La tragedia della guerra in Ucraina sta costringendo molte persone ad abbandonare le proprie case e i propri averi per andare verso destinazioni per cercare accoglienza e ospitalità. Sono tanti anche quelli che arrivano nel nostro Paese, non senza difficoltà.
Ai nostri poliziotti è capitato di imbattersi in alcuni di loro.
Sull’autostrada A21, nell’area di servizio Piacenza “Nure nord”, Manuel e Michele, due giovani agenti del distaccamento Polizia stradale di Pizzighettone (Cremona), hanno prestato assistenza a un gruppo di rifugiati ucraini sordi.
Partiti da Kiev e da Charkiev, con le poche cose risparmiate dai bombardamenti, Vasyl, Dariia, Marika, Ludmila, Galina, Serghei e Vasyl, erano fermi nell’area di servizio dopo aver percorso tantissimi chilometri a bordo di un pullman. Il loro viaggio doveva proseguire verso diverse città, dove alcuni conoscenti li avrebbero ospitati ma per, loro la difficoltà, era poterli contattare. E così i due poliziotti, dopo avergli offerto la colazione, si sono adoperati per contattare un’associazione di Piacenza che li avrebbe accompagnati alla stazione ferroviaria, da dove potevano prendere il treno per la loro destinazione. Arrivato il momento di dividersi si sono salutati come veri amici nella lingua dei segni.
A Pordenone, invece, i poliziotti degli Uffici immigrazione e minori della Questura, si sono visti donare dai bambini dei tipici biscotti ucraini per la loro gentilezza e disponibilità nello svolgere le pratiche burocratiche relative al loro ingresso e accoglienza in Italia. Per i poliziotti è stata una vera emozione ricevere con tanta generosità quel dono speciale.
“Mille grazie alla Polizia stradale di Ovada. Ci ricorderemo di Alessandria per molto tempo”. Sono le parole di un messaggio che, invece, una famiglia ucraina, in fuga dalla guerra e soccorsa sulla A26, ha scritto agli agenti della Polizia stradale intervenuti in soccorso.
I due genitori viaggiavano in auto con i bimbi piccoli procedendo lentamente sulla corsia d’emergenza quando sono stati notati dalla nostra pattuglia. Riuscire a capire la situazione non è stato facile perché nessuno dei cittadini ucraini parlava italiano; è stato necessario l’aiuto di un interprete per ricostruire il dramma. La famiglia aveva deciso di scappare mettendosi in viaggio quattro giorni prima, senza fare soste, per raggiungere dei parenti in Francia. Le scorte di cibo e acqua erano finite e i pochi soldi rimasti erano necessari per il carburante. In più era subentrato anche il guasto alla macchina.
I due poliziotti hanno chiamato un meccanico e poi sono andati all’area di servizio a comprare da mangiare per aiutarli a terminare il viaggio.
“Grazie per l’aiuto. Non vi dimenticheremo”. Così finiva il messaggio.