’Ndrangheta a Cosenza: oltre 200 indagati

’Ndrangheta a Cosenza: oltre 200 indagatiI poliziotti delle Squadre mobili delle questure di Cosenza e Catanzaro, del Servizio centrale operativo della Direzione centrale anticrimine, insieme a personale dei Carabinieri e della Guardia di finanza hanno eseguito un’ordinanza cautelare nei confronti di 202 persone,139 delle quali sono finite in carcere, 50 agli arresti domiciliari; per 12 invece è scattato l’obbligo di dimora. 

Per un ultimo indagato è stata applicata la misura interdittiva dello svolgimento di attività professionale.

Tutti sono accusati di associazione mafiosa e di numerosi altri reati, tra cui traffico di stupefacenti, riciclaggio e gioco d’azzardo, tutti aggravati dalle modalità e finalità mafiose.

Sono stati inoltre sottoposti a sequestro preventivo beni immobili e mobili, appartenenti al gruppo criminale, per un valore di 72 milioni di euro; tra questi decine di edifici ad uso abitativo e commerciale, uno yacht, un aereo ultraleggero e numerosi veicoli e motoveicoli.

Gli investigatori, per risalire alla fitta rete di crimini, si sono serviti delle dichiarazioni di diversi collaboratori di giustizia oltre che a un’intensa attività di indagine sul territorio.

È stato possibile quindi ricostruire l’attuale assetto della ‘Ndrangheta nel cosentino, articolata in diversi gruppi confederati facenti capo ai famigerati clan degli “zingari” e degli “italiani”.

È emersa una fittissima attività criminale incentrata sullo spaccio di droga, su estorsioni, rapine, gioco d’azzardo, lesioni, riciclaggio, oltre che su reati contro la Pubblica amministrazione come la turbata libertà degli incanti nelle gare di appalti, la corruzione e la violenza o minaccia a pubblico ufficiale.

Domenico Acerenza vince nelle World series, argento per Ginevra Taddeucci

acerenzaDomenico Acerenza non si ferma più, e dopo l’oro nella 10 km e con la staffetta mixed team ai Campionati europei di Roma 2022, ha conquistato anche nella terza tappa delle World series di nuoto in acque libere che si è svolta a Lac Megantic (Canada).

Dopo una gara condotta sempre in testa il campione delle Fiamme oro ha accelerato negli ultimi duecento metri, spegnendo ogni velleità di rimonta degli avversari, andando a vincere con il tempo di 1h50’50”83, davanti all’australiano Nicholas Sloman (1h50’51”68) e all’ungherese David Betlehem (1h50’52”00).

taddeucciBuona gara per l’altro portacolori del Gruppo sportivo della Polizia di Stato Andrea Manzi che si è piazzato quinto.

Nella prova femminile anche la nostra Ginevra Taddeucci ha dimostrato di essere ancora in splendida forma andando a prendersi il secondo gradino del podio, dopo l’argento individuale e l’oro con la mixed team di Roma 2022.

Medaglia di legno per l’altra fondista delle Fiamme oro Giulia Gabbrielleschi, anche lei sul podio di Roma 2022 nella 5 km, che si è classificata quarta.

Modena: minori violenti denunciati per rissa, minacce, lesioni e furto

Una rissa tra baby gangIdentificati e denunciati dai poliziotti della Squadra mobile di Modena, giovani appartenenti a due gruppi antagonisti che si sono resi responsabili di azioni di violenza a partire dallo scorso febbraio.
Gli indagati, tutti minorenni, dovranno rispondere dei reati di rissa, minacce, lesioni e furto in una scuola di Modena. L’attività d’indagine è stata coordinata dal tribunale per i minorenni di Bologna e gli investigatori sono riusciti a ricostruire le dinamiche e il sussegursi delle azioni che hanno dato seguito a 5 diversi procedimenti penali.
Il primo evento risale al 5 febbraio scorso ed è avvenuto nei pressi della stazione ferroviaria della città; due gruppi contrapposti di ragazzi e ragazze minorenni che si identificano appartenenti ai “Daisan  216” e “Sooz” si sono affrontati in una rissa scatenata per futili motivi. Tutta la scena veniva ripresa dalle telecamere di video-sorveglianza sia nei pressi della stazione che nei vicoli del centro storico dove la rissa ha proseguito.Il giorno seguente, una ragazza del gruppo “Daisan 216”, già presente il giorno prima alla rissa in stazione, aveva, insieme ad alcune sue amiche, rincorso e minacciato altre coetanee del gruppo opposto, costringendole a ripararsi in un centro commerciale poco distante.

Per questi due episodi sono stati identificati 51 ragazzi di cui 12, di età compresa tra i 14 e i 17 anni, sono stati denunciati.

Il seguente 27 febbraio, il furto e il danneggiamento all’interno dell’istituto scolastico “San Carlo” di generi alimentari, un computer e una macchina del caffè, nonché l’imbrattamento di muri con una bomboletta spry, conduceva gli investigatori ad identificare e denunciare 5 giovani minori di cui 4 appartenenti ai Daisan e uno agli Sooz di età compresa tra i 14 e i 16 anni; la notte del primo marzo un sedicenne venne denunciato dall’equipaggio di una volante intervenuta per aver danneggiato e rubato dalle auto in sosta in strada.

Anche l’acquisizione di un video pubblicato su Instagram di una lite violenta perpetrata da due 14enni nei confronti di una 15enne per un diverbio nato sui social, ha permesso agli investigatori di identificare le giovani partecipanti, di cui una già presente alla rissa del 5 febbraio in stazione. Tutta la scena dell’aggressione che costava alla 15enne lesioni per 7 giorni a causa delle violente percosse, veniva ripresa integralmente da altri 3 minorenni che nel corso dell’indagine venivano indagati in concorso per minacce e lesioni.

Anche gli episodi del 5 e del 6 luglio sono riconducibili ai due gruppi; alcuni minori appartenenti al gruppo “Daisan 216”, sfruttando la loro nomea di appartenenza, rapinavano un coetaneo dopo averlo accerchiato e spintonato di 70 euro che il giovane aveva in uno zaino, mentre il giorno dopo 6 minori, di cui 4 responsabili della rapina del giorno prima, estorcevano 50 euro a due ragazzi a cui avevano sottratto la bicicletta.

Tutti gli episodi messi insieme hanno consentito agli investigatori di ricostruire le relazioni tra i vari giovani e a circoscrivere in particolare 21 tra questi, sia maschi che femmine, per un totale di 34 denunce (alcuni di loro hanno preso parte a reati diversi). Secondo un’attenta analisi del “fenomeno” non è stato riconosciuto un elemento associativo comune alle diverse azioni, tipico invece delle baby gang vere e proprie, perché si ritiene che gli episodi possano essere occasionali e non organizzati.

Inverte la marcia in autostrada, fermato dalla Polizia stradale

Ha rischiato di provocare un pericoloso incidente sull’A1 invertendo la marcia della sua auto. L’uomo si è incanalato nella corsia supplementare tra la barriera di Roma nord e l’uscita di Ponzano Romano con un cambio di carreggiata nella direzione opposta, ma invece di proseguire in direzione Firenze, ha fatto inversione a U e si è incanalato nel traffico in direzione Roma.

Immediatamente allertate le pattuglie della Polizia stradale di Roma nord e quelle di Viterbo sono riuscite a bloccare il conducente del Suv bianco in direzione della Capitale.

L’uomo ha affermato che dopo essersi accorto di aver sbagliato la direzione aveva seguito le indicazioni che il navigatore di bordo proponeva, e senza tener conto della segnaletica stradale posta sulla carreggiata, ha effettuato la pericolosa manovra che gli è costata il ritiro della patente, una multa fino a 8 mila euro e il fermo del mezzo per tre mesi, inoltre, una segnalazione all’autorità del suo Paese di provenienza affinché la patente non gli venga più rilasciata.

Sextortion: come difendersi, i consigli della Polizia postale

AdolescenteRichieste insistenti di denaro per non diffondere sui social immagini “particolari” tali da distruggere la reputazione, un incubo fatto di ricatti ed estorsioni, conosciuto come sextortion, si sta diffondendo rapidamente anche tra gli adolescenti. Sono molte le segnalazioni ricevute dalla polizia Postale che interessano ragazzi per lo più tra i 15 e i 17 anni e anche più piccoli: vittime tanto fragili quanto inesperte.

Tutto inizia con tentativi di chiacchierata in chat da parte di profili social di ragazze e ragazzi gentili e avvenenti attraverso gli apprezzamenti e i like per le foto pubblicate.  Successivamente si passa alla richiesta di immagini e video che con il tempo si fanno sempre più audaci e una volta ottenuti, comincia l’estorsione. Richiesta di soldi, anche piccole somme, per fermare la pubblicazione di contenuti a sfondo sessuale sui social e sulle chat, comprese quelle di genitori, amici e parenti della vittima.

Le vittime, intrappolate tra la vergogna e la paura che le immagini intime possano essere viste dai loro contatti, tendono a non confidarsi con nessuno, in particolare con i genitori e per questo motivo si pensa che il fenomeno possa essere sottostimato.

Per non cadere in trappola pubblichiamo alcuni consigli della Polizia postale:

– Mai cedere al ricatto pagando le somme richieste. Non smetteranno di chiedere denaro se si paga, ma anzi capiranno che hai disponibilità economica e si faranno più insistenti;

– Non bisogna vergognarsi per aver condiviso immagini intime con sconosciuti. A quella età si è curiosi e inesperti e spesso le persone che fanno queste cose sono criminali organizzati che conoscono le fragilità dei ragazzi;

– Non cancellare i messaggi scambiati con gli estorsori, non chiudere i profili social su cui ai viene contattati, ma fare gli screen shot delle conversazioni e delle minacce e del profilo dell’estorsore;

– Fare una segnalazione a www.commissariatodips.it per chiedere aiuto, da soli è più difficile risolvere questo tipo di problemi;

– Parlarne con i genitori o con un adulto di fiducia, che sapranno come essere d’aiuto per gestire la situazione;

– Chi ha più di 14 anni può sporgere una denuncia, anche in modo autonomo, in qualsiasi ufficio di Polizia.

Consigli per i genitori:

– Non bisogna giudicare irresponsabile il loro comportamento, ma valutare che la vergogna e il senso di panico che possono provare li mettono a rischio di compiere atti impulsivi;

– Ascoltare quanto i figli raccontano, acquisire con calma tutte le informazioni e rassicurarli che non sono i soli ad essere incappati in questo tipo di situazioni;

– Procurarsi gli screenshot delle conversazioni con gli estorsori e recarsi quanto prima in un ufficio di Polizia per sporgere una denuncia: la tempestività in questi casi è fondamentale per risolvere al meglio le indagini.

– Non cancellare immagini, video e non chiudere i profili social prima di aver fornito queste informazioni alla Polizia;

– Fare una segnalazione sul Portale della Polizia postale e chiedere informazioni e supporto, se occorre.