Si è svolta questa mattina a Roma, nell’aula Parisi della Scuola superiore di polizia, la cerimonia di inaugurazione dell’anno accademico 2021-2022.
Alla celebrazione hanno preso parte il ministro dell’Interno Luciana Lamorgese, il capo della Polizia Lamberto Giannini e l’avvocato Gianni Letta. Presenti in aula anche i sottosegretari di Stato all’Interno Nicola Molteni, Ivan Scalfarotto e Carlo Sibilia, il procuratore nazionale antimafia e antiterrorismo Federico Cafiero de Raho, il procuratore generale presso la Corte di cassazione Giovanni Salvi, il direttore del Dipartimento dell’amministrazione penintenziaria, i rappresentanti dell’Arma dei carabinieri e della Guardia di finanza.
Dopo un breve saluto del direttore della Scuola Anna Maria Di Paolo, e la proiezione di un video di presentazione dell’Istituto, ha preso la parola il prefetto Giannini: “È per me un’intensa emozione essere qui in questa Scuola, punto di riferimento assoluto di tutti i funzionari di polizia. Tanti sono i ricordi. Mi tornano in mente il mio corso di formazionema anche le tante volte che qui ho conosciuto giovani funzionari. Ogni volta che vi faccio ingresso sono fiero della preziosa opera di custodia della memoria degli oltre 2.500 caduti della Polizia di Stato che la Scuola incarna con il suo sacrario. Un omaggio perenne a chi, con il proprio sacrificio, ci ha mostrato il modo giusto di interpretare il ruolo di garante delle libertà del cittadino. Occorre che le Forze di polizia, per fare formazione, rendano i saperi adeguati al contesto. Il funzionario di polizia deve saper leggere il proprio tempo, la diversità dei contesti e degli scenari”.
Subito dopo Gianni Letta ha tenuto una lectio magistralis sui 40 anni della legge di riforma della Polizia, durante la quale ha ricordato che: “La legge di riforma 121 del 1981 fu approvata durante gli anni di piombo dopo un lungo dibattito parlamentare. Anni difficili in cui la legge apportò una vera e propria rivoluzione, segnando la nascita di una nuova e democratica Polizia di Stato caratterizzata da smilitarizzazione, parità di genere e ingresso dei sindacati. In questa Scuola ci sono 2500 nomi ricordati nel sacrario dei caduti, molti dei quali morti in quegli anni bui. Il passaggio dal vecchio al nuovo diede una coscienza al Paese del rispetto di chi opera ogni giorno al servizio del cittadino per tutelare, vigilare, provvedere e assicurare l’esercizio delle libertà e dei diritti costituzionali”.
Infine l’intervento conclusivo del ministro dell’Interno Lamorgese, rivolto proprio ai frequentatori di corso presenti: “Oggi voi siete qui e comprendete quali sono i principi a cui dovete espirarvi, anche ricordando i tanti colleghi che hanno perso la vita. Non dobbiamo mai dimenticare, perché guardare al futuro vuol dire soprattutto non dimenticare il passato. La nostra vita professionale è fatta di scelte, di responsabilità. Bisogna farlo con grande senso etico, l’etica professionale ci deve accompagnare sempre. Voi dovete avere presente solo un principio: il bene del nostro Paese, e fare in modo che non venga mai scalfita la democrazia, che è dovuta soprattutto all’azione dei vostri colleghi che hanno perso la vita”.
Dopo aver fatto gli auguri ai 124 commissari frequentatori del 110° corso, il ministro Lamorgese ha dichiarato ufficialmente aperto l’anno accademico.
Al termine della cerimonia il prefetto Giannini ha consegnato all’avvocato Letta una medaglia della Scuola in ricordo della giornata.