Coronavirus: il capo della Polizia intervistato sul contenimento del contagio

In un’intervista, il capo della Polizia ha fatto il punto sull’attività della Polizia e delle forze dell’ordine impegnate nel contenimento del Coronavirus e ha spiegato i nuovi provvedimenti, legati al decreto legge 19 del 25 marzo.
Nel colloquio con il giornalista, il Prefetto ha ricordato come in questo momento c’è la “Battaglia che medici paramedici e strutture sanitarie combattono per la vita ma c’è un’altra battaglia che si combatte ed è spezzare la catena del contagio”.
“Abbiamo la stragrande maggioranza dei nostri concittadini che rispetta le regole; c’è un’altra parte che non le rispetta – ha continuato il capo della Polizia, ricordando come – al 24 marzo, su 2 milioni e mezzo di persone controllate, abbiamo rilevato 110 mila comportamenti non corretti”.
Sottolineando le indicazioni date alle donne e agli uomini della Polizia di Stato, Gabrielli ha concluso affermando che “Dobbiamo essere rigorosi ma anche umani non solo nelle modalità ma anche comprendendo le condizioni di necessità che a volte non trova riscontro in un modulo; colpire i furbi ma aiutare le persone che hanno bisogno”.

Emergenza Coronavirus: prorogata la scadenza dei permessi di soggiorno

permesso di soggiornoIl Decreto legge 18/2020 del 17 marzo 2020 contiene alcune disposizioni relative alla durata dei procedimenti amministrativi e delle autorizzazioni di polizia.

In particolare si stabilisce che: “Tutti i certificati, attestati, permessi, concessioni, autorizzazioni e atti abilitativi comunque denominati, in scadenza tra il 31 gennaio e il 15 aprile 2020, conservano la loro validità fino al 15 giugno 2020”.

Pertanto la validità di tutti i permessi di soggiorno in scadenza in questo periodo, viene prorogata fino al 15 giugno 2020, dando la possibilità ai titolari di poter effettuare la domanda di rinnovo dopo tale data.

Roma: oggi ricorre il 76° anniversario dell’eccidio delle Fosse Ardeatine

lapide all'ingresso delle fosse ardeatine a romaSi celebra oggi il 76° anniversario dell’eccidio delle Fosse Ardeatine A Roma.

Il 23 marzo 1944 la resistenza decise di colpire i tedeschi con un attentato. Fu scelta via Rasella, a Roma, dove furono fatte esplodere diverse bombe proprio nel momento in cui passava un reparto di SS; ne morirono 32 e 10 furono feriti (uno dei quali morì più tardi).

La rappresaglia delle truppe di occupazione non si fece attendere: per ogni tedesco morto sarebbero stati uccisi 10 italiani.

Il giorno dopo, all’incrocio tra via Fosse Ardeatine e via delle Sette chiese, un plotone di soldati bloccò l’accesso alla cava dove, poco dopo, vennero spinti i condannati: 335 uomini (5 in più a causa di un “errore”) che nulla avevano a che fare con l’attentato, furono trucidati e poi sotterrati facendo esplodere alcune cariche di dinamite.

Quest’anno a causa dell’emergenza #coronavirus non ci saranno cerimonie ufficiali. Vogliamo però ricordare tutte le vittime di quell’eccidio tra i quali figurano anche due appartenenti alla Polizia: il tenente Maurizio Giglio e il vice brigadiere Pietro Lungaro fucilati dopo essere stati imprigionati e torturati per vari giorni. sulle loro lapidi, la numero 150 del 4° blocco e la 39 del 1° blocco, poniamo idealmente un fiore a memoria del loro sacrificio.

Coronavirus: come aiutare a frenare l’epidemia

Chi può fermare l’epidemia di #Covid_19 ? Un video che spiega la grande differenza che può fare un singolo individuo nello spargere o frenare l’epidemia. Parla di una responsabilità comune per guarire il Paese, e parla a te che rispettando le regole dai la possibilità ai medici di salvare quante più vite possibili. Restando a casa anche tu sei in prima linea contro il #coronavirus

#grazieanomeditutti

#turestaacasa

#iorestoacasa

Antimafia: oggi la giornata del ricordo delle vittime

teca della quarto savona 15 esposta a RiminiSono oltre mille i nomi che ogni anno, il 21 marzo vengono letti ad alta voce e celebrati nella “Giornata della Memoria e dell’Impegno in ricordo delle vittime delle mafie”.

La legge che istituisce formalmente la giornata è del 2017 ma le celebrazioni si susseguono dal 1996 quando, per volontà di due madri, due donne eccezionali, è nato il progetto, in collaborazione con “Libera – Associazioni, nomi e numeri contro le mafie”.

Le due donne di cui parliamo sono la mamma di Roberto Antiochia, un agente morto al fianco del commissario Antonino “Ninni” Cassarà nel 1985 e la mamma di Antonio Montinaro, ucciso insieme al giudice Giovanni Falcone e alla moglie Francesca Morvillo nel 1991.

Saveria e Carmela, questi i loro nomi, hanno distillato il loro dolore in una ferrea volontà di ricordo; hanno trasformato un lutto privato in un pezzo di storia collettiva fatta di volti, vite e storie di persone comuni.

ricordo delle vittime di mafiaA fianco di nomi scolpiti nel ricordo di ciascuno di noi, oggi, ricordiamo anche nomi sconosciuti ai più che, anche con piccoli gesti, hanno segnato la propria vita lasciando però un insegnamento al nostro Paese.

In questi giorni in cui gli italiani si confrontano con un passaggio molto complesso della storia della Repubblica, giorni in cui paura, ansia e incertezza entrano nelle nostre case, ricordiamo queste donne e questi uomini che hanno saputo tenere la schiena diritta, spesso sapendo che questo sarebbe costato loro la vita.

Il loro coraggio, le loro storie, i loro volti ci indicheranno la strada da seguire.

#inostricaduti #EranoSemi