Hanno solo 11 e 14 anni le due studentesse identificate dalla Polizia postale di Catania in merito alle lesioni e minacce gravi rivolte a due coetanee fuori dalla scuola.
L’indagine è partita dalla segnalazione dell’istituto scolastico che le ragazze frequentano e le indagini hanno accertato che le minori, per futili motivi, avevano atteso le vittime all´uscita da scuola aggredendole violentemente.
La scena di violenza era stata ripresa con uno smartphone e, successivamente, divulgata sui social. Le vittime erano state anche minacciate con frasi del tipo “…se mi fai la denuncia te ne vai da Catania”. Dopo la pubblicazione del video anche sui social erano continuate le minacce e gli insulti.
La Procura per i minorenni ha immediatamente disposto l´audizione dei minori ed il sequestro dei dispositivi mobili con la rimozione del video.
Pubblichiamo la graduatoria definitiva della prova preselettiva ed il calendario delle convocazioni per gli accertamenti psico-fisici ed attitudinali per i candidati esterni per il concorso pubblico di 120 posti da commissario e, inoltre, il calendario dei soli accertamenti attitudinali per i candidati già appartenenti alla Polizia di Stato.
Rapinava centri estetici di Milano gestiti da cittadini cinesi. A finire agli arresti, per il reato di rapina aggravata, un 45enne cittadino kosovaro.
Le indagini dei poliziotti del Commissariato Garibaldi-Venezia, hanno avuto inizio subito dopo la rapina consumata presso un centro estetico di via Melchiorre Gioia la sera dello scorso 6 febbraio. In quell’occasione il rapinatore, ha fatto irruzione nell’esercizio commerciale nel pieno delle attività lavorative con volto parzialmente coperto da un cappuccio e uno scalda collo, ha estratto un coltello a farfalla di grosse dimensioni ed ha intimato ai presenti di non muoversi e di consegnare il denaro. Le commesse, terrorizzate, sono rimaste ferme mentre l’uomo si è impossessato di tutti i soldi della cassa, dei cellulari delle dipendenti e del denaro di una delle clienti.
Gli agenti sono risaliti all’identità dell’uomo attraverso l’esame delle immagini dell’impianto di videosorveglianza del negozio rapinato e tramite la localizzazione di uno dei cellulari rapinati.
Analizzando il video dell’ultima rapina, i poliziotti, hanno evidenziato come il modus operandi corrispondesse a quello di altre cinque rapine commesse ai danni di centri estetici in zona Greco Turro, Città Studi e Garibaldi-Venezia.
Lo straniero risulta attualmente autore di almeno due rapine avvenute tra gennaio e febbraio 2020, effettuate tutte in centri estetici gestiti da cittadini cinesi, dove con l’utilizzo del coltello a farfalla delle dimensioni di circa 15 centimetri, ha minacciato e rapinato dipendenti e clienti. Lo stesso, è fortemente sospettato di ulteriori tre rapine consumate sempre in centri estetici.
Indagata la proprietaria 70enne di un canile per i reati di truffa ai danni dello Stato e peculato.
Le indagini della Squadra mobile di Pordenone hanno evidenziato come la signora, attraverso una serie di comportamenti illeciti, sfruttando gli animali d’affezione, riusciva a garantirsi continuativamente introiti in danno dei 58 Comuni convenzionati tra Friuli Venezia Giulia e Veneto.
In particolare gli animali venivano ricoverati senza l’attuazione delle procedure di riabilitazione previste e, in più occasioni, venivano spostati dal canile all’abitazione privata della proprietaria della struttura, sottraendo in questo modo gli animali da ogni possibilità di adozione.
Inoltre, per non favorire l’adozione dei cani ricoverati in convenzione, la donna isolava gli esemplari in gabbie singole, perlopiù senza nemmeno farli “sgambare”, affinché non sviluppassero socialità, per assicurarsi così il mantenimento della diaria fatturata ai Comuni affidatari; in alcuni casi collocava più esemplari di taglie diverse in aree comuni, lasciandoli di fatto allo stato selvatico, in condizioni di “branco”, per impedire che questi sviluppassero affezione per l’uomo.
Negli ultimi due anni i 400 cani ricoverati hanno fruttato alla donna svariate centinaia di migliaia di euro anche per le costose spese veterinarie richieste per l’acquisto di farmaci necessari alla cura degli animali.
Sono state eseguite, questa mattina, dalle Squadre mobili di Cosenza e Catanzaro, 45 misure cautelari nei confronti dei componenti di un’associazione specializzata nel traffico e nello spaccio di stupefacenti attiva nei comuni della valle dell’Esaro.
L’organizzazione beneficiava del legame con un componente della famiglia Presta, legato ’Ndrangheta cosentina, egemone sul territorio.
All’operazione, esito di un’indagine coordinata dalla Direzione distrettuale antimafia di Catanzaro e dal Servizio centrale operativo della Polizia di Stato, hanno partecipato i Reparti prevenzione crimine, le Squadre mobili di Reggio Calabria, Monza-Brianza, Viterbo e L’Aquila.
L’organizzazione criminale controllava il territorio, nello specifico tra i comuni di Tarsia, Roggiano Gravina, San Lorenzo del Vallo, Spezzano Albanese, Acri, esercitando il proprio potere mediante la capillare e opprimente imposizione dei propri spacciatori nelle varie piazze di spaccio, anche con la forza intimidatoria delle armi nella disponibilità del gruppo criminale.
Alcuni degli indagati sono anche accusati di estorsione e ricettazione.
La droga, in particolare cocaina, veniva approvvigionata da fornitori reggini vicini alle cosche di Platì, Reggio Calabria, e gli investigatori sono riusciti a ricostruire numerosi episodi di spaccio di sostanza stupefacente; inoltre i poliziotti hanno proceduto, nel tempo, a sequestri di vario tipo, e arresti in flagranza di reato.
Contestualmente all’esecuzione delle misure cautelati di oggi è stata data esecuzione ad un provvedimento di sequestro preventivo di terreni, edifici e beni (2 imprese individuali e 32 immobili) riconducibili ad alcuni degli indagati per un valore complessivo di circa 2 milioni di euro, nonché al sequestro di 3 autovetture.