Droga: presi ad Arezzo 40 spacciatori

Duro colpo allo spaccio di droga ai giardini di Campo di Marte e al Parco del Colle del Pionta, ad Arezzo. La Squadra mobile e il Servizio centrale operativo hanno concluso stamattina un’operazione antidroga nei confronti di 40 uomini, ritenuti responsabili di spaccio di cocaina, eroina, marijuana e hashish.

L’operazione, nell’ambito del progetto “Pusher 3 – piazza pulita” con servizi di osservazione e telecamere, è stata condotta con l’impiego di agenti sotto copertura per l’acquisto di droga.

Le indagini hanno portato ad un gruppo di spacciatori africani presenti in alcuni luoghi del centro cittadino, in particolare giardini di Campo di Marte ed il Parco del Colle del Pionta.

L’attività di spaccio avveniva prevalentemente davanti alle scuole e ai presidi ospedalieri presenti all’interno del Parco e gli acquirenti erano per lo più minori.

In strada la droga veniva nascosta nella vegetazione; lo smercio avveniva in pieno giorno, pur in presenza di numerosi passanti, indipendentemente dalle condizioni climatiche

Nuoto in acque libere: i “caimani” delle Fiamme oro conquistano gli Stati Uniti

I caimani delle Fiamme oro hanno dominato i Campionati nazionali degli Stati Uniti di nuoto in acque libere, svolti lo scorso fine settimana nelle acque della riserva naturale di Key Biscayne, a Miami.

Il campione olimpico dei 1.500 stile libero Gregorio Paltrinieri ha dato spettacolo dominando la specialità olimpica dei 10 chilometri, vinta in solitaria con 1’32” di vantaggio sullo statunitense, oro mondiale a Kazan 2015 e argento a Budapest 2017, Jordan Wilimovsky, e 2’16” sull’altro specialista del nuoto in acque libere, anch’esso delle Fiamme oro, Mario Sanzullo, argento a Budapest 2017 nella 5 chilometri.

Gregorio non ha solo vinto, ma ha dato una grande prova di forza, andando in fuga dopo appena 500 metri, incrementando il suo vantaggio, bracciata dopo bracciata.

“È stato un ottimo test, con atleti di livello eccellente – ha detto Paltrinieri commentando la gara – Mi sono messo davanti dal terzo giro e piano piano lo spazio tra me Wilimosky e Sanzullo aumentava, non è stato facile ma ne avevo per andare da solo; la frequenza della bracciata è stata sui quarantuno cicli fino all’arrivo, quindi decisamente buona. Questa è la strada giusta per arrivare al top della condizione ai Mondiali”.

Tripletta azzurra nella 5 chilometri con il podio completamente color cremisi, grazie alla vittoria di Gregorio Paltrinieri davanti a Domenico Acerenza e Mario Sanzullo.

Questa volta la vittoria è stata un po’ più sofferta, arrivata allo sprint sul compagno di scuderia Domenico Acerenza, mentre Sanzullo, staccato di circa 50 secondi, ha vinto la volata del gruppo per il la terza piazza.

“Rispetto alla dieci chilometri è stata una prova diversa – ha sottolineato Paltrinieri – Ero molto stanco perché non sono abituato a fare gare di fondo così ravvicinate. Sono rimasto sempre davanti ma non ho avuto le energie per fare il vuoto e alla fine ho comunque vinto allo sprint“.

“È stata una bella battaglia con Greg, soprattutto nel finale – è stato il commento di Acerenza – Adesso vediamo cosa succederà in futuro, perché questa è stata la mia prima gara in acque libere.

Infine il anche Sanzullo ha commentato la sua prestazione: “Sono contento nonostante la fatica, ma è normale in questo periodo. Sto lavorando per essere al top ai Mondiali di Gwangju e quindi adesso manca un po’ di brillantezza”.

Tutto perfetto, se non fosse per l’infortunio che si è procurato Paltrinieri proprio nel momento dello sprint finale, quando il campione cremisi si è allungato per toccare la piastra d’arrivo, procurandosi un’iperestensione al gomito destro. Gregorio dovrà stare fermo almeno due settimane, prima di iniziare con la fisioterapia.

Speriamo che questo episodio negativo non influisca troppo sulla corsa del portacolori cremisi ai Mondiali di luglio di Gwangju.

Sergio Foffo

Teramo: l’onorificenza “Guido II degli Aprutini” al vice capo della Polizia

Al vice capo vicario della Polizia Luigi Savina l’onorificenza dell’Ordine al merito “Guido II degli Aprutini” dell’università di Teramo.(Motivazione)

La cerimonia di conferimento della prestigiosa onorificenza si è svolta questa mattina nell’Aula Magna dell’ateneo teramano dove le personalità intervenute, gli studenti e alcune rappresentanze di poliziotti hanno potuto assistere alle testimonianze sulla figura professionale e umana del vice capo della Polizia Savina.  

L’evento è iniziato con il saluto del rettore Dino Mastrocola che ha aperto la cerimonia dopo l’ingresso del corteo composto dal Senato Accademico; l’incontro è proseguito con l’intervento di Salvatore Cimini, presidente del Corso di laurea in Scienze delle amministrazioni che ha delineato il percorso e le motivazioni del conferimento del premio; a seguire Pietro Mennini, procuratore generale presso la Corte di appello dell’Aquila, conoscendo professionalmente Savina, ne ha sottolineato la fede istituzionale e le grandi doti morali e professionali.

La conclusione degli interventi si è avuta con la lectio magistralis del prefetto Luigi Savina che ha fatto riferimento al difficile periodo storico  compreso tra gli anni ‘70 e gli anni ‘90 e dell’importanza dei valori di giustizia e legalità.

ll primo Ordine al Merito risale al 28 febbraio 2015 e fu assegnato a Giovanni Legnini, allora vice presidente del Consiglio Superiore della Magistratura. L’onorificenza è stata in seguito conferita il 25 maggio 2018 all’europarlamentare Paolo De Castro e il 27 ottobre 2018 alla senatrice Emma Bonino e alla scrittrice Edith Bruck.

Savona: il capo della Polizia ad un convegno sul femminicidio

“Ultimo appuntamento. Una giornata dedicata a Janira” è il titolo di un convegno sul femminicidio a cui ha partecipato, oggi, a Finale Ligure (Savona), il capo della Polizia Franco Gabrielli.

Con l’iniziativa si è commemorata la tragica scomparsa di Janira D’Amato, uccisa, due anni fa, a soli vent’anni dall’ex fidanzato.

L’incontro, organizzato dal Lions Club Finale Ligure e dalla segreteria provinciale di Savona del Siulp (Sindacato Italiano Unitario Lavoratori di Polizia), è stata l’occasione per discutere e approfondire alcuni dei principali aspetti che riguardano gli atti di violenza domestica e il femminicidio, al fine di promuovere una cultura di non violenza.

Il capo della Polizia Franco Gabrielli nel suo intervento ha sottolineato che “Questi fenomeni sono fondamentalmente culturali e se il tema è culturale è fondamentale il coinvolgimento di tutti”.

“Oggi il tema dei reati di genere, il tema della vulnerabilità – ha proseguito il prefetto Gabrielli – è al top della nostra attenzione perché per noi è prioritario il rapporto con la vittima; non a caso il 50 per cento delle nostre questure ha strutture dedicate.

“Il più grave delitto – ha poi sottolineato il capo della Polizia – spesso non è quello compiuto da quel padre o da quel compagno, ma il delitto più grave è il momento in cui quel soggetto vulnerabile non trova ascolto. La vittima invece ci deve percepire come un approdo sicuro”.

Tra i relatori erano presenti anche il magistrato Fiorenza Giorgi, l’assistente sociale, psicologa e psicoterapeuta Maura Montalbetti, mediatore familiare per il Centro Giovani della ASL 2, Felice Romano, segretario generale del Siulp, Alessandro Clavarino, dirigente dell’Ufficio III, Ambito Territoriale di Savona dell’Ufficio Scolastico Regionale della Liguria, Ildebrando Angelo Gambarelli, governatore dei Lions Distretto 108IA3 e Rossano D’Amato, il padre di Janira.

All’evento, moderato da Laura Galtieri, segretario generale del Siulp Savona e Pier Paolo Gallea Presidente del Lions Club Finale Ligure – Loano – Pietra Ligure HOST, hanno preso parte il prefetto Antonio Canana, il questore Giannina Roatta, il sindaco di Finale Ligure Ugo Frascherelli, la professoressa Angela Cascio, dirigente scolastica dell’Istituto Superiore “Migliorini-Da Vinci” di Finale Ligure, la scuola che Janira D’Amato aveva frequentato.

Immigrazione clandestina: 13 arresti e 196 denunce a Cagliari

Dichiarazioni di ospitalità, di dubbia attendibilità, sono alla base dell’attività investigativa svolta da Squadra mobile e Digos di Cagliari, che ha portato all’arresto di otto persone e alla denuncia in stato di libertà di altre 196, delle quali 28 italiane.

Gli indagati sono accusati di associazione per delinquere finalizzata al favoreggiamento dell’immigrazione clandestina e alla permanenza in Italia dello straniero in condizione di illegalità, nonché di falso materiale e ideologico.

Le numerose dichiarazioni oggetto dell’attività investigativa, erano state presentate da cittadini bengalesi che avevano richiesto la Protezione internazionale per motivi umanitari.

L’indagine ha evidenziato l’attività di un gruppo di persone ben organizzate, che avevano creato un sistema in grado di aggirare le norme sull’immigrazione e di fornire i presupposti necessari per ottenere una decisione favorevole in seno alla Commissione territoriale per il riconoscimento della Protezione internazionale.

Attraverso false attestazioni di ospitalità, l’organizzazione criminale forniva un domicilio nella provincia di Cagliari, nonché un impiego, in qualità di badante o colf, attraverso la predisposizione di fittizi contratti di lavoro; tutto avveniva grazie alla complicità di titolari di appartamenti e falsi datori di lavoro. Il tutto aveva un costo che andava da 500 a 6mila euro.

Tra i membri del gruppo criminale ci sono anche un importante esponente della comunità del Bangladesh a Cagliari, e due suoi connazionali che, in qualità di interpreti presso la Commissione, avevano il compito di segnalare ai richiedenti asilo, la documentazione necessaria che avrebbe potuto servire per ottenere il parere favorevole degli esaminatori o la priorità nell’audizione.

Nello stesso contesto operativo, ma con un diverso procedimento penale, la Digos cagliaritana ha arrestato altre cinque persone, due italiani e tre bengalesi, con l’accusa di associazione per delinquere finalizzata alla corruzione e al favoreggiamento all’immigrazione clandestina.

L’indagine ha permesso di acquisire elementi a carico di due segretari della Commissione di Cagliari e di alcuni interpreti dello stesso organo collegiale, che, in cambio del denaro versato dai richiedenti asilo di origine bengalese, millantavano di essere in grado di garantire il buon esito dell’operazione, mentre in realtà l’indagine non ha documentato nessun caso di intercessione dei segretari sulle decisioni della Commissione, i cui membri sono risultati estranei da qualsiasi coinvolgimento.

Sergio Foffo