Scientifica: nasce il laboratorio del Dna al Fatebenefratelli di Milano

Questa mattina presso l’ospedale Fatebenefratelli di Milano alla presenza del ministro dell’Interno Matteo Salvini, è stato siglato un protocollo d’intesa tra il dipartimento di Pubblica sicurezza, la regione Lombardia e l’Azienda sanitaria Fatebenefratelli Sacco.

Il protocollo firmato dal capo della Polizia Franco Gabrielli, dal presidente della regione Lombardia Attilio Fontana e dal direttore del Fatebenefratelli, Alessandro Visconti prevede la realizzazione del primo laboratorio di genetica forense della Polizia di Stato all’interno di un ospedale pubblico.

L’obiettivo comune è quello di promuovere, sviluppare e consolidare traguardi sempre più ambiziosi nel campo scientifico, tecnologico e di ricerca e di instaurare un rapporto stabile di collaborazione che consenta alle attività didattiche e di ricerca dell’Ospedale di interagire insieme all’attività clinica e di ricerca e della Polizia Scientifica.

Durante il suo intervento il prefetto Gabrielli ha sottolineato che “È un matrimonio tra due eccellenze del Paese; la Polizia Scientifica e le strutture sanitarie della Regione Lombardia. Questa joint venture è un unicum nazionale e con questo laboratorio daremo anche al mondo dell’investigazione una struttura efficace. Oggi, inoltre, poniamo le basi per un modello di cooperazione in cui le eccellenze del Paese fanno gioco di squadra con l’unico obiettivo di essere al servizio del cittadino.

In conclusione il Ministro ha espresso “ È per me un orgoglio poter essere presente alla sottoscrizione di questo protocollo, non solo perché siamo a Milano, mia città d’origine, ma soprattutto perché il modello messo in atto è un bellissimo esempio di collaborazione e un punto di riferimento nazionale”.

Si tratta di un’area di oltre 200 mq, composta da ambienti moderni che saranno ristrutturati con il sostegno di Regione Lombardia, dotati di strumentazioni all’avanguardia per l’estrazione del DNA e dedicati alle indagini genetico-forensi svolte dagli specialisti della Polizia scientifica per le risoluzioni dei casi più complessi.

A conclusione della firma, il prefetto Gabrielli ha raggiunto la caserma Garibaldi sede delle volanti della Questura per gli auguri al personale.

Olivia Petillo

Shopping online natalizio: i consigli della Polizia

Come salvaguardare il piacere dello shopping online per l’acquisto di doni, senza essere truffati, complice anche la ricerca di offerte e i tempi ristrettissimi per l’approssimarsi del Natale?

La Polizia di Stato, dall’esperienza acquisita nelle truffe, ha realizzato una guida con consigli pratici e suggerimenti della Polizia postale e delle comunicazioni per acquistare in rete in sicurezza.

La guida sicura per gli acquisti online

1.    Utilizzare software e browser completi ed aggiornati

Potrà sembrare banale, ma il primo passo per acquistare in sicurezza è avere sempre un buon antivirus aggiornato all’ultima versione sul proprio dispositivo informatico. Gli ultimi sistemi antivirus (gratuiti o a pagamento) danno protezione anche nella scelta degli acquisti su Internet. Per una maggiore sicurezza online, inoltre, è necessario aggiornare all’ultima versione disponibile il browser utilizzato per navigare perché ogni giorno nuove minacce possono renderlo vulnerabile.

2.    Dare la preferenza a siti certificati o ufficiali

In rete è possibile trovare ottime occasioni ma quando un’offerta si presenta troppo conveniente rispetto all’effettivo prezzo di mercato del prodotto che si intende acquistare, allora è meglio verificare su altri siti. Potrebbe essere un falso o rivelarsi una truffa.

È consigliabile dare la preferenza a negozi online di grandi catene già note perché oltre ad offrire sicurezza in termini di pagamento sono affidabili anche per quanto riguarda l’assistenza e la garanzia sul prodotto acquistato e sulla spedizione dello stesso.

In caso di siti poco conosciuti si può controllare la presenza di certificati di sicurezza quali TRUST e VERIFIED / VeriSign Trusted che permettono di validare l’affidabilità del sito web.

3.  Un sito deve avere gli stessi riferimenti di un vero negozio!

Prima di completare l’acquisto verificare che il sito sia fornito di riferimenti quali un numero di Partiva IVA, un numero di telefono fisso, un indirizzo fisico e ulteriori dati per contattare l’azienda. Un sito privo di tali dati probabilmente non vuole essere rintracciabile e potrebbe avere qualcosa da nascondere. I dati fiscali sono facilmente verificabili sul sito istituzionale dell’Agenzia delle Entrate.

4.    Leggere sempre i commenti e i feedback di altri acquirenti

Prima di passare all’acquisto del prodotto scelto è buona norma leggere i “feedback” pubblicati dagli altri utenti sul sito che lo mette in vendita. Anche le informazioni sull’attendibilità del sito attraverso i motori di ricerca, sui forum o sui social sono utilissime…

Le “voci” su un sito truffaldino circolano velocemente online!

5.    Su smartphone o tablet utilizzare le App ufficiali dei negozi online

Se si sceglie di acquistare da grandi negozi online, il consiglio è quello di utilizzare le App ufficiali dei relativi negozi per completare l’acquisto. Questo semplice accorgimento permette di evitare i rischi di “passare” o “essere indirizzati” su siti truffaldini o siti clone che potrebbero catturare i dati finanziari e personali inseriti per completare l’acquisto.

6.    Utilizzare soprattutto carte di credito ricaricabili

Per completare una transazione d’acquisto sono indispensabili pochi dati come numero di carta, data di scadenza della carta ed indirizzo per la spedizione della merce.

Se un venditore chiede ulteriori dati probabilmente vuole assumere informazioni personali (numero del conto, PIN o password) che, in quanto tali, dovete custodire gelosamente e non divulgare.

Al momento di concludere l’acquisto, la presenza del lucchetto chiuso in fondo alla pagina o di “https” nella barra degli indirizzi sono ulteriori conferme sulla riservatezza dei dati inseriti nel sito e della presenza di un protocollo di tutela dell’utente, ovvero i dati sono criptati e non condivisi.

7.    Non cadere nella rete del phishing e/o dello smishing

…ovvero nella rete di quei truffatori che attraverso mail o sms contraffatti, richiedono di cliccare su un link al fine di raggiungere una pagina web trappola e sfruttando meccanismi psicologici come l’urgenza o l’ottenimento di un vantaggio personale, riusciranno a rubare informazioni personali quali password e numeri di carte di credito per scopi illegali.

L’indirizzo Internet a cui tali link rimandano differisce sempre, anche se di poco, da quello originale.

8. Un annuncio ben strutturato è più affidabile!

Leggi attentamente l’annuncio prima di rispondere: se ti sembra troppo breve o fornisce poche informazioni, non esitare a chiederne altre al venditore. Chiedi più informazioni al venditore sull’oggetto che vuoi acquistare e se le foto pubblicate sembrano troppo belle per essere vere, cerca in rete e scopri se sono state copiate da altri siti!

9.            Non sempre…. è sempre un buon affare.

Diffida di un oggetto messo in vendita a un prezzo irrisorio, non sempre è un affare: accertati che non ci sia troppa differenza tra i prezzi proposti e quelli di mercato!

10.          Non fidarsi….

Dubita di chi chiede di esser contattato al di fuori della piattaforma di annunci con e-mail ambigue ma anche di chi ha troppa fretta di concludere l’affare.

Postale: presentato il libro “La violenza in un clic”

È stato presentato stamattina al Polo anticrimine di Roma, presso la sala Giovanni Palatucci, il libro dal titolo “La violenza in un clic”: un percorso conoscitivo e pratico sul tema della violenza in Rete compiuta e subita dai giovani attraverso il cyberbullismo e adescamento online.
Nel libro vengono trattati i vari aspetti legati alla prevenzione e al contrasto di atteggiamenti tenuti negli atti di cyberbullismo; vengo affrontati anche tutti quei fenomeni che tra i giovani, potrebbero trasformarsi in reati online.

Presente all’evento il capo della Polizia Franco Gabrielli, il capo del Dipartimento per la giustizia minorile Gemma Tuccillo, il Garante dei diritti dell’infanzia Filomena Albano.

Curatori del volume, il direttore delle Specialità della Polizia di Stato Roberto Sgalla e la professoressa Anna Maria Giannini de La Sapienza Università di Roma.

Dopo il lancio del docufilm “La stagione ritrovata” la giornalista Helga Cossu, moderatrice della tavola rotonda ha dato il via al dibattito a cui hanno preso parte, inoltre, il direttore del Servizio Polizia postale, Nunzia Ciardi e altri esperti della Specialità, del Dipartimento per la giustizia minorile, dell’Azienda sanitaria locale Roma 1 ed il rappresentante Unicef.

Il prefetto Gabrielli, durante il suo intervento ha dichiarato che “Per affrontare questi temi è importante riflettere sull’importanza dell’approccio culturale. La repressione c’è e ci deve essere ma è successiva. La vera medicina è quella preventiva che si basa sui comportamenti e sulla corretta modalità con la quale viviamo. I problemi vanno conosciuti, studiati” e di seguito ha concluso “Bisogna essere veloci nell’affrontarli ma in maniera sapiente. La complessità dei problemi oggi impone un approccio condiviso, è necessario fare rete”.

Il volume espone inoltre i risultati di una ricerca scientifica dal titolo “Quanto condividi?”: gli incontri della Polizia postale sui temi del rischio online sono diventati, infatti, una raccolta di dati e hanno contribuito alla realizzazione del testo.

Durante gli incontri sono stati più di 2 mila i questionari assegnati a ragazzi di età compresa tra i 14 e i 17 anni, residenti in 10 fra le città più importanti di Italia.

In essi sono stati raccontati casi tristemente reali di prepotenze online, di sexting, di adescamento in Rete, usandoli come scenari sui quali i giovani hanno espresso giudizi e convinzioni utili a comprendere pienamente perché si consideri possibile l’aggressione virtuale, lo scherno via Web e la fine della riservatezza sui social.
I proventi della vendita del libro saranno destinati al Fondo assistenza della Polizia di Stato.

Olivia Petillo

Armi, droga e esplosivo: 12 arresti a Sassari

Dodici sono le persone arrestate questa mattina dalla Squadra mobile di Sassari insieme alla Guardia di finanza, per detenzione illegale di armi da fuoco usate per sparare contro alcune abitazioni del centro storico, per incendio doloso di auto e spaccio di sostanze stupefacenti. Tutto aggravato dal fatto di aver coinvolto minorenni. Per cinque di queste 12 persone sono stati disposti gli arresti domiciliari mentre due minorenni sono stati segnalati alla competente Procura.

L’operazione denominata “Nel centro del mirino” è la conclusione della prima fase dell’indagine condotta dalla Squadra mobile a seguito di alcuni episodi avvenuti all’inizio dello scorso mese in città, in particolare gli spari esplosi in via Turritana, che hanno preoccupato non poco i residenti.

Contemporaneamente sono state eseguite decine di perquisizioni domiciliari da parte di oltre 70 operatori della Polizia di Stato e della Guardia di finanza. Nei controlli sono state impegnate anche le unità cinofile delle due Forze di polizia specializzate nella ricerca di armi, esplosivi e sostanze stupefacenti e il Reparto prevenzione crimine di Abbasanta.

La banda deteneva il monopolio dello spaccio di marijuana in città e per riscuotere i crediti metteva in atto pressioni verbali e fisiche, arrivando a minacciare di morte i debitori e i loro familiari. Nel corso dell’operazione sono stati sequestrati 200 grammi di marijuana, 3 di cocaina, due pistole, una pistola ad aria compressa modificata e simile a quelle in dotazione alle Forze dell’ordine.

Donatella Fioroni

Fiamme oro e legalità: pugni e calci ma solo in palestra

Brindisi, Caserta, Termini Imerese e poi Palermo, Napoli, Marcianise, Livorno e tanti altri. Sono i nomi di città grandi e piccole che hanno un presidio di legalità molto speciale, un avamposto di cultura e regole di vita.

Sono i centri giovanili delle Fiamme oro dove, spesso tra mille difficoltà legate al contesto sociale, gli atleti e gli allenatori del gruppo sportivo della Polizia di Stato, cercano di coltivare il seme dei valori positivi nei giovani e nei giovanissimi attraverso lo sport.

Bullismo droga e criminalità vengono combattuti non solo con l’attività di polizia vera e propria ma anche con la promozione di riferimenti culturali e sociali alternativi grazie allo sport.

Il pugilato a Marcianise come la lotta a Termini Imerese, non sono solo attività sportive che tengono impegnati i ragazzi ma sono, spesso, gli unici strumenti attraverso i quali i giovani vengono guidati nel percorso di crescita e di integrazione sociale.
Lo sport diventa strumento di riscatto da ambienti degradati, famiglie a volte assenti e aree geografiche economicamente depresse.

Ma la promozione dello sport giovanile per la Polizia di Stato è soprattutto un investimento per il futuro: le regole dello sport sono regole per la vita le leggi che governano una competizione sportiva abituano i giovani a perdere o vincere ma sempre rispettando se stessi e gli avversari senza prevaricare o scegliere scorciatoie illegali.

Ed è per questo che le 23 sezioni giovanili, sparse in tutta Italia sono destinate a crescere ulteriormente incrementando quel bacino degli attuali 2 mila giovani atleti che frequentano i nostri impianti.

E che questo sistema funzioni sono i fatti a dimostrarlo non basta citare le tantissime medaglie olimpiche e paralimpiche ma sono gli stessi atleti delle Fiamme oro ad essere testimonial dei valori che portano dentro di sé.

Tutti ricordano il silenzio di Roberto Cammarelle il pugile delle Fiamme oro che, nella finale olimpica di Londra 2012, fu privato ingiustamente della medaglia d’oro e che non ha mai proferito una parola di recriminazione sul verdetto degli arbitri.

Non tutti invece conoscono la storia di Marco Fichera, lo schermitore del gruppo sportivo della Polizia di Stato che, in una gara di Coppa del mondo, segnalò alla giuria una errata assegnazione di una sua stoccata all’avversario, perdendo poi il match ma non la dignità e la reputazione di grandissimo sportivo.

Proprio a Fichera, in questi giorni, è stato consegnato a Parigi dalla Federazione internazionale di scherma, il premio “Fair play 2018” per questo grande gesto di correttezza e spirito sportivo.

Ma l’impegno dei nostri atleti, per la diffusione di valori positivi, è quotidiano; le nostre Fiamme oro prestano il volto e le proprie storie personali come testimonial per campagne di utilità sociale.

Stefano Pantano, ad esempio, allenatore dei nostri schermitori, è da tempo legato a Special olympics un’organizzazione che si prefigge, attraverso lo sport, di difendere i diritti delle persone con disabilità intellettiva; oppure la fiorettista paralimpica Bebe Vio che ha raccontato ai ragazzi, di esser stata bullizzata e minacciata sui social e di come è riuscita a reagire sconfiggendo gli hater che l’avevano presa di mira.