Su sollecitazione del Ministro dell’Interno Luciana Lamorgese, ha preso l’avvio da Caserta una serie d’incontri dell’Organismo di supporto del “Centro di coordinamento per le attività di monitoraggio, analisi e scambio permanente di informazioni sul fenomeno degli atti intimidatori nei confronti dei giornalisti” presieduto dal vice capo della Polizia, nonché direttore centrale della Polizia criminale, Vittorio Rizzi.
L‘Organismo è composto da rappresentanti della Polizia di Stato, dell’Arma dei Carabinieri, della Guardia di Finanza, degli Ordine dei giornalisti e della federazione nazionale della Stampa italiana.
L’obiettivo è garantire attenzione e pronto intervento a difesa dei giornalisti minacciati perché qualsiasi intimidazione nei confronti dei giornalisti è una minaccia alla democrazia del nostro Paese.
L’incontro è stato co-presieduto dal prefetto di Caserta, Raffaele Ruberto, in videoconferenza dalla Prefettura. Alla riunione erano presenti rappresentanti dei vertici delle Forze di polizia della provincia e una rappresentanza dei giornalisti locali.
Dall’analisi approfondita degli atti intimidatori ricevuti dai giornalisti campani, soprattutto online, è stato evidenziato, nell’anno in corso, un incremento rispetto all’analogo periodo del 2019; la matrice è in gran parte riconducibile a problematiche ed a contesti socio-politici locali ed in minima parte a contesti di criminalità organizzata.
“Mai banalizzare o sottovalutare le minacce ai giornalisti” ha sottolineato il prefetto Rizzi. “Dobbiamo intercettare tutti i segnali perché non ci sia un’escalation di odio e violenza: è importante la denuncia tempestiva, così come occorre lavorare insieme, forze di polizia e professionisti dell’informazione, per analizzare le minacce e adottare le giuste contromisure. Ogni forma, più o meno velata, di violenza che comprima la libertà di stampa è una sconfitta per tutti noi.”
Nel corso della riunione sono stati condivisi nuovi progetti che hanno lo scopo di avviare un’attività di formazione e rivolgere sempre più attenzione agli atti intimidatori diffusi sulla Rete.
Olivia Petillo