Viterbo: sequestrati 3 milioni di euro tra beni e conti correnti

Un sequestro patrimoniale per oltre 3 milioni di euro è stato eseguito stamattina dalla Divisione anticrimine della questura di Viterbo e la Guardia di finanza nei confronti di un 41enne imprenditore nel ramo della mediazione immobiliare creditizia. L’uomo, pregiudicato, è collegato al clan calabrese dei Vadalà, nonché ad alcune famiglie malavitose della Capitale.

Il sequestro, attuato su proposta del questore di Viterbo, ha riguardato diversi beni e conti correnti. In particolare una villa con terreno, autovetture di lusso, motoveicoli, orologi Rolex e gioielli per un valore stimato pari a circa 500 mila euro. 

Cagliari: VIII conferenza regionale sulla cooperazione internazionale

8 conferenza a cagliariSi è tenuta stamattina a Cagliari, presso l’ente fieristico padiglione “Mediterraneo”, la VIII conferenza regionale sulla cooperazione internazionale di polizia.

Organizzata e realizzata dallo Scip (Servizio per la cooperazione internazionale di Polizia) è stata presieduta dal vice capo della Polizia – direttore centrale della Polizia criminale Vittorio Rizzi

Nel corso della conferenza sono intervenuti i vertici della magistratura e delle forze di polizia della regione Sardegna ed il direttore dell’Ufficio coordinamento e pianificazione per le forze di polizia Maria Teresa Sempreviva.

8 conferenza a cagliari

L’obiettivo di queste conferenze regionali è quello di presentare il sistema di cooperazione internazionale di polizia, che ha il suo punto di contatto nazionale nello Scip, e i suoi canali di comunicazione, di interoperabilità delle banche dati e la connessione diretta con le agenzie Interpol ed Europol.

L’utilizzo di queste piattaforme interconnesse favoriscono le indagini internazionali e l’attività di prevenzione che va oltre i confini geografici della nostra nazione.

Nel suo intervento il prefetto Rizzi ha sottolineato: “Il senso e la finalità di questo ciclo di conferenze è quello formativo, ovvero di far conoscere gli strumenti della cooperazione internazionale di polizia e il loro ventaglio di possibilità e finalità strategico/operative per contrastare le varie minacce criminali. Oggi non esiste più un crimine delimitabile territorialmente, ad esempio il cybercrime è di per sè un crimine senza territorio fisico. Il nostro passato è fatto di sfide di sicurezza interna come la criminalità organizzata, gli anni del terrorismo politico e le sue stragi, ora, dopo un percorso di trasformazione anche a livello giuridico, siamo di fronte a sfide divenute globali. Questa globalizzazione delle minacce criminali, terrorismo, traffico di droga, tratta di esseri umani, viene contrastata dal Dipartimento della pubblica sicurezza attraverso l’operato del Servizio per la cooperazione internazionale di Polizia e della sua rete di Esperti per la sicurezza dislocata nel mondo, che condensa in sè le specificità tecnico/operative delle quattro forze di Polizia. Inoltre attraverso policy di cooperazione, condivisione, innovazione e conoscenza il “network sicurezza” messo in campo dallo Scip sviluppa strategie internazionali di lotta al crimine organizzato come il progetto I-Can (Interpol Cooperation Against Ndrangheta) dimostra.”

Operazione antidroga a Catania

MarijuanaOperazione antidroga della Squadra mobile di Catania nei confronti di 13 persone specializzate nel traffico e nello spaccio di sostanze stupefacenti: sei sono finite in carcere, 2 agli arresti domiciliari e 5 sono state sottoposte all’obbligo di presentazione all’autorità di Pubblica sicurezza.

Il gruppo gestiva lo spaccio, in particolare di marijuana, nel popolare rione di San Giovanni Galermo a Catania e l’indagine, avviata nel maggio del 2017 dalla Squadra mobile e dal commissariato “Nesima”, è stata coordinata dalla Procura distrettuale.

Spacciare la droga era un vero e proprio “lavoro” per il gruppo tanto che era pianificato con turni dalle 10 alle 14 e dalle 15 alle 18, e avveniva all’interno dei portici dei palazzi dove gli investigatori hanno potuto accertare che le cessioni si aggiravano a circa 200 al giorno.

Il gruppo ben organizzato gestiva il “lavoro” con una perfetta distribuzione di compiti tra pusher, vedette e custodi della droga.

Videocamere appositamente collocate dagli investigatori hanno ripreso per mesi il traffico: la droga veniva occultata all’interno di una botola in ferro ricavata nel terreno e lì, i vari pusher,  si rifornivano durante i due turni di spaccio.         

Scherma paralimpica: Fiamme oro sul podio in Coppa del mondo

Scherma paralimpicaNello scorso fine settimana si è svolta la tappa ungherese della Coppa del mondo di scherma paralimpica. Sulle pedane di Eger gli atleti tesserati per le Fiamme oro hanno conquistato preziose medaglie per l’Italia, contribuendo in maniera determinante al bottino della spedizione azzurra in terra magiara.

Scherma paralimpicaIl dream tem del fioretto femminile, composto dalle tre atlete portacolori della Polizia di Stato Beatrice Vio, Loredana Trigilia e Andreea Mogos, ha trionfato vincendo la medaglia d’oro grazie alla vittoria ottenuta in finale contro il team della Russia con il punteggio di 45-32.

Ancora sul podio Bebe Vio nella gara individuale della categoria B, nella quale, per la prima volta dopo tante vittorie, si è piazzata terza.

Marco CimaBronzo anche per Edoardo Giordan nella categoria B della sciabola maschile, che poi si è ripetuto conquistando il terzo posto anche con la squadra, insieme all’altro atleta cremisi Marco Cima.

L’ultima medaglia di marca Fiamme oro è stata quella di Emanuele Lambertini che si e messo al collo l’argento nella gara di fioretto maschile categoria A.

Terrorismo: arrestato giovane jihadista

Terrorismo internazionaleÈ stato arrestato nei giorni scorsi, dagli uomini delle Digos di Bologna e di Parma e da quelli del Compartimento polizia postale di Bologna su ordine della magistratura, un giovane cittadino tunisino per “addestramento ad attività con finalità di terrorismo anche internazionale”.

Il giovane, regolare sul nostro territorio, era stato oggetto di monitoraggio da parte della Digos durante un’attività di contrasto al cyberterrorismo svolta nelle prime fasi dagli agenti della Polizia postale di Perugia che erano riusciti ad individuare un profilo whatsapp inserito in un gruppo chiamato “gli estranei”. 

Il gruppo mostrava una foto profilo rappresentativa dello Stato islamico e aveva come scopo anche lo scambio di messaggi propagandistici; inoltre l’utilizzatore del profilo individuato era attivo anche in altri due gruppi whatsapp: “i canti dello stato islamico” e “l’esercito del califfato”.

Gli investigatori della Polizia postale avevano scoperto che l’account osservato apparteneva ad un’utenza mobile italiana, utilizzata da un giovane 24enne, operaio edile localizzato nella provincia di Parma, e acquisiva ulteriori elementi sulla personalità dell’uomo, consentendo di individuare altri due profili Facebook a lui ricollegabili.

Attraverso i profili facebook si rilevava una sua spiccata inclinazione alla cultura dello Stato islamico e alla lotta armata, non risparmiando apprezzamenti e iscrizioni a pagine ad esse dedicate.

Durante le perquisizioni effettuate a giugno veniva sequestrato un cellulare e molti documenti d’interesse investigativo.

Dall’analisi sullo smartphone sono state trovate migliaia di immagini che ritraggono scene di guerra nei territori medio orientali, esecuzioni capitali e 40 video esplicativi delle varie tecniche operative utilizzate da gruppi jihadisti  nonché istruzioni per confezionare ordigni artigianali, bombe tipo molotov e tipo ANFO,  tecniche di combattimento,  raccomandazioni per eludere inseguitori, come  evitare la cattura e, infine, tecniche utili per liberarsi dalle manette; inoltre venivano dati consigli su come saper occultare un cadavere, ma anche tecniche di disarmo e difesa da minacce armate.

I documenti trovati, anche cartacei, mostravano elementi relativi al crescente processo di radicalizzazione del ragazzo ed adesione ed esaltazione della jihad.

A tutto questo si aggiungono altri elementi emersi a seguito delle analisi dei contatti telefonici che mostrano l’inserimento dell’indagato in una cerchia di persone appartenenti ad ambienti jihadisti.

Il ragazzo utilizzava piattaforme di comunicazione come Telegram e Whatsapp che risultano difficilmente intercettabili e contatti telefonici con utenze straniere riferibili a nazioni estere come Tunisia, Algeria, Filippine, Yemen, Gran Bretagna, Stati Uniti ed altre ancora.

In corso ulteriore indagine per analizzare altro materiale sequestrato e verificare i contatti che fanno riferimento a contesti nazionali e internazionali.