Giornata nazionale della lotta alla pedofilia: i dati della Postale

Operazione NikiSi celebra oggi la giornata nazionale della lotta alla pedofilia; questo evento arriva in un momento molto delicato della nostra esistenza; nell’ultimo anno e mezzo, infatti, la pandemia ha modificato le vite di tutti noi, anche quelle dei più piccoli che sono stati obbligati ad avvicinarsi alle nuove tecnologie per poter seguire l’attività scolastica da casa e per mantenere i rapporti con gli amici.

Il direttore del Servizio polizia postale e delle comunicazioni, Nunzia Ciardi nel tracciare un resoconto dell’attività sino ad ora svolta dalla Specialità ha ricordato che “Il bilancio che possiamo fare oggi non è purtroppo positivo: bambini sempre più piccoli sono vittime di varie forme di aggressione online tra cui l’adescamento su socialnetwork e app di gioco, adolescenti sempre più giovani si macchiano di reati di pedopornografia di solito imputati ad adulti, nessuna retrocessione del cyberbullismo e delle violenze online

Il Centro nazionale per il contrasto alla pedopornografia online ha rilevato in effetti che nel 2020 c’è stato un incremento del 77 per cento di reati online in danno di bambini e ragazzi: pedopornografia, adescamento online e cyberbullismo ma anche estorsioni sessuali, revenge porn e truffe sono tra i tipi di aggressioni rivolte ai più piccoli in Rete.

In particolare nel periodo del Covid i casi di pedopornografia trattati dai poliziotti sono stati il 132 per cento in più rispetto al periodo precedente e gli indagati sono aumentati del 90 per cento.

Anche il cyberbullismo, per noia, isolamento sociale, monotonia, registra un incremento del 96 per cento coinvolgendo bambini sempre più piccoli. Nei primi mesi del 2021 sono 77 le denunce che riguardano bambini sotto i 13 anni, contro i 34 casi del primo quadrimestre del 2020.

Un approccio sempre più precoce e massiccio alle nuove tecnologie, ai social, alla messaggistica ha fatto si che aumentasse anche il numero di minori autori di reati online, con un incremento del 213 per cento. Nel 91 per cento dei casi sono maschi, accusati perlopiù di diffondere in Rete immagini sessuali di ex fidanzate o immagini di abusi sessuali o insulti nei confronti di compagni o conoscenti.

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