Camorra: arrestati 50 Casalesi operativi in Veneto

Il clan dei Casalesi si è infiltrato in Veneto, rilevando il controllo del territorio dagli ultimi discendenti della “Mafia del Brenta”, con i quali era in contatto. Lo documenta l’operazione “At last” conclusa questa mattina con l’esecuzione di cinquanta ordinanze di custodia cautelare emesse dal Giudice per le indagini preliminari del tribunale di Venezia.

I provvedimenti sono stati eseguiti dalla Squadra mobile del capoluogo veneto, in collaborazione con il Gruppo d’investigazione sulla criminalità organizzata (Gico) della Guardia di finanza di Trieste.

Gli indagati sono accusati, a vario titolo, di associazione per delinquere di tipo mafioso e vari reati gravi, mentre ad altre undici persone è stato notificato l’obbligo di dimora. È stato inoltre disposto il sequestro preventivo di beni e valori per 10 milioni di euro.

All’esecuzione dei provvedimenti hanno partecipato oltre 300 agenti, tra i quali personale del Servizio centrale operativo della Polizia di Stato e del Servizio centrale investigazione e criminalità organizzata (Scico) della Guardia di finanza.

Partita da Venezia, l’indagine si è estesa a tutto il territorio nazionale, fino ad arrivare a Casal di Principe, in provincia di Caserta, e in altre località della Campania e della Puglia.

L’organizzazione mafiosa, partita dal piccolo centro di Eraclea (Venezia), aveva esteso la sua influenza criminale nell’est del Veneto, avvalendosi della sua forza intimidatrice per commettere molteplici gravi delitti come usura, estorsione, rapina, ricettazione, riciclaggio, reimpiego di denaro di provenienza illecita, sottrazione fraudolenta di valori, contraffazione di valuta, traffico di stupefacenti, sfruttamento della prostituzione, danneggiamenti, incendi, truffe aggravate ai danni dello Stato, bancarotta fraudolenta, emissione di fatture false.

Le strategie criminali erano finalizzate, tra  l’altro, ad acquisire, se necessario con minacce e violenza, la gestione o il controllo di attività economiche, soprattutto nell’edilizia e nella ristorazione, ma anche ad imporre un vantaggio ai gruppi criminali limitrofi, dediti al narcotraffico o allo sfruttamento della prostituzione.

Una quota dei profitti derivanti dalle attività illecite era destinata a sostenere i carcerati di alcune storiche famiglie mafiose di Casal di Principe, appartenenti al clan dei Casalesi, a cui l’organizzazione mafiosa di Eraclea era collegata e del quale costituiva il gruppo criminale referente per il Veneto orientale.

Per affermare l’assoluta egemonia sul  territorio, gli appartenenti all’organizzazione mafiosa hanno fatto largo uso e commercio di armi, anche da guerra, utilizzate per compiere attentati  intimidatori.

Attivo inizialmente nel settore dell’edilizia, dedicandosi particolarmente all’attività usuraria e all’esecuzione di estorsioni, il gruppo criminale si era poi specializzato nel settore della riscossione crediti per conto di imprenditori locali.

Tra le fonti di finanziamento dell’organizzazione, c’era anche la produzione di fatture, per molti  milioni di euro, relative ad operazioni inesistenti, grazie a una fitta rete di aziende, intestate anche a prestanome, poi oggetto di bancarotta fraudolenta.

Oltre alle frodi all’erario per reati tributari, spiccano quelle compiute verso l’Inps attraverso le false assunzioni in imprese di cinquanta persone, vicine al gruppo criminale, allo scopo di lucrare indebitamente l’indennità di disoccupazione, per una ammontare di circa 700mila euro.

Sci di fondo: Federico Pellegrino vince ancora in Coppa del mondo

Nello sci di fondo della Coppa del mondo gli azzurri hanno monopolizzano il podio grazie al campione delle Fiamme oro Federico Pellegrino che ha vinto la sprint in tecnica libera di Cogne, in Val d’Aosta, davanti all’altro italiano Francesco De Fabiani.

Per il portacolori cremisi si è trattato dell’ultimo test prima dei mondiali che si svolgeranno sulle nevi di Seefeld (Austria) dal 19 febbraio al 3 marzo.

È stata una giornata storica per lo sci di fondo tricolore, con la Coppa che tornava a Cogne dopo dodici anni, proprio nella terra di Federico, originario di Nus, in Valle d’Aosta; Federico ha risposto alla grande con la tredicesima vittoria nella prestigiosa competizione, mentre per De Fabiani è stata la prima volta sul podio.

È stata una gara solo per cuori forti, con Pellegrino che ha dato spettacolo, anche grazie a uno sfortunato episodio che ha rischiato di compromettere la sua prova.

Sulla prima salita del percorso De Fabiani è scattato e Pellegrino, nel tentativo di seguirlo, ha rotto un bastoncino. Quando gli è arrivato il nuovo bastoncino, il fondista cremisi aveva perso terreno e una posizione, con il francese Chanavat che lo aveva superato.

A quel punto è iniziata la spettacolare rimonta dell’azzurro, che ha prima recuperato lo svantaggio accumulato, e poi si è messo in scia dei primi due, pronto a cogliere l’attimo giusto per piazzare l’affondo.

Quando sull’ultima curva prima del rettilineo finale il francese ha superato De Fabiani, Federico lo ha prima inseguito e poi superato all’esterno, con una manovra degna di una formula uno.

Poi sul rettilineo il campione cremisi ha scatenato tutti i cavalli del suo motore in uno sprint irresistibile, tagliando il traguardo con circa mezzo secondo di vantaggio sugli agli due, che hanno sprintato per la piazza d’onore, conquistata da De Fabiani, al suo primo podio di Coppa del mondo.

“Esco da questa gara con tanta consapevolezza – ha detto Federico dopo la gara – Era ancora di allenamento, tra virgolette, in funzione del Mondiale. Avevo bisogno di vincere perché significava essere pronto da tutti i punti di vista, fisico e tattico. Avevo bisogno di tutta quest’energia da parte dei tifosi, lo sci di fondo in Val d’Aosta e in Italia ha ancora il suo appeal. Il risultato di squadra è stato incredibile, sognavo una finale come questa, con due valdostani; io e Defa da cinque anni ci alleniamo insieme tutti i giorni, abbiamo lo stesso programma e facciamo gli stessi viaggi”.

Sergio Foffo

Immigrazione clandestina: 11 arresti a Torino

Facevano entrare clandestinamente stranieri in Italia principalmente in Sicilia e Sardegna, curando il loro spostamento fin verso le mete del nord Europa, garantendo loro anche un alloggio temporaneo e documenti falsi.

Undici persone sono state arrestate questa mattina dai poliziotti della Squadra mobile di Torino, in collaborazione con i colleghi di Firenze e Gorizia durante l’operazione “Mogadiscio”.

I membri dell’organizzazione criminale sono accusati di favoreggiamento dell’immigrazione clandestina, abusiva attività di prestazione di servizi di pagamento, contraffazione di documenti di identità e traffico di sostanze stupefacenti, con l’aggravante dalla transnazionalità.

Gli investigatori hanno accertato che i migranti, arrivati in Italia, venivano sistemati o nascosti presso alloggi messi a disposizione dai componenti dell’organizzazione e in seguito trasferiti in Francia, Austria e Germania utilizzando documenti creati per l’occasione. Ad occuparsi dei trasferimenti erano dei “passeur”, che li aiutavano ad oltrepassare le frontiere utilizzando treni, autobus o autovetture.

I documenti, al termine del viaggio, venivano restituiti agli associati per poter esser nuovamente utilizzati; inoltre, i migranti venivano istruiti sul comportamento da tenere in caso di controlli delle Forze dell’ordine e sulle dichiarazioni da rendere in caso di colloqui per la richiesta dello status di rifugiato.

Il gruppo era specializzato anche in prestazioni di servizi di pagamento, tra cui il trasferimento di somme di denaro per conto di terzi, a fronte del pagamento di una percentuale sulla somma trasferita. Le transazioni avvenivano tramite postepay o tramite la “Hawala”, cioè quella procedura in cui il denaro viene trasferito attraverso una rete di mediatori in un altro Paese tramite piattaforme informatiche e senza che ci sia un trasferimento materiale di soldi.

Alcuni degli indagati sono anche accusati di vendita di sostanze stupefacenti, principalmente marijuana e hashish, sul mercato torinese.

Nel corso delle indagini sono stati sequestrati circa 30 documenti falsificati, circa 21 chili di hashish, materiale informatico ed appunti vari. 

Le attività investigative sono state svolte con il supporto del Servizio centrale operativo, del Servizio centrale per la cooperazione internazionale di polizia, Europol, la polizia e le autorità giudiziarie francesi e olandesi.

La Polizia al convegno “Bambini e Giovani…in Sicurezza”

Si è svolto a Roma presso la Scuola di perfezionamento delle forze di Polizia, il Convegno “Bambini e Giovani…in Sicurezza”, organizzato dalla FIMP (Federazione Italiana Medici Pediatri) Roma e Lazio in collaborazione con il Dipartimento della pubblica sicurezza.

Al Network-Focus hanno preso parte professionisti esperti di Atenei come il Policlinico Gemelli, la Sapienza, il Link Campus University, insieme a funzionari della Polizia di Stato che hanno affrontato tematiche emergenti del mondo giovanile, come la sicurezza in auto, sul web, le dipendenze da alcol e droga e i disturbi alimentari.

L’incontro è stato l’occasione per confrontarsi tra specialisti provenienti da diversi settori che quotidianamente dialogano, da diverse angolazioni, con il mondo dei giovani, riconoscendone ed affrontandone le problematiche.

Per la Polizia di Stato hanno partecipato il direttore centrale delle Specialità Roberto Sgalla, il direttore centrale di Sanità Fabrizio Ciprani e il direttore centrale dei Servizi antidroga Giuseppe Cucchiara.

Gli interventi da parte degli esperti della Polizia stradale, della Postale e della Sanità hanno riguardato i temi della sicurezza stradale, della Rete e dell’alimentazione.

Un momento di confronto a cui hanno preso parte non solo addetti ai lavori, ma anche genitori e studenti di due licei romani.

Durante il convegno sono stati premiati anche i vincitori della gara per individuare gli hashtag rappresentativi della giornata dell’evento in cui sono stati coinvolti gli stessi studenti. A partire dalle 3 key-words del Convegno, i ragazzi hanno infatti proposto una serie di hashtag in grado di raccontare i contenuti e gli obiettivi dell’iniziativa, che sono stati successivamente sottoposti a votazione, aperta a tutti, su piattaforma online. I due #hashtag vincitori sono stati #net4kid e #retesicura.

Scherma paralimpica: in Coppa del mondo oro per Vio-Trigilia-Mogos, argento per Sarri e bronzo per Giordan

Dopo la vittoria nel torneo individuale, Bebe Vio è tornata sul gradino più alto del podio della Coppa del mondo di scherma paralimpica, e lo ha fatto insieme alle sue compagne di club delle Fiamme oro, Andreea Mogos e Loredana Trigilia.

Nella giornata conclusiva della tappa di Sharja (Emirati Arabi Uniti) il terzetto del Gruppo sportivo della Polizia di Stato ha portato il tricolore al trionfo nella gara a squadre di fioretto femminile grazie alla schiacciante vittoria ottenuta in finale contro il team russo con il punteggio di 45-20.

Grande prova delle portacolori cremisi, campionesse europee e mondiali in carica, che per arrivare in finale avevano in precedenza eliminato la Thailandia (45-30), e poi Hong Kong, battuta per 45-41, al termine di un assalto molto equilibrato, risolto nel finale grazie all’ottima prestazione di Andreea Mogos e dell’inarrestabile Bebe Vio.

Da Sharja sono arrivate altre due medaglie targate Fiamme oro: l’argento di Alessio Sarri e il bronzo di Edoardo Giordan.

Nel torneo di sciabola, categoria B, il due volte campione del mondo Alessio Sarri si è messo al collo l’argento dopo essere stato superato in finale, per 15-3, dal polacco Grzegorz Pluta.

Alessio aveva iniziato la gara con cinque vittorie nella fase a gironi per poi battere, agli ottavi, il francese Cratere per 15-11. Nei quarti di finale lo sciabolatore cremisi aveva poi superato il compagno di squadra delle Fiamme oro Marco Cima con il punteggio di 15-11, mentre in semifinale aveva eliminato l’altro polacco Adrian Castro (15-10).

Per il campione cremisi si tratta comunque un buon risultato, che dimostra il suo completo recupero dall’infortunio che lo aveva tenuto per diverso tempo lontano dalle gare, confermando il suo ottimo stato di forma già evidenziato con la vittoria nella prova di Tblisi.

Il bronzo di Edoardo Giordan è arrivato nella categoria A della sciabola maschile; il portacolori delle Fiamme oro è stato fermato in semifinale dal britannico Piers Gilliver, vittorioso con il punteggio di 15-10, mentre in precedenza, dopo aver superato la fase a gironi con cinque vittorie, aveva sconfitto il brasiliano Alex Sandro Souza per 15-4, poi il russo Mikahil Karpov per 15-7 e, nei quarti di finale, il francese Ludovic Lemoine per 15-8.

Sergio Foffo