Due giorni di controlli a tappeto nell’ambito ferroviario che ha visto impegnate le Polizie ferroviarie di 19 Paesi europei. È stata denominata “Active Shield” ed è un’iniziativa organizzata da Railpol con l’obiettivo di attivare, contemporaneamente in tutti i Paesi aderenti, controlli preventivi a viaggiatori e bagagli sia nelle maggiori stazioni ferroviarie che a bordo dei convogli, in particolare quelli dell’Alta Velocità ed internazionali.
Per quanto riguarda l’attività svolta in Italia, sono stati impiegati 1.588 operatori della Polizia ferroviaria, con 642 stazioni presidiate e 1.801 treni controllati. Sono state identificate circa 10 mila persone e quasi 3 mila bagagli controllati.
I controlli sono stati compiuti attraverso le immagini dei sistemi di videosorveglianza presenti nelle maggiori stazioni ferroviarie, attraverso gli smartphone in dotazione alle pattuglie per la verifica in tempo reale dei documenti elettronici nonché attraverso le unità cinofile e metal detector.
Caschi, mazze di ferro, un manganello, alcolici, fumogeni e petardi vietati, fanno parte dell’equipaggiamento sequestrato dai poliziotti, il 7 dicembre scorso, all’interno delle auto di un gruppo di ultras della Nocerina, al termine della partita di calcio del campionato di serie D disputata allo stadio Jacovone, in casa del Taranto.
Il sequestro è stato solo l’epilogo di una giornata di violenza che ha avuto come protagonisti i 66 sostenitori della squadra campana ai quali oggi gli agenti della questura di Taranto hanno notificato il Daspo (Divieto di accesso alle manifestazioni sportive) per la durata di un anno.
Il giorno della partita gli agenti avevano predisposto un servizio di accoglienza per i tifosi della Nocerina, attesi con una colonna di undici auto private, che fu intercettata a pochi chilometri dal capoluogo jonico.
Durante il tragitto, nei pressi del parcheggio riservato ai tifosi ospiti, il gruppo di supporters campani si era reso autore del lancio di bottiglie e grossi petardi, che fortunatamente non avevano provocato conseguenze gravi.
Gli stessi tifosi, molti dei quali vestiti allo stesso modo e con il volto coperto, avevano opposto una violenta resistenza alla normale identificazione necessaria per la verifica del biglietto d’ingresso allo stadio; alla fine in sei erano rimasti fuori perché sprovvisti del tagliando.
Al termine della partita i poliziotti avevano perquisito, trovando una accesa resistenza, le auto dei tifosi ospiti trovando e sequestrando numerosi oggetti pericolosi e vietati.
Si è svolto questa mattina a Pordenone il convegno sul tema “Multimedialità e Sicurezza” a cui ha preso parte il capo della Polizia Franco Gabrielli.
L’evento è stato organizzato dalla Questura e dal Consorzio Universitario di Pordenone.
Nell’ambito delle attività istituzionali e di collaborazione per valorizzare Enti e realtà del territorio, il convegno è stato l’occasione per approfondire e condividere tematiche nell’ambito della sicurezza, attraverso l’intelligenza artificiale e la realtà aumentata.
In particolare, nel corso della conferenza sono stati illustrati nuovi progetti e sperimentazioni come quelli sull’intera postura, la rilevazione ed elaborazione delle microespressioni dei volti, l’evoluzione nell’applicazione delle tecnologie di riconoscimento facciale ed emozionale.
Sono state anche approfondite alcune tematiche come l’analisi predittiva comportamentale in luoghi affollati e di singoli soggetti e la sperimentazione delle tecnologie per la sicurezza applicate ai droni.
Dopo gli interventi dei relatori, alla presenza del prefetto di Pordenone Maria Rosaria Maiorino, del questore Marco Odorisio, delle autorità civili e militari, e degli studenti, il capo della Polizia Franco Gabrielli parlando di sicurezza ha sottolineato che “Bisogna avere una visione complessiva perché ormai la sicurezza si ottiene solo in maniera integrata e i soggetti che concorrono al bene sicurezza devono lavorare nella stessa direzione”.
Sul tema della interoperabilità il Prefetto Gabrielli ha evidenziato che “Noi siamo quelli che in Europa interrogano di più le banche dati di Europol e Interpol; siamo l’unico Paese dove esiste l’interoperabilità tra la verifica degli alloggiati nelle strutture ricettive e la possibilità che queste persone a livello nazionale e internazionale siano oggetto di ricerca. Siamo passati nel giro di qualche anno da tre mila a 30 milioni di interrogazioni da parte dei nostri operatori che oggi su strada interpellano in maniera interoperabile le banche dati nazionali e internazionali e questo concorre nella qualità del controllo”.
Riguardo al Web il Prefetto ha detto che “È un territorio estremamente complicato dove si annidano innumerevoli insidie e per l’importanza della materia creeremo una direzione centrale della Polizia cibernetica, ma – ha concluso il capo della Polizia Franco Gabrielli – è soprattutto uno spazio di libertà e tutto quello che deve e può essere fato deve essere fatto per colpire, inibire e censurare tutti quelli che ne fanno un uso improprio, consentendo agli altri di continuare a vivere quello spazio di libertà e di diritti con quella pienezza che è proprio di uno Stato democratico”.
Al termine del convegno il capo della Polizia si è recato in Questura dove ha incontrato una rappresentanza del personale e a seguire, ha visitato la mostra presso la sede del Museo del Fumetto Paff! dedicata a “La Polizia nel Fumetto”, inaugurata lo scorso 25 novembre e che avrà termine il 2 febbraio prossimo.
Il capo della Polizia Franco Gabrielli nelle sale del Museo del fumetto è stato accompagnato dal sindaco di Pordenone Alessandro Ciriani, dal governatore della Regione Friuli Venezia Giulia Massimiliano Fedriga, dai Questori del Friuli Venezia Giulia e da numerosi studenti delle scuole primarie e secondarie di Pordenone.
Il direttore del Paff Giulio De Vita e il Vice Direttore Emanuele Barison, disegnatori di fama internazionale, hanno quindi illustrato i contenuti delle “Tavole e Opere” di personaggi e investigatori provenienti anche da paesi esteri.
Durante la visita, c’è stato un momento in cui sono stati ricordati i caduti della Polizia di Stato, ai quali è dedicata la Mostra, ed è stata donata al prefetto Gabrielli la tavola originale disegnata da Emanuele Barison ritraente gli agenti Matteo Demenego e Pierluigi Rotta tragicamente caduti a Trieste in servizio nel pomeriggio del 4 ottobre dello scorso anno.
Il Prefetto, nel ricevere il ritratto di “Matteo e Pierluigi” ha consegnato al questore di Trieste, Giuseppe Petronzi, il ritratto dei due colleghi, affinché fosse custodita la loro memoria proprio nella città per la quale come “Figli delle Stelle” hanno reso il servizio per il bene della comunità.
Realizzare un messaggio istituzionale indirizzato ai giovani, che unisca la cultura scientifica ai concetti di legalità e sicurezza è l’obiettivo della prima Giornata della Polizia scientifica per le scuole d’Italia, celebrata questa mattina al Palazzo dei congressi di Roma e in tutte le sedi dei Gabinetti regionali e interregionali di Polizia scientifica.
Formazione, specializzazione e fattore umano sono le parole chiave sulle quali si è sviluppato l’evento, strutturato con forme innovative di comunicazione multimediale e interattiva, la proiezione di video e l’allestimento di aree-laboratorio nelle quali sono state spiegate le tecniche di indagine e il valore della conoscenza scientifica, in forma moderna e accattivante, attraverso la narrazione donne e uomini di cui è stato messo in risalto anche il lato umano.
Alla manifestazione “Virtute e Canoscenza. Polizia scientifica: la ricerca continua della verità” ha partecipato il capo della Polizia Franco Gabrielli.
l’Evento, organizzato dal direttore della Direzione centrale anticrimine Francesco Messina, è stato condotto dal giornalista Roberto Giacobbo.
Significativi gli interventi degli esperti che hanno dato il loro contributo qualitativo all’evento.
Il direttore del Servizio polizia scientifica Luigi Rinella ha parlato delle attività specifiche della materia simulando un sopralluogo a seguito di rapina; poi, dopo il saluto della rappresentante del ministero dell’Istruzione, università e ricerca Edvige Mastantuono, è stata la volta di Annamaria Giannini, ordinario di psicologia alla Sapienza Università di Roma, che, insieme alla genetista della Polizia di Stato Paola Asili, ha trattato l’argomento delle indagini con il Dna riferendosi al caso di Yara Gambirasio, da quest’ultima seguito in prima persona.
Subito dopo c’è stato il contributo di Gianpaolo Zambonini, coordinatore del progetto Ibis 3d-Balistica 2.0, che ha poi introdotto l’intervento di Manuel Bortuzzo, il giovane nuotatore rimasto paralizzato dopo essere stato colpito da un colpo di arma da fuoco.
Il ragazzo, dopo aver raccontato la sua storia, ha ringraziato la Polizia scientifica per la tempestività delle analisi balistiche con le quali sono stati individuati e arrestati i suoi aggressori.
L’evento è stato concluso dal capo della Polizia Franco Gabrielli che, nel suo intervento, si è rivolto ai giovani presenti: “A voi ragazzi dico che da quello che abbiamo ascoltato dobbiamo trarre tre parole fondamentali. Competenza, intesa come disciplina, apprendimento, essere portatori di sapere. Questo è un valore da salvaguardare e avete potuto capire come anche nel mondo della Polizia scientifica la competenza, la fatica nell’apprendere e nello studio siano fondamentali. La seconda parola è passione. Non c’è attività umana che non abbia un coinvolgimento emotivo. Pensate alle tante indagini che per essere risolte necessitano di ore, mesi o anni di lavoro, che non sarebbero possibili senza la passione per il proprio lavoro. Infine umanità, intesa come quella Polizia che intercetta bisogni e sofferenze della gente. Questa è la Polizia che amo. L’intervento di Manuel Bortuzzo ci fa capire che per noi il fascicolo non è un insieme di carte ma tutti hanno volti e vissuti e quindi umanità”.
Grazie a tutto questo i giovani presenti alla manifestazione hanno potuto condividere il patrimonio conoscitivo che è alla base delle attività della Polizia scientifica, che persegue la ricerca continua della verità, contribuendo a realizzare un ideale di giustizia cui devono tendere le nuove generazioni; ciò è possibile attraverso il connubio tra scienza e fattore umano, da cui nessuna innovazione tecnologica può prescindere.
L’iniziativa è finanziata dalla regione Lazio e da un progetto europeo sul potenziamento del network italiano di balistica.
Al termine dell’evento i ragazzi sono rimasti in sala per partecipare al gioco interattivo “Scientificando” che, tramite un’applicazione, sono stati guidati nella ricostruzione virtuale di un’indagine di Polizia scientifica.
Nello spazio antistante l’auditorium del Palazzo dei congressi, i presenti hanno potuto ammirare la mostra fotografica “Frammenti di storia” e alcuni stand rappresentativi delle attività tecnico scientifiche svolte nei laboratori della specialità.
Si muovevano da Marsiglia in Francia, e colpivano in Italia e Spagna nelle località di confine.
Si tratta di un gruppo di ladri di bancomat, 6 in totale, di origine magrebina ma residenti in Francia, che sono stati individuati dalla Polizia di Imperia in collaborazione con la Police nationale francese.
Sinora sono 35 le vittime accertate; più spesso turisti o persone anziane alle prese con sportelli bancomat o con pompe di benzina automatiche.
L’obiettivo della banda, che in Italia colpiva nelle province del Nord, era individuare un utilizzatore di bancomat, distrarlo sottrarre il bancomat, individuare il pin ed utilizzarlo velocemente, per prelievi che gli investigatori hanno stimato in diverse decine di migliaia di euro.
Un settimo componente della banda è stato arrestato in Spagna per altri reati mentre gli altri sei, una volta individuati dal team misto di poliziotti italiani e francesi, sono stati fermati a Marsiglia.
Le indagini sono durate circa un anno e al termine le procure di Imperia e Marsiglia hanno deciso gli arresti.
I componenti del gruppo criminale si muovevano quasi sempre in coppia per poter meglio distrarre la vittima e sottrarre carta e codici di accesso.