per cento è rassegnato all’idea di doversi presentare a scuola da solo, senza nessuno, mentre il protocollo non vieta a un accompagnatore (uno soltanto) di assistere all’esame.

Un tema particolarmente controverso è quello sulle regole per l’accesso a scuola: agli studenti (e ai commissari) non verrà misurata la febbre ma basterà produrre una dichiarazione che attesti l’assenza di sintomi riconducibili al Covid-19.

Peccato che solo uno su tre ne sia al corrente; il 46 per cento pensa che invece la misurazione della temperatura sarà obbligatoria; mentre il 19 per cento, all’esatto opposto, è convinto che non ci sarà alcun controllo in tal senso.

Lo stesso si può dire per la questione guanti: nessun obbligo; secondo il protocollo basterà igienizzarsi frequentemente le mani (con i gel messi a disposizione dall’istituto), ma solo uno studente su due è aggiornato su questa procedura. L’unico passaggio veramente chiaro è quello dei tempi di permanenza nelle strutture: quasi tutti sanno che potranno arrivare circa 15 minuti prima del proprio esame e che dovranno andare via immediatamente una volta finita la prova.

L’iniziativa “antibufale” di Polizia di Stato e Skuola.net serve proprio per trasmettere i messaggi corretti e sgomberare il campo da quelli errati.

Per questo è stato realizzato anche un video dal contenuto ironico che passa in rassegna i comportamenti sbagliati che uno studente potrebbe assumere leggendo in modo distorto il protocollo di sicurezza: ci sono il negazionista e il fobico, l’assembratore e l’ansioso, il collezionista di autodichiarazioni e il distanziatore sociale.

In più, gli operatori del Commissariato di P.S. online anche quest’anno saranno a disposizione dei ragazzi nelle ore immediatamente precedenti l’inizio del maxi-orale, per rispondere a tutti i loro quesiti e dubbi sulle informazioni che circolano in Rete. Infine un rappresentante della Polizia di Stato sarà anche presente alla tradizionale diretta di Skuola.net alla vigilia del primo giorno d’esami, per fare il proprio “In bocca al lupo” e tranquillizzare ulteriormente tutti gli studenti alle prese con questa Maturità 2020.

Milano: sequestro di beni alla ‛Ndrangheta

Sequestro di beniGli uomini della Divisione anticrimine della questura di Milano hanno ultimato il sequestrato di beni per oltre un milione e 300 mila euro a un noto esponente della ‛Ndrangheta legato alla cosca Morabito-Palmara-Bruzzaniti.

Le indagini patrimoniali svolte dagli investigatori avevano accertato l’evidente disparità tra i redditi dell’uomo ed il suo tenore di vita e nei confronti dello stesso era già avvenuto un sequestro, lo scorso ottobre, di 6 immobili, 3 società, un autoveicolo e diversi conti correnti bancari.

L’uomo, originario di Locri, è stato ritenuto un referente sul territorio lombardo per l’importazione e lo smistamento di grandi quantità di cocaina dalla Calabria.

Il prosieguo delle indagini ha portato gli investigatori ad individuare ulteriori beni del valore di oltre un milione di euro, consistenti in due imprese di costruzione con relativo patrimonio aziendale, un veicolo commerciale ed un bar ubicato a Garbagnate Milanese. Successivamente sono stati scoperti ulteriori beni, per un valore stimato di circa 300mila euro, che l’uomo aveva tentato di occultare cedendoli ad un’altra società a lui riconducibile.

Cyber-criminali rubano identità a noto giornalista per avere finanziamenti, denunciati

Sono riusciti ad ottenere finanziamenti per circa 100 mila euro usando nome e dati di un noto giornalista televisivo, ma i cyber criminali, che agivano in tutta Italia, sono stati scoperti dalla Polizia postale di Bologna che li ha denunciati.

I poliziotti, coordinati dal Servizio polizia postale e delle comunicazioni, hanno dato il via alle indagini dopo la denuncia del giornalista avvenuta lo scorso anno. A nome della vittima risultavano attivi tre finanziamenti disposti da tre società finanziarie, uno da 50 mila e due da 25 mila euro. Naturalmente il giornalista non aveva chiesto questo denaro. Quei soldi erano stati prima convogliati su un unico conto corrente bancario e, in seguito, suddivisi su tre conti e infine prelevati presso sportelli bancomat.

I finanziamenti erano stati ottenuti online attraverso copie dei veri documenti di identità del giornalista, mentre la busta paga era stata falsificata. I conti correnti a nome della vittima erano stati attivati nello stesso modo, ma usando la foto di un’altra persona.
Grazie all’utilizzo di un programma informatico di riconoscimento del volto (S.A.R.I.), l’individuo è stato identificato in un pregiudicato partenopeo di 63 anni residente a Roma, portando così gli investigatori ad estendere le indagini nella Capitale. 
Le indagini sono proseguite con l’analisi delle connessioni fatte per eseguire i bonifici, tutte localizzate a Roma. Inoltre è stata effettuata la comparazione fra i tabulati telefonici degli intestatari dei conti correnti sui quali sono confluiti i profitti e i dati relativi ai prelievi Atm. Gli agenti sono così arrivati ad altri due pregiudicati, un romano di 31 anni ed un piemontese di 47. Gli indagati sono stati tutti denunciati per concorso nel reato di accesso abusivo a sistema informatico, sostituzione di persona e truffa.

Sono stati, inoltre, denunciati un 63enne residente a Firenze e un 44enne residente a Livorno per aver fornito il proprio rapporto di conto corrente con lo scopo di ricevere le somme fraudolente. 
La Polizia Postale raccomanda sempre di fare estrema attenzione alla tutela dei propri dati personali (documenti d’identità, coordinate bancarie, estremi di carte di pagamento), conservandoli in supporti protetti da password evitandone la divulgazione.

Donatella Fioroni

Polizia ferroviaria: attività di prevenzione e controllo nelle Stazioni

polizia ferroviariaDall’inizio dell’anno, sono stati 45 gli arresti effettuati dalla Polizia ferroviaria per l’esecuzione di ordini di catture, misure cautelari e rintracci di latitanti.
Diciotto di questi sono stati eseguiti nel periodo di massima limitazione della circolazione delle persone per le disposizioni da Covid19.

Diversi gli episodi legati a queste attività.

Nella stazione di Milano Centrale, durante un controllo, è stata identificata e arrestata una cittadina bosniaca su cui pendeva un ordine di cattura a 18 anni di reclusione per una lunga serie di reati contro il patrimonio, molti dei quali consumati nella stessa stazione Centrale;

A Milano Cadorna è stato arrestato un cittadino italiano di 50 anni per un ordine di carcerazione emesso dalla Procura di Bologna per una serie di reati, tra cui truffa, rapina, falsità ideologica commessa da privato in atto pubblico e guida in stato di ebbrezza, per i quali dovrà scontare la pena complessiva di 6 anni;

Alla stazione di Verona porta Nuova, è stato arrestato un 36enne, pluripregiudicato di origine rumena. Da tempo ricercato dall’autorità giudiziaria del suo Paese e su cui pendeva un mandato di arresto europeo; per l’uomo è stata disposta l’estradizione.

A Pistoia gli agenti hanno arrestato un cittadino nigeriano per il quale era stata emessa un’ordinanza di custodia cautelare in carcere, perché responsabile insieme ad altri connazionali di diversi episodi di spaccio di sostanze stupefacenti per lo più commessi nelle vicinanze della Stazione Ferroviaria.

A Roma Termini, negli uffici della Polizia ferroviaria si è presentato un uomo per ritirare un telefono cellulare che poco prima gli era stato rubato ed è stato poi arrestato perché risultato destinatario di un provvedimento di sorveglianza speciale con l’obbligo di soggiorno a Siracusa.

Mentre gli agenti della Polizia ferroviaria di Bari hanno arrestato, nella stazione centrale, un 50enne ricercato per un ordine di carcerazione emesso dalla Procura di Lecce; l’uomo deve scontare  2 anni e 27 giorni di reclusione per reati di maltrattamenti in famiglia e lesioni.

Postale: scoperta truffa internazionale su cripto valute

Un’organizzazione criminale specializzata in reati finanziari, truffa, riciclaggio ed estorsione è stata individuata dalla Polizia postale a conclusione di un’indagine nata dalla denuncia, nel 2018, di un cittadino italiano rimasto vittima di un raggiro che gli è costato circa 380mila euro.

L’uomo è stato convinto da “promotori finanziari” dietro la garanzia di grossi guadagni, ad eseguire cospicui investimenti su una falsa piattaforma di trading online per l’acquisto di cripto valuta su una piattaforma all’indirizzo https://globalfxm.com.

Appena accortosi del raggiro, la vittima ha manifestato agli pseudo broker la volontà di rientrare del capitale investito che finiva, attraverso bonifici, in un conto corrente estero situato nella Repubblica Ceca. Alla richiesta della vittima di rientrare del capitale, i criminali avevano scatenato delle vere e proprie minacce per indurlo a versare ulteriori somme di denaro che sarebbero servite a sbloccare il rimborso.

Attraverso la cooperazione di Europol, presso il quale è stato attivato il gruppo di lavoro J-CAT (Joint Cybercrime Action Taskforce), gli investigatori hanno interessato il collaterale organo di polizia ceca che ha accertato come il danaro in questione fosse stato trasferito ad altri due conti correnti bancari, sempre presso istituti di credito cechi, sui quali è stato possibile al momento reperire la somma totale di circa 226mila euro che è stata bloccata.  

L’indagine europea che ne è scaturita ha permesso di identificare e segnalare due donne di nazionalità ucraina e armena, risultate le amministratrici delle società intestatarie dei conti correnti esteri e titolate a disporre degli stessi, e di ottenere il sequestro preventivo della somma di danaro disposto dal G.i.p. di Cagliari, inoltrato alle Autorità ceche.

Per non cadere in questo genere di truffe la Polizia postale consiglia di:

  • verificare che il soggetto che propone il trading online (ad es. su operazioni su Forex) sia autorizzato, visitando i siti web della Consob e della Banca d’Italia;
  • consultare la sezione “WARNING AND PUBLICATIONS FOR INVESTORS” dell’ESMA (la CONSOB europea) e verificare se, nei confronti del trader, altre autorità europee omologhe alla CONSOB, hanno pubblicato un avviso agli utenti (warning);
  • verificare, attraverso i motori di ricerca sul web, la presenza di eventuali blog o forum sulla società di trading o sul sito internet;
  • diffidare di quei broker che offrono un rendimento fuori mercato (prospettando un ritorno economico in percentuali di elevata entità);
  • fare trading con broker e su piattaforme conosciute e di provata affidabilità;
  • non cadere nell’ulteriore trappola dei truffatori che, con il pretesto di sbloccare i rimborsi di quanto già “investito”, richiedono il pagamento di ulteriori somme di danaro: si tratta di una estorsione.