Questa mattina, a Milano, presso il Centro congressi dell’Università Vita S. Raffaele si è svolto il XXXIV Congresso nazionale della società italiana di criminologia dal titolo “La criminologia tra emergenze, diritti umani e giustizia”.
Al Congresso ha preso parte Francesco Messina, direttore centrale anticrimine della Polizia di Stato che è intervenuto sul tema dell’impatto del Covid 19 sulle organizzazioni criminali e di come queste hanno saputo adattarsi ai cambiamenti materiali, sociali ed economici indotti dalla pandemia.
Il prefetto Messina ha spiegato come in una prima fase, quella delle restrizioni, la criminalità ha alimentato fenomeni come l’usura, e con le riaperture, poi, ha cercato d’infiltrarsi in misura maggiore nell’economia, rilevando imprese in difficoltà oppure tentando di procacciarsi finanziamenti stanziati per la ripresa economica.
Oltre ad aver rafforzato il settore delle misure di prevenzione patrimoniali si è previsto d’affiancare anche lo strumento dell’ablazione patrimoniale.
A dar maggior forza alle strategie di contrasto, le indagini investigative avvenute durante la pandemia e coordinate dalla Direzione centrale anticrimine si sono indirizzate soprattutto verso alcuni settori divenuti maggiormente appetibili alla criminalità organizzata tanto d’aver generato, negli ultimi anni, numerose operazioni di Polizia su tutto il territorio nazionale.
Con le indagini, gli investigatori, hanno evidenziato il modus operandi delle organizzazioni criminali che hanno rivolto il loro interesse nella filiera agroalimentare, nei settori delle infrastrutture sanitarie, della gestione degli approvvigionamenti, specie di materiale medico e dei dispositivi di protezione individuale, del comparto turistico alberghiero e di quello della ristorazione, nonché nella distribuzione al dettaglio della piccola e media impresa.
Il prefetto Messina ha dichiarato che “L’affinamento dei meccanismi di individuazione degli indici di infiltrazione delle organizzazioni criminali strutturate deve essere accompagnato da una tempestiva e rigorosa azione di contrasto repressiva. È dalla individuazione delle specifiche modalità e delle tecniche dell’agire mafioso nell’ambito economico finanziario, peraltro in continua evoluzione, che può essere disvelata nel concreto ed efficacemente neutralizzata la minaccia mafiosa. L’azione delle squadre Mobili in fase repressiva e delle divisioni anticrimine in fase preventiva può in questo senso fare la differenza”.