È stato celebrato questa mattina, a Roma, presso la Scuola superiore di Polizia, il 60° anniversario dalla fondazione del Servizio sanitario della Polizia di Stato. L’evento si è svolto alla presenza del ministro dell’Interno Luciana Lamorgese, del ministro della Salute Roberto Speranza e del capo della Polizia Lamberto Giannini che hanno aperto i lavori al Convegno “La Sanità della Polizia di Stato 3.0”, trasmesso in diretta sul canale Youtube e sul sito della Polizia di Stato.
Durante i panel, che hanno caratterizzato il meeting scientifico, sono intervenuti, oltre al direttore centrale di sanità Fabrizio Ciprani, anche relatori del mondo universitario e della sanità pubblica, e sono state trattate tematiche relative ai progressi della medicina tra vecchie sfide e nuovi obiettivi, ripercorrendo l’evoluzione avuta dalla Sanità della Polizia di Stato nel corso degli anni.
L’intervento di apertura è stato del capo della Polizia: “Oggi festeggiamo non solo il sessantesimo anniversario dell’istituzione del servizio sanitario della Polizia di Stato, ma ancor prima, tutte quelle donne e tutti quegli uomini che in questi 60 anni hanno messo al servizio della Repubblica Italiana la loro alta formazione e professionalità, diventando un punto di riferimento per gli appartenenti alla Polizia di Stato e per l’intera società civile”. Poi il prefetto Giannini ha aggiunto: “La complessità di questo periodo ha chiesto a tutti noi uno sforzo ulteriore a cui abbiamo risposto e continuiamo a farlo con il massimo impegno garantendo, anche grazie alla professionalità del nostro personale sanitario, la continuità delle nostre attività a tutela dei cittadini e dei nostri stessi colleghi, ai quali i medici e tutto il personale sanitario della Polizia di Stato non hanno mai fatto mancare la necessaria assistenza”.
Dal 1962 ad oggi la medicina è molto cambiata e in questi 60 anni, contrassegnati da notevoli mutamenti sociali, inevitabilmente è cambiato anche il ruolo del Servizio sanitario della Polizia di Stato che ormai rappresenta, con le sue numerose articolazioni a livello centrale e periferico, un punto di riferimento per tutti gli appartenenti all’Amministrazione della pubblica sicurezza.
Ogni singolo medico, insieme anche a tutte le altre professioni sanitarie, contribuisce con il suo ruolo, la sua specializzazione, le sue attitudini a formare un “insieme” capace di fare Squadra.
Il ministro della Salute ha evidenziato come “Di fronte a prove così difficili, e il covid lo è stato, si può rispondere solo facendo sistema, mettendo insieme le risorse, le energie e le competenze. E si può dire che il nostro sistema Paese abbia retto nonostante le difficoltà soprattutto nella prima fase della pandemia”
Il ministro dell’Interno, nell’intervento che ha aperto ufficialmente i lavori, ha messo in luce l’attività svolta dal Servizio sanitario della Polizia di Stato durante tutti questi anni e in particolare durante le fasi più critiche della Pandemia. “Oggi nel 60° anniversario dell’istituzione del Servizio sanitario della Polizia è importante ripercorrere le competenze professionali, ma soprattutto ripercorrere l’iter di ciò che i cittadini si aspettavano dalle Forze di Polizia e come queste siano state in grado di corrispondere alle loro richieste di sicurezza sanitaria e sicurezza pubblica”.
La pandemia da Covid 19 ha rappresentato un momento di criticità sociale e sanitaria che ha messo a dura prova molti Paesi. In questo contesto s’inserisce anche il Servizio sanitario della Polizia di Stato che, in una circostanza eccezionale, ha mostrato la sua capacità di far fronte all’emergenza e di ripartire: questo impegno è stato premiato durante le celebrazioni del 170° anniversario della fondazione della Polizia con la Medaglia d’oro alla bandiera della Polizia di Stato per l’impegno profuso, in occasione dell’emergenza sanitaria, per la tutela della salute di tutti i cittadini.
Al termine del primo panel “La sanità pubblica tra vecchie sfide e nuove criticità” è intervenuto il sottosegretario di Stato Franco Gabrielli, il quale ha sottolineato l’importanza della protezione dei dati sensibili in ambito sanitario e della sfida che attende anche la Direzione centrale di sanità.