Con la proposta del Questore di Napoli, il Tribunale ha emesso due decreti di sequestro di beni, finalizzati alla confisca, ai sensi della normativa di prevenzione antimafia, nei confronti di due pluripregiudicati appartenenti al clan camorristico dei Moccia.
Ad uno di essi che attualmente è in carcere per i reati di turbativa d’asta, estorsione consumata e tentata, porto di armi abusivo, il decreto ha disposto il sequestro di un patrimonio di circa 6 milioni di euro composto da numerosi immobili, imprese nel settore dei parcheggi e autorimesse e rapporti finanziari.
All’altro, che attualmente si trova agli arresti domiciliari per scontare la pena a 8 anni e 4 mesi di reclusione per associazione per delinquere di tipo mafioso ed estorsione aggravata dal metodo mafioso, il decreto ha disposto il sequestro di un patrimonio di circa 360 mila euro composto da un appartamento e 6 rapporti finanziari.
L’attività della Polizia è riuscita a documentare come nel corso degli anni i due camorristi hanno accumulato una ricchezza non giustificata dall’entità di redditi leciti dichiarati.
Il direttore Centrale Anticrimine, Francesco Messina, ha commentato l’operazione affermando che “I 6,5 milioni di euro in beni di vario tipo, sequestrati su proposta del Questore di Napoli, si sommano agli oltre 740 milioni sequestrati a partire dal 2020 dalla Polizia di Stato, in attuazione della strategia di contrasto all’accumulo di patrimoni illeciti portata avanti dalla Direzione centrale anticrimine mediante le misure di prevenzione patrimoniali proposte dai questori, talvolta in forma congiunta con le procure competenti.
Siamo convinti che l’ablazione dei beni rappresenti un’arma formidabile che indebolisce le organizzazioni criminali incidendo sulla loro capacità di riorganizzarsi quando colpite dalle operazioni di polizia giudiziaria. Rispetto a queste ultime, il potere di proposta di misure di prevenzione patrimoniali – riconosciuto per legge ai questori della Repubblica – si pone come uno strumento complementare e del tutto irrinunciabile ai fini dell’efficace azione di contrasti alle mafie.
La rilevanza in ambito provinciale della figura del questore quale dominus dell’azione di polizia di prevenzione appare così confermata dall’attivazione del potere di proposta e ciò segnatamente in funzione della tutela dell’equilibrio socio-economico del territorio di competenza, laddove in esso sussistano fondati sospetti di inquinamento ad opera di organizzazioni criminali strutturate.
I sequestri di oggi hanno riguardato due soggetti collegati ad un clan storico e tradizionalmente attivo nella città di Napoli, che disponevano di immobili ed attività economiche del tutto ingiustificati rispetto alle loro capacità reddituali, per cui si presume un legame con gli introiti dell’organizzazione camorristica.
Tali beni – come gli altri già sequestrati in precedenza – potranno essere ora avviati verso la restituzione alla collettività”.